Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

09/05/12

LA LITUANIA E CERNOBYL: DOPO 26 ANNI IL PROBLEMA NON C’È PIÙ


La legislazione lituana ha abrogato la legge del 1992 relativa alle “Garanzie mediche e sociali per i partecipanti alla liquidazione delle conseguenze dell’incidente di Cernobyl” che concedeva ai cernobyliani molte agevolazioni. Nel 1998 le agevolazioni per i cernobyliani e il loro diritto a ricevere parte delle compensazioni furono soppressi. In Lituania anche i bambini dei liquidatori non sono tutelati dalla legge e lo stato non presta loro la dovuta attenzione.

Nel contempo in Europa, nelle vicine Lettonia ed Estonia, ai liquidatori di Cernobyl vengono garantite le agevolazioni, per non parlare poi di Russia, Ucraina e Bielorussia. […]

NIENTE PERSONE – NIENTE PROBLEMA

In Lituania oggi ufficialmente i “cernobyliani” non esistono. Gli invalidi in grado di dimostrare di essere stati vittime di Cernobyl vengono equiparati ai “repressi” e tutti insieme vanno a finire sotto la comune denominazione di “soggetti vittime”, mentre dei restanti ci si è del tutto dimenticati. Oggi in Lituania non esiste una statistica ufficiale di quanti liquidatori dell’incidente risiedano sul territorio del paese. E questo nonostante che gli attivisti già da una decina d’anni chiedano di creare un apposito registro.

In teoria il governo dovrebbe interessarsi a questo registro per pianificare con esattezza le spese per l’assistenza sociale di queste persone, ma accade invece il contrario: in mancanza di una definizione dei “liquidatori – non esiste neanche il problema.

Ufficialmente in Lituania sono riconosciute 18 patologie correlate alle radiazioni, mentre in Giappone tale lista è di oltre 50. Finora i ministeri lituani in questa breve lista di patologie non vogliono includere le malattie dell’apparato locomotore.

Oggi non si viene a capo neanche della situazione del risanamento dei liquidatori. Affinché un liquidatore possa ricevere una pensione statale una speciale commissione deve stabilire che la sua malattia sia direttamente correlata con la liquidazione dell’incidente e iscrivere il malato nella lista dei “repressi”.

In Lituania oggi sono rimasti circa 6.000 liquidatori di Cernobyl. Di essi soltanto un migliaio prende la pensione statale per i “soggetti vittime”.

LA MORTALITÀ È OLTRE I LIMITI

Secondo i dati dell’ormai liquidato in Lituania Centro medico per Cernobyl nel corso di alcuni anni, ai tempi sovietici, dalla Lituania furono inviati a liquidare le conseguenze alla centrale nucleare di Cernobyl 7.112 giovani uomini.

Senza protezioni speciali, a volte senza nemmeno i respiratori. Nel primo periodo non veniva neanche indicata la dose di radiazioni sulla tessera militare poiché i dosimetri individuali risultarono non idonei, e ne veniva dato uno solo per ogni gruppo che lavorava nella zona accanto al reattore. Anche ai militari che si prendevano dosi di radiazioni in eccesso non veniva data la “tessera della radioattività” poiché tali cifre venivano tenute nascoste. Di questa categoria in Lituania erano circa il 30%. […]

Secondo il vicepresidente della fondazione “Mūsų krantas” (“La nostra riva”) Giadiminas Rimdejka, nessuno allora teneva conto non solo della salute ma anche delle vite umane.

«Circa 500 dei 3.000 lituani che parteciparono alla liquidazione di Cernobyl sono ormai morti. La mortalità dei cernobyliani in Lituania è del 12%, la più alta tra tutte le categorie di malati residenti in Lituania» – ha dichiarato Rimdejka a un incontro dei cernobyliani con i deputati della sejma.

[…]

Data: 29.04.2012
Fonte: www.obzor.lt
Autore: Vladimir Caralunga-Morar
Traduzione: S.F.

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