Novokemp, 3° turno 2019 (24 luglio - 13 agosto)
Dal
primo momento in cui mesi fa mi sono casualmente imbattuta nella locandina che
proponeva l’esperienza a Novokemp non ho avuto dubbi: volevo partecipare. E
così stato. Ho partecipato al terzo turno (dal 24.07 al 13.08) insieme ad
Alessia, Francesca e Melania.
La
preparazione del viaggio è iniziata già ad aprile con un primo incontro
organizzativo in università ed è continuata poi con un’interessante giornata formativa
verso la fine di maggio presso la sede di Legambiente Il brutto anatroccolo di
Baveno. In questa occasione abbiamo approfondito la questione del disastro di
Chernobyl e delle sue conseguenze. Inoltre un educatore professionale ci ha
introdotto all’animazione ecologica proponendoci attività teoriche e pratiche.
Io
e le mie compagne di viaggio siamo partite il 21 luglio e abbiamo scelto di
trascorrere un paio di giorni a Mosca prima di dirigerci verso Sud nella
regione di Brjansk con il treno notturno. Contrariamente alle mie aspettative viaggiare
da sole non è stato affatto difficile e trascorrere la notte in treno è stato
addirittura divertente.
Al
nostro arrivo ci sono venuti a prendere in stazione, e fin da subito abbiamo
fatto conoscenza con Ksjuša, la ragazza incaricata di occuparsi di noi volontarie
italiane. Lei è stata il nostro punto di riferimento in caso di dubbi o
problemi durante tutto il soggiorno a Novokemp. Una volta arrivate al campo
abbiamo subito iniziato l’attività, che quel giorno consisteva nell’accogliere
i 150 bambini che, proprio come noi, cominciavano la loro avventura a Novokemp.
È stato divertente indossare fin da subito costumi buffi e sbizzarrirsi con
trucchi colorati per far divertire i bambini.
A
partire dal secondo giorno ci è stato richiesto di organizzare un’attività da
offrire ai bambini per intrattenerli durante le mattinate. Io e la mia compagna
Alessia abbiamo deciso di proporre un corso di italiano. Sono rimasta stupita
dal forte interesse che alcuni bambini avevano nel voler imparare la nostra
lingua. Chi non era interessato poteva scegliere di partecipare agli altri
numerosi corsi organizzati dagli animatori russi, come ad esempio attività
artistiche, informatiche o sportive.
Terminati
i corsi del mattino si pranzava in mensa. C’erano poi due ore di pausa dedicate
al riposo. Nel pomeriggio venivano organizzati divertenti giochi di gruppo e il
nostro compito era quello di aiutare gli animatori russi. Dopo la cena c’erano attività
di diverso tipo, come ad esempio balli in discoteca, sfilate o esibizioni che
duravano fino alle 21.45. Dopo questo orario i bambini tornavano in mensa per
la seconda cena, in cui venivano serviti latte e biscotti e poi si ritiravano
per la notte nelle loro casette. Per noi animatori era invece l’ora della
riunione in cui si raccontava come era trascorsa la giornata e si organizzava
quella seguente. Devo ammettere che se da una parte questa era la parte più
impegnativa del giorno (visto anche la durata che quasi sempre si aggirava
attorno all’ora e mezza), dall’altra è stata anche la più utile per quanto
riguarda la lingua: era necessario infatti che ci sforzassimo di capire il più
possibile ciò che veniva detto e che anche noi raccontassimo qualcosa riguardo
alla giornata. Terminata la riunione eravamo libere di andare a dormire oppure
potevamo aggregarci alle serate organizzate dagli animatori russi, in cui si
giocava a carte e si rideva fino a notte fonda.
Alcune
giornate erano invece organizzate diversamente: i corsi del mattino non si
tenevano e veniva scelto un tema attorno al quale ruotavano tutte le attività e
i giochi. Molto divertenti sono state ad esempio la giornata dedicata alla
Russia o la giornata a tema Disney.
Non
riesco ancora a capacitarmi di quanto siano passate in fretta tre settimane: le
attività organizzate durante il giorno erano così ricche e coinvolgenti che non
ho nemmeno avuto il tempo per sentire la mancanza di casa.
Mi
è difficile trovare qualcosa di negativo in questa esperienza. Per quanto
riguarda il cibo e l’alloggio secondo me molto dipende dalle proprie capacità
di adattamento. Personalmente mi sono trovata bene, la camera era pulita, il
letto addirittura comodo. Il bagno era in comune con una decina di persone,
ossia gli altri animatori russi che vivevano nella casa in cui alloggiavamo
anche noi ragazze italiane. In alternativa si potevano utilizzare i bagni e le
docce riservati ai bambini. Il cibo della mensa non era delizioso e i piatti
serviti erano sempre gli stessi (pasta e riso scotti e insipidi, patate, carne
e ancora carne). La cosa più negativa è stata la mancanza quasi totale di
frutta e verdura. Ma con l’aggiunta di qualche cibo extra comprato al
supermercato del villaggio vicino, a cui su richiesta venivamo gentilmente
accompagnate, siamo sopravvissute più che bene.
Per
quanto riguarda la lingua il primo giorno l’impatto è stato abbastanza forte: spesso
era necessario che le cose ci venissero ripetute più volte, ma siamo comunque
riuscite a comunicare e con il passare dei giorni è stato sempre più facile
interagire con gli altri.
I
ricordi di questa esperienza che mi porterò per sempre nel cuore sono
tantissimi, primi tra tutti il viso dolce e le lunghe trecce bionde di Nastja, la
bambina più affettuosa che io abbia mai conosciuto; la curiosità di Ksenija, la
ragazza che con la sua voglia di imparare mi ha dato le maggiori soddisfazioni
durante il corso di italiano; o ancora la gentilezza e l’altruismo di Nikita, un
ragazzino sempre pronto ad aiutare tutti.
Mi
piacerebbe davvero tanto tornare a Novokemp la prossima estate ed è
un’esperienza che consiglio a tutti.
Chiara Tempesta - 22 anni
Università Statale di
Milano
Lingue e Letterature
straniere moderne
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