Novokemp, 2° turno 2019 (30 giugno - 20 luglio)
Novokemp
è un’esperienza difficile da descrivere a parole, non si può capire se non vivendola.
Siamo
arrivate a Uneča il 30 giugno, accolte in stazione da Stëpa, Maksim e Nataša,
la nostra “mamma russa”, con la quale si è creato un legame indissolubile.
Eravamo cariche per l’inizio di questa nuova avventura, ma al tempo stesso
timorose di non riuscire a socializzare e soprattutto di non riuscire a
comunicare. Paure che sono svanite immediatamente nel momento in cui siamo
arrivate nel campo e abbiamo conosciuto le persone che ci avrebbero
accompagnate in questa esperienza. Persone speciali, disponibili in tutto e per
tutto, che ci hanno coinvolte in ogni attività e accolte nella loro
quotidianità sin da subito.
E
poi veniamo ai bambini… 190 bambini affettuosi, semplici, pieni d’amore da
offrire, che correvano da una parte all’altra del campo solo per abbracciarci e
che riuscivano a strapparti un sorriso in ogni momento della giornata. Non
venivamo giudicate per le nostre difficoltà linguistiche, per il nostro “russo
italianizzato”, anzi ci hanno dato una mano e ripetevano le stesse cose anche
dieci volte pur di farcele capire. Erano curiosi di conoscere i nostri
interessi, il nostro mondo, le nostre vite e la nostra lingua, così lontana e
diversa dalla loro. Separarsi da loro è stata forse la cosa più difficile, ma
fortunatamente la tecnologia ci permette di mantenere i contatti e di sentirci
vicini anche a 3000 km di distanza.
È
stata un’esperienza utile dal punto di vista linguistico, perché mi ha aiutata
a mettere in pratica le mie conoscenze e a migliorare il mio russo, ma
soprattutto mi ha arricchita a livello umano! In quel campo nella regione di
Brjansk si è venuta a creare una grande famiglia che mi ha fatto sentire a casa
ogni giorno di più e che mi ha fatto conoscere una piccola parte dell’immensa
Russia, di cui mi sono follemente innamorata. Non dimenticherò mai tutte le
persone che ho incontrato in questo percorso e le ringrazio ancora per le emozioni
uniche che ci hanno fatto vivere. Ovviamente un ringraziamento speciale va alle
mie compagne di viaggio, Cecilia, Nicole e Marina, senza le quali non sarebbe
stata la stessa cosa!!!
Come
dice il grande Miša: «Лагерь – это
не территория, это
люди» (Il campo non è un territorio, ma son le persone).
Do vstreči!
Giulia
Cordella
– 20 anni
Università Statale di
Milano
(Sede di Sesto San
Giovanni)
Mediazione
Linguistica e culturale
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