Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

01/05/12

NEL PROGRAMMA SCOLASTICO IL TEMA DI CERNOBYL PRATICAMENTE NON VIENE TOCCATO


Come hanno raccontato gli insegnanti della scuola n. 10 di Slavjansk (regione di Doneck, Ucraina), nel corso di storia il tema dell’incidente di Cernobyl viene ricordato una sola volta, in 11ª classe, nell’ambito dello studio delle cause della disgregazione dell’URSS. Gli avvenimenti del 26 aprile vengono annoverati tra i fattori che portarono al crollo dell’Unione Sovietica. 

Nelle classi maggiori la tragedia di Cernobyl viene più illuminata nelle lezioni di letteratura ucraina – i ragazzi studiano infatti il poema di Ivan Drač “La Madonna di Cernobyl”. E nelle letture extrascolastiche gli scolari possono far conoscenza con quegli avvenimenti leggendo l’opera di Vladimir Javorivskij “Marija con l’assenzio sul finir del secolo”. 

Oltre a questo, ogni anno nei giorni degli anniversari nelle scuole si tengono delle lezioni tematiche e in onore delle date significative i ragazzi preparano eventi di più ampia portata, come la seguente indagine su Cernobyl. 

Abbiamo chiesto agli abitanti di Slavjansk: «Come vi ricordate il 26 aprile 1986?». 

Andrej Žabenko, 33 anni, operaio montatore: 
«Avevo 7 anni. Vivevamo allora a Minsk. Ricordo che i miei genitori non mi lasciavano uscire di casa. Riuscii solo a ottenere di andare dai miei amici nel cortile accanto. Nella maniera più severa mi dissero di correre là il più veloce possibile e di non andare da nessun’altra parte. E poi alla sera i miei genitori guardarono qualcosa alla televisione e ne discussero». 

Svetlana Žirova, 57 anni, imprenditrice: 
«Ricordo che era un giorno nuvoloso. Andai a prendere mia figlia all’asilo e alla sera non la feci scendere a giocare in cortile per il timore che potesse passare la pioggia radioattiva. Anche se allora Cernobyl per me rimase niente di più che una strana parola. Più spesso si menzionava l’Afghanistan». 

Andrej Orlovskij, 40 anni, imprenditore: 
«Avevo 14 anni. I miei genitori mi fecero bere il latte con lo iodio – faceva schifo. Non mi facevano uscire all’aperto. Mi è rimasto impresso l’intervento di Gorbačëv alla televisione – il suo sguardo a lato della cinepresa e la frase “È successo un piccolo incidente al 4° reattore della centrale nucleare di Cernobyl. La situazione è sotto controllo…». 

Žanna Popova, 37 anni, segretaria: 
«Di quel giorno mi ricordo il cielo coperto, lo strano colore del sole attraverso le nuvole e una lieve pioggerella. Mi ricordo bene la manifestazione del 1° maggio. Della tragedia dettero notizia soltanto dopo le feste. Tutti si gettarono a comprare sifoni, gasavano l’acqua e vi aggiungevano cinque gocce di iodio». 

Igor’ Dorochov, 61 anni, insegnante: 
«Lo venni a sapere a Kiev mentre mi affrettavo a prendere l’autobus in direzione di Darnica. Non potevo attraversare il viale a causa delle colonne di “Ikarus” che andavano verso Troeščina. E al mattino la mia futura suocera mi raccontò cos’era successo». 

Data: 26.04.2012
Fonte: www.tvplus.dn.ua
Autore: Svetlana V’juničenko
Traduzione: S.F.

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