Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

22/11/17

TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO SULLA NUBE RADIOATTIVA IN EUROPA



nube radioattiva 
Dopo le conferme della Russia sulla nube radioattiva generata da una fuga di Rutenio 106, molte persone si chiedono se devono considerarsi in pericolo

In questi ultimi giorni è emersa una notizia preoccupante, che tuttavia non ha trovato grande spazio sulle pagine dei giornali. Una nube radioattiva proveniente dalla Russia ha coperto parte dell’Europa nel mese di settembre, compresa l’Italia. Di cosa si tratta? Ed è pericolosa? Sono domande legittime, specie dopo le conferme giunte dal servizio meteorologico russo Rosgidromet, che ha trovato concentrazioni di un isotopo radioattivo – il rutenio 106 – quasi 1.000 volte sopra i limiti in una particolare zona del paese, entro cui si trova il sito nucleare di Mayak. Nel 1957, in questo impianto è esploso un serbatoio di rifiuti atomici, che ha generato una nube radioattiva di cesio, stronzio e plutonio su un’area di 23 mila kmq, sprigionando almeno il doppio dei radionuclidi dell’incidente di Chernobyl. Viste le premesse, è il caso di porsi alcune domande.

Cosa sta succedendo a sessant’anni si distanza? Gli esperti hanno rilevato la presenza di rutenio 106 (Ru-106), sottoprodotto delle reazioni nucleari: il combustibile iniziale è tipicamente uranio o plutonio e si divide in nuclei più piccoli, il cui processo di decadimento dà origine a diversi elementi radioattivi. La maggior parte ha un’emivita di pochi istanti, mentre il Ru-106 può rimanere radioattivo anche per un anno.

Data: 22.11.2017
Fonte: www.rinnovabili.it

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