Agosto 2017
C’è una sola parola per descrivere l’esperienza di Novokemp: unica.
C’è una sola parola per descrivere l’esperienza di Novokemp: unica.
Abbiamo
vissuto molte avventure, abbiamo dovuto superare ostacoli, come per esempio
adattarci in un posto nuovo, parlare una lingua diversa e interagire con
bambini che appartengono ad un “mondo” differente dal nostro; ma ne è valsa la
pena e, se potessi rivivere tutto ciò, lo farei altre mille volte.
Quando
siamo arrivate eravamo terrorizzate! Ci trovavamo in un posto nuovo, capivamo
il 20% di quello che ci veniva detto e le frasi di senso compiuto che
riuscivamo a formulare erano poche, ma nel giro di pochi giorni tutto è
migliorato. Abbiamo imparato a buttarci, a non avere paura di comunicare, ci
siamo ambientate molto in fretta e tutto ciò è stato possibile grazie alle
persone fantastiche presenti a Novokemp. Sia gli animatori che i bambini sono
stati splendidi, ci hanno accolte nella loro famiglia e si sono presi cura di
noi (soprattutto la nostra “mama Katja”, la nostra tutor, che ha dovuto
sopportare ben 7 ragazze).
I
bambini mi hanno lasciato senza parole, erano tutti (sia i più grandi che i più
piccoli) educati, gentili, incredibilmente affettuosi e curiosi; infatti
durante la nostra attività (il laboratorio di “lingue straniere”) rimanevano
concentrati per ore e la loro voglia di imparare era tanta.
Le
attività del campo erano organizzate davvero molto bene, c’era sempre qualcosa
da fare e tutti si divertivano. Gestire così tante persone è davvero un lavoro
arduo, ma al campo ogni minimo problema veniva individuato (durante la
“planërka”, la riunione serale dello staff), discusso e sistemato con estrema
facilità. I “capifamiglia” e gli animatori hanno svolto un lavoro eccellente e
ammiro la loro pazienza e voglia di fare. Sono felice di poter dire che abbiamo
legato molto con tutti i collaboratori di Radimici, che ci hanno sempre coinvolto
in tutte le “attività post-planërka”, dove si poteva parlare di tutto e la
maggior parte delle volte si finiva a ridere e bere birra davanti al fuoco.
Grazie
a loro ho migliorato di molto il mio russo. L’unica pecca è stata che, essendo
noi italiane in sette, si fa più fatica a parlare solo russo, in quanto si
tende a rimanere in gruppo.
È
difficile descrivere la vita a Novokemp, non la si può comprendere a pieno
finché non la si vive di persona. Come ha detto un ragazzo della settima
famigliola, «Novokemp significa amicizia, famiglia e amore; fare parte di tutto
ciò mi rende felice e mi insegna ad essere una persona migliore».
Beatrice De Vecchi - 20 anni
Università Statale di
Milano
Lingue e letterature
straniere moderne
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