Sempre più probabile che l'origine della nube radioattiva con alti livelli di rutenio 106, che ha sorvolato l'Europa e l'Italia, sia l'impianto nucleare di Mayak, nella regione di Chelyabinsk dove nel 2013 è caduta una pioggia di meteoriti. Russia ammette di aver trovato prove di fughe radioattive.
E' verso la risoluzione il giallo della nube radioattiva che si è aggirata nel mese scorso sopra l'Europa. Nella nube registrati alti livelli di rutenio 106, isotopo radioattivo prodotto da scissioni di atomi che non si verificano naturalmente.
L'IRSN, l'Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare, ha escluso che la fuga di materiale radioattivo sia stata originata dal malfunzionamento di un reattore nucleare ipotizzando invece che l'incidente sarebbe avvenuto in un sito di trattamento del combustibile nucleare o in un centro di medicina che utilizza sostanze radioattive.
Non c'è però certezza sul luogo dove sia avvenuto l'incidente nucleare, anche se in base a modelli meteorologici, la zona più plausibile si troverebbe tra gli Urali e le Fiume Volga, quindi tra la Russia ed il Kazakistan.
Rosatom, ente di vigilanza del complesso nucleare russo, ha affermato di non essere a conoscenza di un incidente sul loro territorio assicurando anzi che "nei test in aerosol condotti tra il 25 settembre e il 7 ottobre sul territorio della Federazione Russa e negli Urali del sud non è stata registrata traccia di Ru-106 - eccetto in un unico punto di misurazione a San Pietroburgo" tra il 2 e il 6 ottobre considerata però "insignificante, pari a 115,5MicroBql/M3, minore di ben quattro ordini di grandezza dell'attività massima consentita dalle norme di sicurezza radioattiva".
Data: 21.11.2017
Fonte: www.mainfatti.it
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