Radiazioni in arrivo sotto una montagna sacra italiana. Rischi
inaccettabili in territorio sismico con il maggiore acquifero del centro
Italia, in un laboratorio già classificato a rischio di incidente
rilevante dalle normative europee. Nel belpaese la materia nucleare è
oscura, sempre coperta da segreti indicibili ai comuni mortali. Prendete
ad esempio il caso del trasferimento dalla Russia in Italia fra sei
mesi (arrivo previsto ad aprile dell’anno 2018) di una potente sorgente
radioattiva a base del micidiale cerio 144, dal potenziale catastrofico.
Nei programmi ignoti all’opinione pubblica e alla popolazione locale, la
sorgente radioattiva da 100/150 mila curie sarà incapsulata nel più
grande contenitore di tungsteno mai prodotto, in Cina, da 19 centimetri
di spessore, per schermare le radiazioni gamma. L’attività radioattiva
della sorgente è pari a circa un quarto del cesio 137 radioattivo emesso
nell’oceano da Fukushima, come riporta il rapporto tecnico della Iaea
sull’incidente. Il trasporto della sorgente prodotta a partire dal
combustibile, avverrà dal sito nucleare di Mayak, tristemente nota per
essere la città dove nel 1957 avvenne un grave incidente, attraverso la
Francia in un contenitore fornito dalla Areva, colosso transalpino del
nucleare.
Dove andranno a collocarla? In un luogo sicuro? Macché nelle viscere di
una montagna abruzzese ricca di acqua da bere, addirittura sotto un
mastodontico serbatoio di idrocarburi, in un laboratorio valutato a
rischio di incidente rilevante secondo le direttive Seveso. Per giunta,
grazie ad un finanziamento dell’Unione europea di 3,5 milioni di euro e
la benedizione del governo illegittimo del passacarte eterodiretto di
turno a nome di Paolo Gentiloni (assurto alle cronache per aver regalato
in gran segreto nel 2015 addirittura 339,9 chilometri quadrati di mare
italiano alla Francia). Lo stesso Gentiloni che ha presentato un disegno
di legge in fase di approvazione al fine di ridurre al silenzio
l’informazione indipendente sul web in Italia.
Data: 14.10.2017
Fonte: www.informarexresistere.fr
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