Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

06/11/17

BRIVIDI NEL CUORE

Novokemp, luglio 2017















 



Il primo giorno mi  è sembrato di essere in una dimensione del tutto surreale.

Dopo un viaggio in treno di ore infinite e visi sorridenti e generosi, arrivai in una piccola stazione ferroviaria, all’alba delle cinque e mezzo del mattino.

Un sole russo mi stava già accogliendo con calore, l’aria leggera mi diede qualche brivido di tensione ed entusiasmo.

Ero a pochi minuti dal lager, lo sentivo; ero a pochi passi da tre persone che con un sorriso assonnato mi diedero il benvenuto e mi caricarono su un furgone rosso.

Era fatta, ero lì. Dovevo dare il meglio di me.

Tre settimane dopo, il furgone rosso mi riportò alla stessa stazione, nel mio cuore la tristezza e la malinconia mi fecero compagnia per tutto il viaggio.

Le solite ore infinite, le solite persone inaspettatamente disponibili che si sono preoccupate di prepararmi il letto sul vagone e di sistemarmi due pesantissimi bagagli.

Salutai la mia mamma russa con un bacio che trafisse il vetro spesso del treno, e tornai a Mosca.

La vita al campo era magica. Ogni giorno bisognava travestirsi da qualche strano personaggio, per far divertire piccoli e grandi bambini russi che non chiedevano altro che ridere insieme. Ogni giorno era una sfida nuova, con orari che magari stavano un po’ stretti, con le parole giuste che puntualmente non venivano in mente, con il caldo e con la pioggia, con la cucina perennemente a base di patate, con il sonno che non si decideva a scomparire nemmeno dopo due caffè e con le chiacchierate serali che andavano avanti fino all’alba.

Non mi sono mai sentita sola o triste, perché sempre avevo intorno a me persone pazienti, disponibili, simpatiche, interessate al mio mondo come io lo ero al loro, affascinate dalla cultura diversa che non rappresentò mai un ostacolo; al contrario fu un formidabile punto di forza.

I canti e i balli mi davano il buongiorno al mattino, e la sera mi cullavano; la  musica era sempre presente per infondere gioia ed energia, perché erano queste due sensazioni quelle di cui era intriso Novokemp: gioia ed energia.

I bambini mi hanno lasciato un buchino nel cuore; non so cosa darei per poterli stringere a me ancora una volta, per chiacchierare del più e del meno, per guardarli correre veloci verso la mensa o ballare sotto il palco pieni di entusiasmo.

Bisogna partecipare a questa iniziativa perché riempie il cuore di ossigeno puro, genuino e vitale. Costringe a pensare molto a quello che c’è di meraviglioso e di terribile intorno a noi, fa riflettere, e penso proprio che ci sia bisogno di certe riflessioni in questo mondo.

Si regala tanto e si riceve tanto.

Si vive tanto e si vive bene.

Laura Simonassi (21 anni)
Università statale di Milano
Mediazione linguistica e culturale

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