Son trascorsi 26 anni dalla più grande catastrofe tecnologica nella storia dell’umanità, l’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl. In Russia a tutt’oggi funzionano 11 reattori nucleari del tipo RBMK analoghi a quello che esplose a Cernobyl.
Alcuni di essi hanno già esaurito il loro periodo d’utilizzo previsto e tuttavia non sono ancora stati messi fuori servizio. I reattori del tipo “cernobyliano” funzionano attualmente nelle centrali nucleari di Leningrad, Kursk e Smolensk. Il totale degli abitanti delle tre regioni è di circa 9 milioni – in caso di un incidente nucleare di grossa portata queste persone sarebbero sottoposte ad altissimo rischio.
Perfino la corporazione statale Rosatom riconosce la pericolosità dei reattori del tipo “cernobyliano”. Il 1° marzo 2012 è stato annunciato che il quinto reattore RBMK della centrale nucleare di Kursk, che si trovava in fase di costruzione per più del 90%, non sarebbe più stato portato a termine. Come motivo fu addetta la somiglianza con i reattori di Fukushima, fatto che in ogni modo riporta ai problemi di sicurezza. E nondimeno gli 11 reattori RBMK ancora funzionanti non sono stati finora messi fuori servizio.
I reattori nucleari del tipo di Cernobyl è indispensabile spegnerli con urgenza, il loro ulteriore utilizzo è un esperimento assai pericoloso. I significativi difetti di costruzione dei reattori RBMK, inclusi l’assenza di un involucro di protezione e l’invecchiamento della zona attiva, con il passare degli anni aumentano la probabilità di una ripetizione di Cernobyl in Russia. Altri due paesi in cui funzionavano analoghi reattori – la Lituania e l’Ucraina – li hanno fermati da tempo.
Riguardo alla pericolosità dei reattori del tipo di Cernobyl di tanto in tanto si esprimono anche gli esperti nucleari. Secondo l’ex vicedirettore dell’Istituto scientifico di ricerca di costruzione nucleare Igor Ostrecov nei reattori RBMK «è estremamente mal riuscito il sistema di controllo e di protezione del reattore. L’estesa zona attiva ammetteva la possibilità di svilupparsi di situazioni critiche locali».
Le conseguenze dell’incidente del 1986 finora non sono state superate. E non si tratta solo della zona d’interdizione intorno alla stessa centrale di Cernobyl, ma anche della contaminazione su vasta scala in Bielorussia, Russia e Ucraina presente a tutt’oggi. Va anche considerato che solamente il 40% delle radiazioni di Cernobyl si posò sul territorio dell’ex URSS, il resto si spostò in direzione dell’Europa. Nella regione di Brjansk ancora oggi ci sono estesi territori in cui il livello delle radiazioni è troppo alto perché vi possa vivere la gente. E in Germania non si può ancora cacciare la selvaggina in quelle zone dove vennero registrati depositi radioattivi. Il numero complessivo delle vittime, secondo i dati di diversi esperti, va da 1 a 2 milioni di persone, mentre il danno economico è quantificabile in 600-800 miliardi di dollari. In Bielorussia per il superamento delle conseguenze ancor oggi vengono spesi ingenti risorse del bilancio statale.
Per il 26 aprile 2012 le organizzazioni ecologiche hanno previsto una serie di iniziative di protesta contro l’ulteriore utilizzo dei reattori del tipo di Cernobyl e la costruzioni di nuove centrali nucleari in diverse città della Russia tra cui Mosca, Murom, Nižnyj Novgorod, Murmansk, Kazan’, Kostroma ecc. Parallelamente con l’iniziativa di Murmansk, gli ecologi organizzano una protesta anche a Oslo allo scopo di attirare l’attenzione sulla pericolosità dello sfruttamento dei reattori senza involucro di protezione alla centrale nucleare di Kola.
Data: 26.04.2012
Fonte: www.bellona.ru
Autore: Vladimir Slivjak
Traduzione: S.F.
File PDF dell'articolo: A 26 anni dalla catastrofe di Cernobyl i Russia funzionano ancora 11 reattori RBMK
Articolo originale: Через 26 лет после катастрофы в Чернобыле - 11 блоков РБМК всё ещё работают в России
Nessun commento:
Posta un commento