Campo di volontariato internazionale a Chiaverano (To)
24 luglio – 7 agosto 2017
Ed ecco il racconto di Oleg della sua esperienza al campo di volontariato internazionale di Legambiente in Italia, a Chiaverano, nell'ambito del progetto di scambio di studenti e volontari tra Legambiente e "Radimici per i bambini di Cernobyl", con il contributo dell'Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Il campo di volontariato si è svolto in Piemonte, nel comune di Chiaverano.
La strada dall’aeroporto di Milano è stata breve e interessante,
soprattutto per i paesaggi dai finestrini del treno. Al campo è si è ritrovata
una bella squadra internazionale di volontari più o meno della stessa età,
vicino alla mia (dai 18 a 28). Al progetto hanno partecipato rappresentanti di
Taiwan, Cina, Serbia, Messico, Catalogna, Camerun, Gambia, Russia (oltre a me
c’era un altro ragazzo della città di Čeboksary), Corea del Sud e, chiaramente,
Italia. Praticamente tutti i partecipanti al nostro campo (tranne i ragazzi
sudcoreani e alcuni volontari locali di Ivrea) parlavano abbastanza bene in
inglese, cosa che ha agevolato il relazionarsi fra di noi in tempi molto brevi.
Le condizioni di vitto e alloggio erano soddisfacenti. Le uniche difficoltà
sono state causate soltanto dalla mia impreparazione (non mi sono portato il
sacco a pelo). In particolare vorrei sottolineare l’impegno degli
organizzatori: sia dei responsabili del campo (Pietro, Martina e Marilisa) che
dei volontari locali (Simone, Chiara, Gabriele), che si sono dimostrati
eccezionalmente amichevoli, ma allo stesso tempo assennati e responsabili, cosa
che si è notata nella prontezza con cui risolvevano i problemi che sorgevano e
nell’organizzazione ottimale del lavoro.
Il programma ambientale e di lavoro si basava sul supporto alla squadra locale
dei pompieri. I nostri compiti principali erano il ripristino della strada che
conduce alla cima delle colline che circondano la valle in cui si trova il comune
di Chiaverano. Nel corso di un tempo abbastanza lungo questi tratti di strada
sono stati trascurati, tanto da non consentire, in caso di una qualche
emergenza o incidente, di raggiungere velocemente i focolai di eventuali incendi
nei boschi. Come risultato del nostro lavoro sono state ripulite le canalizzazioni
delle acque piovane, che servono per deviare e dividere le colate detritiche, e
sono stati tracciati dei percorsi adatti ai mezzi dei pompieri.
A parte va messo in evidenza un altro tipo di lavoro eseguito nel corso del
progetto: in particolare, lo sgombero di una vecchia discarica nei dintorni di
Chiaverano, la predisposizione del luogo al passaggio dei mezzi di trasporto,
l’asporto dei rifiuti e la pulizia del bosco circostante dai rifiuti non
organici. Questo lavoro ha permesso di ampliare le conoscenze dei volontari sul
riciclo dei rifiuti e su un atteggiamento responsabile nei confronti
dell’ambiente. Inoltre, nel corso delle passeggiate nei dintorni di Chiaverano,
gli organizzatori ci hanno raccontato della formazione della particolare
orografia intorno alla città di Ivrea e di diversi animali selvatici che si
trovano solamente nel Nord Italia.
Anche il tempo libero era organizzato ottimamente. Il lavoro andava dalle 9
alle 13-14 (l’ora di pranzo), dopodiché di solito avevamo del tempo libero o
c’erano delle uscite (passeggiate nei dintorni, visite ai laghi locali, gite a
Ivrea e a Torino). Per quanto riguarda l’organizzazione del tempo libero vorrei
in particolare mettere in evidenza i meriti degli organizzatori del campo, che
ci spiegavano le decisioni prese a livello organizzativo, i problemi a cui
poteva andare incontro il gruppo, chiedevano l’opinione dei volontari nelle
questioni organizzative, cose che hanno agevolato la buona riuscita del campo
per tutti i volontari.
Dall’esperienza fatta vorrei dire che le pratiche adottate nell’organizzazione
di questo campo possono essere introdotte con successo anche in Russia, in
particolare nel territorio della provincia di Suraž, dove si trova Novokemp, e
di quella di Novozybkov, dove si trova la sede di Radimici. Anche se la pratica
di lavoro con diverse organizzazioni di volontariato (tra cui quella dei pompieri)
difficilmente potrà essere introdotta a Novokemp a causa della specificità
dell’organizzazione dei campi per bambini, potrebbero altresì essere svolte
delle iniziative di formazione sulla prevenzione degli incendi nei boschi, magari
in forma ludica. Per i volontari dell’organizzazione Radimici a Novozybkov
sarebbe invece possibile l’introduzione e il supporto nell’opera di salvaguardia
dell’ambiente in collaborazione con le squadre locali dei pompieri, cosa che
stimolerebbe inoltre i volontari a informarsi maggiormente sulla situazione che
si è creata nella provincia di Novozybkov a causa della catastrofe alla
centrale nucleare di Cernobyl.
La raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti potrebbe invece essere
un’attività abbastanza semplice da introdurre nel territorio di Novokemp. Infine,
vorrei far notare come da noi la possibilità di partecipare ai campi di
volontariato internazionale allo scopo di acquisire nuove conoscenze ed
esperienze per molti volontari è limitata dal basso livello d’insegnamento e di
studio della lingua inglese. Un passo del tutto logico potrebbe essere
l’organizzazione di un laboratorio di inglese a Novokemp o di corsi d’inglese
per i volontari a Radimici.
A Novokemp ci andai per la prima volta nel 2001, ancora bambino, e da allora
ci sono tornato praticamente ogni estate, e a partire dal 2011 con il ruolo di
volontario. Sebbene attualmente il mio impegno di volontario sia limitato dal
fatto che studio all’università e vivo in un’altra città, come prima per quanto
mi è possibile do una mano sia l’organizzazione Radimici sia Novokemp. Principalmente,
in questo periodo della mia vita, il mio contributo consiste nelle traduzioni
in inglese, nell’organizzazione del trasporto dei volontari e dei collaboratori,
nel supporto all’organizzazione delle attività a Novokemp, nel coinvolgimento
degli studenti delle università di Brjansk nel lavoro di Novokemp. L’anno
prossimo ho intenzione di partecipare in modo più diretto al funzionamento di
Novokemp e di organizzarvi un laboratorio di inglese o un circolo ambientale.
In conclusione posso dire che questo viaggio mi ha fatto conoscere molte cose
nuove sul piano ambientale ed elaborare delle idee su come organizzare attività
simili in Russia. Vorrei ringraziare Legambiente Circolo Il Brutto Anatroccolo
e la Chiesa Valdese, che mi hanno consentito di fare questa esperienza,
Legambiente Dora Baltea per l’accoglienza e l’organizzazione “Radimici per i
bambini di Cernobyl” per avermi proposto questo progetto.
Nessun commento:
Posta un commento