Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

17/02/11

«CERNOBYL È QUI»: UNA MOSTRA PER RICORDARE AI TEDESCHI DELLA CATASTROFE

A Dortmund è stata inaugurata una mostra itinerante dedicata al 25° anniversario della catastrofe alla Centrale nucleare di Cernobyl. L’esposizione, promossa dal Centro d’istruzione di Dortmund, sarà vista in quasi 40 città europee.


Il 5 gennaio presso la chiesa di San Pietro di Dortmund si è inaugurata la mostra «25 anni dopo Cernobyl: uomini – luoghi – solidarietà» («25 Jahre nach Tschernobyl – Menschen – Orte – Solidarität»), che presto partirà per un viaggio di sei mesi in più di 30 città tedesche, olandesi e austriache. Promotore della mostra è l’IBB di Dortmund. La fondazione Mercator ha pagato il viaggio dei liquidatori dall’Ucraina – testimoni viventi della catastrofe – che accompagneranno la mostra in tutte le tappe del suo percorso.

Volti e storie

L’atmosfera della mostra è impregnata delle opere del fotografo Rüdiger Lubricht che da più di sette anni lavora al suo “Progetto Cernobyl”. Dalle fotografie delle case abbandonate egli è passato ai ritratti dei liquidatori. Ora la storia la si può studiare dai volti delle persone.

Stand neri dalla parte esterna. Su di essi le fotografie di uomini stanchi in divisa camouflage. Il fotografo ha chiesto quasi a tutti di sedersi accanto alla finestra. Piante cagionevoli sul davanzale, sguardi spenti, in completa disarmonia con le tinte vivaci delle uniformi e la serie di medaglie. Sono i liquidatori di Cernobyl oggi, quelli rimasti tra i vivi. […]

I liquidatori come testimoni viventi

La mostra è accompagnata dai liquidatori ucraini Aleksandr Naumov e Nikolaj Bosyj. «Mi portano in giro, mettendomi in mostra come Pugačëv in gabbia», – con simulato malcontento borbotta il settantenne Nikolaj Bosyj, comandante di un reparto di riservisti che caricava gli elicotteri con una miscela di sabbia, piombo e boro per tentare di “far tacere” il reattore. Il suo reparto lui lo chiama “reparto dei kamikaze ucraini”, perché anche solo avvicinarsi a un elicottero che era sorvolato proprio sopra l’inferno di fuoco era mortalmente pericoloso. «Vollero risparmiare i militari di carriera, e allora arruolarono i civili, tirandoli giù direttamente dai letti caldi», – afferma lui. Solamente un terzo di quel reparto è ancora in vita.

L’ufficiale di polizia di Kiev Aleksandr Naumov invece nella zona di Cernobyl finì il giorno dopo la catastrofe. Là lui sorvegliava la stazione ferroviaria “morta” di Pripjat’. «Quando a Pripjat’ vidi quelle demolizioni che noi c’immaginavamo poco significative allora compresi che era successa una catastrofe di portata planetaria, – racconta lui. – Aspettavamo un appello delle autorità per radio, ma là parlavano solo della lotta per il raccolto e degli agganci nel cosmo». […]

Data: 18.01.2011
Fonte: www.dw-world.de
Traduzione: S.F.

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