Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

01/05/12

CHE COSA VI È RIMASTO PIÙ IMPRESSO NELLA MEMORIA DELL’INCIDENTE ALLA CENTRALE DI CERNOBYL?


Rubrica: “La domanda del giorno”
(Komsomol'skaja Pravda) 

Igor’ Lichuta, producer. «Mi ricordo chiaramente come nei giorni della tragedia fosse stato legalizzato l’alcolismo d massa. Le mogli con i bambini erano partite da Kiev e per le strade ciondolavano uomini ubriachi che si giustificavano affermando che l’alcol abbattesse le radiazioni nell’organismo». 

Igor’ Šurma, vicegovernatore di Char’kov. «Quando chiudo gli occhi, vedo davanti a me la distruzione del reattore dopo lo scoppio. Fu una grande tragedia per tutte le persone che vivevano nella zona contaminata. Quando non vedi il nemico e non sai che cos’è, non si prova neanche paura. Per me la tragedia di Cernobyl è come un “buco nero”: senza fondo, terribile e pieno di pericoli». 

Anatolij Orlovskij, vicesindaco di Odessa. «Allora non sapevamo che cosa fosse realmente successo, le informazioni venivano nascoste. Soltanto in seguito venimmo a conoscenza e comprendemmo tutta la portata dell’incidente. Ci furono angoscia e paura per la propria famiglia, per tutto il paese. In generale le sensazioni furono delle più sgradevoli». 

Ivan Žepelev, artista popolare d’Ucraina, Dnepropetrovsk. «Circa un mese dopo lo scoppio il nostro collettivo di artisti fu inviato alla centrale di Cernobyl a tirare su l’animo dei liquidatori. E facemmo dei concerti per loro per una decina di giorni. Allora mi colpì il contrasto: i villaggi lungo la strada erano vuoti, minacciosi, come nel film Stalker di Tarkovskij, mentre quando arrivammo dai liquidatori tutt’intorno era bello! Tutto fioriva e verdeggiava, i liquidatori si divertivano, nessuno si era ancora reso conto della catastrofe che era successa. Mi ricordo che ci consigliavano di non prendere i mazzi di fiori dai liquidatori (tipo che irradiavano terribilmente…). Inoltre ci davano tanto vino rosso nella sacra convinzione che esso smaltisse le radiazioni». 

Viktor Tarasenko, presidente dell’Accademia delle scienze di Crimea. «Più di tutto mi sconvolse la manifestazione del 1°maggio alcuni giorni dopo l’esplosione alla centrale di Cernobyl. Dalle loro alte tribune, alla nostra gente e ai nostri bambini che camminavano per la piazza di Kiev sorridevano le massime autorità del partito e del governo che sapevano tutto della sciagura che era successa e che ipocritamente lo nascondevano». 

Nikolaj, utente di kp.ua. «Per fortuna so di questa tragedia solamente grazie al manuale di storia e al gioco per il computer “Stalker”».

Data: 26.04.2012
Fonte: www.kp.ua
Traduzione: S.F.

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