Chernobyl. Scatti dall'inferno
Massimiliano Squillace
2011
156 pagine
Infinito Edizioni
“È difficile immaginare di essere così vicini al mostro.
Chernobyl è una parola che fa tanta paura, è un nome proprio diventato
sentimento comune, spavento. Vedere le foto, leggere la cronaca al
dettaglio di chi ha sfidato la propria carne per raccontare, colpisce al
cuore”. (Andrea Satta)
All’una e 26 minuti della notte del 26 aprile 1986 la centrale
nucleare di Chernobyl, costituita da quattro reattori realizzati tra gli
Anni ‘70 e ’80, esplode lanciando nell’atmosfera venti milioni di Curie
di materiali radioattivi. La nube tossica raggiunge dapprima i Paesi
scandinavi, poi il resto dell’Europa, con il governo ucraino che
comunica solo con colpevole ritardo l’immane tragedia verificatasi a
Pripyat, dove vivevano circa cinquantamila persone. Che cosa ne è, oggi,
di Chernobyl?
“Tutto intorno a noi è foresta. La selva che stiamo attraversando
nelle immediate vicinanze della centrale è chiamata Red Forest: era una
pineta grande come una nostra media città, situata nell'area compresa
in un raggio di dieci chilometri del sito nucleare di Chernobyl, che in
seguito all’incidente subì un fallout radioattivo fino a 4,81 GBq/m² che
la fece dapprima virare verso il colore rosso. quindi morire. Tuttavia,
grazie all'assenza di qualsiasi attività umana l'area della foresta
rossa è oggi diventata una vera e propria oasi ecologica e un rifugio
unico per la fauna selvatica.
Stiamo tagliando un deserto, un rigoglioso deserto verde.
Un’enorme e tranquilla campagna dove la natura è esplosa negli anni.
Ogni tanto incrociamo una strada, un piccolo paese. Le vie sono vuote, i
vetri rotti, le case abbandonate. Tutto intorno a noi è disseminato di
cartelli nell’erba che indicano un’elevata presenza di radiazioni”.
“Chernobyl. Scatti dall’inferno” è il racconto di un viaggio in un
quasi dopoguerra nucleare. Decine di splendide foto e un testo scritto
con uno stile rapido e asciutto, quasi radiofonico, documentano che cosa
è rimasto di Cernobyl, e dei nostri peggiori incubi, cinque lustri
dopo.
Con il patrocinio di Il Monferrato per Chernobyl, Progetto Chernobyl Mariano Comense, Amici dei bambini di Chernobyl Onlus.
(Dalla presentazione sul sito di Infinito Edizioni)
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