Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

15/05/12

«LE CONSEGUENZE DELLA CATASTROFE DI CERNOBYL SI MANIFESTANO GIÀ NELLA TERZA GENERAZIONE»


Irina Golovatjuk-Juzefpol’skaja – deputata del consiglio cittadino di Odessa e presidente della Commissione permanente per la sanità – nell’ambito della conferenza giovanile internazionale “Da Cernobyl a Fukushima” ha dichiarato che le conseguenze della catastrofe di Cernobyl si manifestano già nella terza generazione.

«Le conseguenze della catastrofe di Cernobyl si manifestano già nella terza generazione. Esistono materiali preparatori, ricerche di nostri specialisti in questo campo. I risultati sono interessanti. […] L’effetto delle radiazioni elevate è molto pericoloso per la salute dell’uomo. Ne fanno le spese il sistema immunitario, il sistema endocrino, si sviluppano formazioni maligne. È una bomba a effetto ritardato che è stata gettata e ora fa sentire la sua azione. Perché sappiamo bene che ci sono particelle atomiche che hanno un lunghissimo periodo di dimezzamento. Tale processo durerà ancora molto a lungo. Sono necessari ulteriori studi e ricerche e l’Università di medicina di Odessa si sta impegnando in questo» – ha detto Golovatjuk-Juzefpol’skaja.

Data: 13.05.2012
Fonte: www.od-news.com
Traduzione: S.F.

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