Novokemp, agosto 2017
Da dove si potrebbe cominciare nel
descrivere un’esperienza simile?
Partiamo dall’inizio: quel fatidico
giorno in cui ho deciso di mandare la richiesta di partecipazione e il momento
in cui ciò mi è stato confermato. Non si può spiegare cosa ho provato in
quel momento, un misto di paura e frenesia.
Sarebbe stata la mia prima volta in
Russia, una nazione così immensa e dispersiva se paragonata alla nostra, una
nazione nei confronti della quale esiste lo stereotipo di persone fredde e
chiuse.
Tutto il viaggio, dall'inizio alla fine,
è stato una vera e propria esperienza che ci metteva costantemente alla prova,
a partire dal tipico treno ̶ “p’janyj
poezd, il treno ubriaco” ̶ russo. Avete presente quando si parla delle
persone russe come persone distaccate e fredde? Ripeto, stereotipo! Fin
dal viaggio in treno tutti si sono dimostrati accoglienti nei nostri confronti,
cercando di aiutarci a sistemare le valigie, che erano più grandi del corridoio
stesso del treno. Ricordo ancora quando ci hanno chiesto «Non avete
paura?», ma il loro interesse e curiosità nei nostri confronti ci hanno aiutato
a trascorrere un buon viaggio.
Parlando ancora di stereotipi, ecco, lo
stereotipo cade nel momento esatto in cui si giunge davanti al cancello del
campo, sul quale c’è la grande e colorata scritta “Novokemp”. A partire da quel
momento è come entrare nel paese dei balocchi, qualcosa di indescrivibile e di
magico. È vero, le difficoltà con la lingua si sono manifestate, ma dopo
qualche giorno già si potevano notare dei passi da giganti... Anche perché ti
sentivi parte di una grandissima famiglia composta da bambini e ragazzi per i
quali non esiste cosa più bella che essere in quel luogo. Ogni cosa
contribuisce a rendere l’atmosfera unica e magica, a partire
dall’organizzazione: le giornate, dalla mattina alla sera, sono scandite da
molteplici attività che vorresti non avessero mai fine e da momenti unici e
pieni di gioia con i bambini.
Sono tutti attivi e partecipi, dal più
piccolo al più grande, a Novokemp non si sta mai fermi, se non durante l’ora
del riposino. Ci sono così tante cose da fare che le ore sembrano non
bastare... attività di svariato tipo, da zumba a pallavolo; lavoretti con
materiale di riciclo per creare bambole e cestini; giochi di gruppo, corsi di
lingua italiana, portoghese, inglese... ma soprattutto moltissime giornate a
tema come la giornata della Russia, degli indiani e la giornata dei paesi
stranieri... e come se non bastasse ad agosto abbiamo anche festeggiato il
Natale!
La parte più bella è impegnarsi per
tutti i bambini, i quali sono totalmente interessati ad intervenire e
apprendere, ed è meraviglioso essere ricambiati così positivamente... Le parole
però non bastano, perché per poter comprendere veramente che cosa sia Novokemp,
il suo ambiente, le sue persone, e le emozioni che fa provare, bisogna
assolutamente andarci.
Vorrei concludere con un ricordo
personale che penso trasmetta alla perfezione la mia esperienza: quando si
arriva a Novokemp si piange per un motivo... e quando arriva il giorno della
partenza si piange per un altro, chiaramente perché non si vorrebbe mai andare
via da un posto così indescrivibile.
È un’opportunità unica nel suo genere
per aiutare gli altri e al contempo per crescere a livello personale, ma
soprattutto per migliorare la conoscenza della lingua russa: bisogna buttarsi e
io sarei pronta domani stesso a ripartire.
Новокемп я очень скучаю по тебе! (Novokemp, mi manchi moltissimo!)
Valeria Cuomo (21 anni)
Università statale di Milano
Mediazione Linguistica e Culturale
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