Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

26/10/17

VOLONTARIATO AMBIENTALE TRA ITALIA E RUSSIA - OLEG VDOVIČENKO

Campo di volontariato internazionale a Chiaverano (To)
24 luglio – 7 agosto 2017
 
Ed ecco il racconto di Oleg della sua esperienza al campo di volontariato internazionale di Legambiente in Italia, a Chiaverano, nell'ambito del progetto di scambio di studenti e volontari tra Legambiente e "Radimici per i bambini di Cernobyl", con il contributo dell'Otto per Mille della Chiesa Valdese.


VOLONTARIATO AMBIENTALE TRA ITALIA E RUSSIA

Il campo di volontariato si è svolto in Piemonte, nel comune di Chiaverano.
La strada dall’aeroporto di Milano è stata breve e interessante, soprattutto per i paesaggi dai finestrini del treno. Al campo è si è ritrovata una bella squadra internazionale di volontari più o meno della stessa età, vicino alla mia (dai 18 a 28). Al progetto hanno partecipato rappresentanti di Taiwan, Cina, Serbia, Messico, Catalogna, Camerun, Gambia, Russia (oltre a me c’era un altro ragazzo della città di Čeboksary), Corea del Sud e, chiaramente, Italia. Praticamente tutti i partecipanti al nostro campo (tranne i ragazzi sudcoreani e alcuni volontari locali di Ivrea) parlavano abbastanza bene in inglese, cosa che ha agevolato il relazionarsi fra di noi in tempi molto brevi.

Le condizioni di vitto e alloggio erano soddisfacenti. Le uniche difficoltà sono state causate soltanto dalla mia impreparazione (non mi sono portato il sacco a pelo). In particolare vorrei sottolineare l’impegno degli organizzatori: sia dei responsabili del campo (Pietro, Martina e Marilisa) che dei volontari locali (Simone, Chiara, Gabriele), che si sono dimostrati eccezionalmente amichevoli, ma allo stesso tempo assennati e responsabili, cosa che si è notata nella prontezza con cui risolvevano i problemi che sorgevano e nell’organizzazione ottimale del lavoro.
   
Il programma ambientale e di lavoro si basava sul supporto alla squadra locale dei pompieri. I nostri compiti principali erano il ripristino della strada che conduce alla cima delle colline che circondano la valle in cui si trova il comune di Chiaverano. Nel corso di un tempo abbastanza lungo questi tratti di strada sono stati trascurati, tanto da non consentire, in caso di una qualche emergenza o incidente, di raggiungere velocemente i focolai di eventuali incendi nei boschi. Come risultato del nostro lavoro sono state ripulite le canalizzazioni delle acque piovane, che servono per deviare e dividere le colate detritiche, e sono stati tracciati dei percorsi adatti ai mezzi dei pompieri.

A parte va messo in evidenza un altro tipo di lavoro eseguito nel corso del progetto: in particolare, lo sgombero di una vecchia discarica nei dintorni di Chiaverano, la predisposizione del luogo al passaggio dei mezzi di trasporto, l’asporto dei rifiuti e la pulizia del bosco circostante dai rifiuti non organici. Questo lavoro ha permesso di ampliare le conoscenze dei volontari sul riciclo dei rifiuti e su un atteggiamento responsabile nei confronti dell’ambiente. Inoltre, nel corso delle passeggiate nei dintorni di Chiaverano, gli organizzatori ci hanno raccontato della formazione della particolare orografia intorno alla città di Ivrea e di diversi animali selvatici che si trovano solamente nel Nord Italia.

Anche il tempo libero era organizzato ottimamente. Il lavoro andava dalle 9 alle 13-14 (l’ora di pranzo), dopodiché di solito avevamo del tempo libero o c’erano delle uscite (passeggiate nei dintorni, visite ai laghi locali, gite a Ivrea e a Torino). Per quanto riguarda l’organizzazione del tempo libero vorrei in particolare mettere in evidenza i meriti degli organizzatori del campo, che ci spiegavano le decisioni prese a livello organizzativo, i problemi a cui poteva andare incontro il gruppo, chiedevano l’opinione dei volontari nelle questioni organizzative, cose che hanno agevolato la buona riuscita del campo per tutti i volontari.

Dall’esperienza fatta vorrei dire che le pratiche adottate nell’organizzazione di questo campo possono essere introdotte con successo anche in Russia, in particolare nel territorio della provincia di Suraž, dove si trova Novokemp, e di quella di Novozybkov, dove si trova la sede di Radimici. Anche se la pratica di lavoro con diverse organizzazioni di volontariato (tra cui quella dei pompieri) difficilmente potrà essere introdotta a Novokemp a causa della specificità dell’organizzazione dei campi per bambini, potrebbero altresì essere svolte delle iniziative di formazione sulla prevenzione degli incendi nei boschi, magari in forma ludica. Per i volontari dell’organizzazione Radimici a Novozybkov sarebbe invece possibile l’introduzione e il supporto nell’opera di salvaguardia dell’ambiente in collaborazione con le squadre locali dei pompieri, cosa che stimolerebbe inoltre i volontari a informarsi maggiormente sulla situazione che si è creata nella provincia di Novozybkov a causa della catastrofe alla centrale nucleare di Cernobyl.

La raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti potrebbe invece essere un’attività abbastanza semplice da introdurre nel territorio di Novokemp. Infine, vorrei far notare come da noi la possibilità di partecipare ai campi di volontariato internazionale allo scopo di acquisire nuove conoscenze ed esperienze per molti volontari è limitata dal basso livello d’insegnamento e di studio della lingua inglese. Un passo del tutto logico potrebbe essere l’organizzazione di un laboratorio di inglese a Novokemp o di corsi d’inglese per i volontari a Radimici.

A Novokemp ci andai per la prima volta nel 2001, ancora bambino, e da allora ci sono tornato praticamente ogni estate, e a partire dal 2011 con il ruolo di volontario. Sebbene attualmente il mio impegno di volontario sia limitato dal fatto che studio all’università e vivo in un’altra città, come prima per quanto mi è possibile do una mano sia l’organizzazione Radimici sia Novokemp. Principalmente, in questo periodo della mia vita, il mio contributo consiste nelle traduzioni in inglese, nell’organizzazione del trasporto dei volontari e dei collaboratori, nel supporto all’organizzazione delle attività a Novokemp, nel coinvolgimento degli studenti delle università di Brjansk nel lavoro di Novokemp. L’anno prossimo ho intenzione di partecipare in modo più diretto al funzionamento di Novokemp e di organizzarvi un laboratorio di inglese o un circolo ambientale.

In conclusione posso dire che questo viaggio mi ha fatto conoscere molte cose nuove sul piano ambientale ed elaborare delle idee su come organizzare attività simili in Russia. Vorrei ringraziare Legambiente Circolo Il Brutto Anatroccolo e la Chiesa Valdese, che mi hanno consentito di fare questa esperienza, Legambiente Dora Baltea per l’accoglienza e l’organizzazione “Radimici per i bambini di Cernobyl” per avermi proposto questo progetto.

Oleg Vdovičenko (20 anni)

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