Già alcuni anni dopo l’incidente di Cernobyl, all’inizio degli anni Novanta, in Bielorussia si cominciò a riutilizzare per l’agricoltura le terre contaminate.
La maggior parte di questi terreni si trovano nella regione di Gomel, la più colpita dalla catastrofe nucleare.
«Per quanto riguarda la zona d’interdizione dei 30 km vi è là una forte densità di contaminazione, essendovi ricaduta nel terreno quasi tutta la tavola di Mendeleev, perciò di un ritorno su grande scala di quelle terre allo sfruttamento agricolo in una prospettiva prossima non se ne parla neanche. In quel territorio è stata istituita una riserva naturale con un orientamento di carattere esclusivamente scientifico» – ha raccontato Igor’ Bojdak, il capo della Direzione per i problemi della liquidazione delle conseguenze della catastrofe di Cernobyl di Gomel.
«Per i restanti territori interdetti allo sfruttamento agricolo le questioni si stanno affrontando. Esiste una disposizione approvata dal Consiglio dei ministri. Per riabilitare quelle terre, è però necessaria anche l’approvazione del Comitato esecutivo regionale, di alcuni ministeri e di altri organi nazionali. Si valutano la convenienza economica e la sicurezza per la salute degli abitanti rurali che dovranno lavorare su queste terre. Quest’anno sono state approvate elle delibere del governo per il ritorno all’agricoltura di parte delle terre delle province di Buda-Košelëvo e Kalinkoviči, mentre si sta valutando quello della provincia di Bragin» – ha detto Bojdak.
Per gli agricoltori è stato studiato un sistema di misure precauzionali come ad esempio la calcinatura del terreno. E se, mettiamo, nel grano dovesse verificarsi un superamento delle norme dello stronzio, tale produzione verrà trasformata in alcol, il quale viene ricavato pulito. Oppure l’azienda si occupa della coltivazione delle sementi, con le quali poi si seminato territori non contaminati, e la produzione ricavata è pulita –, secondo quanto assicurano le autorità locali.
Data: 15.11.2010
Fonte: www.charter97.org
Traduzione: S.F.
Nessun commento:
Posta un commento