Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

08/09/10

PERCHÉ NELLA REGIONE DI LENINGRADO CI SONO FUNGHI RADIOATTIVI?

Il livello di radionuclidi nei funghi selvatici della provincia di Kingissep, adiacente alla centrale nucleare di Leningrado, supera la norma di più di due volte – hanno comunicato in questi giorni all’Ente russo di monitoraggio alimentare. Sulla causa della contaminazione dei funghi fa il punto il responsabile del programma energetico di Greenpeace Russia:

«Tra le cause più verosimili dell’aumento del fondo radioattivo nella regione di Leningrado se ne possono evidenziare due: l’incidente alla centrale nucleare di Leningrado del 1975, durante il quale, secondo alcune stime, fuoriuscirono 1,5 milioni di curie di radioattività (per fare un raffronto, a Cernobyl ne fuoriuscirono 50 milioni); e anche le regolari emissioni della stessa centrale nucleare nel normale regime di funzionamento.

La scia radioattiva dell’incidente del 1975 si spostò da ovest verso est, investendo San Pietroburgo (allora Leningrado). Il villaggio di Taratajka, nelle cui vicinanze sono stati trovati i funghi contaminati da cesio-137, è ubicato a 60 km a sud-ovest dalla Centrale nucleare di Leningrado. Vale a dire che le ricadute radioattive, con ogni probabilità, gli passarono di lato.

Assai più allarmante è invece la situazione delle emissioni regolari. Ad esempio, nel 2003 la Centrale nucleare di Leningrado rilasciava in media 0,043 curie al giorno o 15 curie all’anno. È tanto o è poco? Se prendiamo la legislazione di Cernobyl, quando la densità di contaminazione radioattiva da cesio-137 è di 5-15 curie per km², quel territorio rientra nella zona con diritto al trasferimento. Supponendo che le fuoriuscite della centrale nucleare di Leningrado fossero concentrate, ogni anno essa trasformerebbe in zona di trasferimento 1 chilometro quadrato della regione di Leningrado. “Per fortuna”, queste radiazioni, “si spalmano” su un territorio molto vasto.

Nondimeno, il loro effetto non passa senza lasciare tracce. Dai dati dell’Ente russo per il monitoraggio alimentare risulta che il contenuto di cesio-137 nei funghi boschivi nella zona del villaggio di Taratajka raggiunge 1390 becquerel per chilogrammo, valore che supera la norma di due volte (in conformità alle norme sanitarie, il contenuto di cesio-137 nei funghi selvatici non deve superare i 500 becquerel per chilogrammo).

Tuttavia a tutt’oggi le emissioni della Centrale nucleare di Leningrado sono considerate ammissibili. Sempre nel 2003, le emissioni quotidiane di 0,043 curie costituivano il 4% (!) del livello consentito. Calcolate un po’ come potrebbe diventare il fondo radioattivo dei funghi se la centrale nucleare dovesse cominciare a emettere tutto il 100% delle emissioni consentite».

Nota: mentre la città di Leningrado nel 1991, con la divisione dell’Unione Sovietica, ha ripreso l’antico nome di San Pietroburgo, la denominazione della regione di Leningrado è rimasta tale e quale anche nell’odierna Russia.

Data: 13.03.2010
Fonte: www.greenpeace.org/russia
Traduzione: S.F.

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