Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

15/09/16

QUESTO RIMARRÀ NELLA MEMORIA - ЭТО ОСТАНЕТСЯ В ПАМЯТИ

Autore: Viktor Volocho, poeta
Luogo: Klincy (Russia)
Data: 2011
Traduzione: S.F.

Автор: Виктор Волохо, поэт
Место: Клинцы
Дата: 2011
Перевод: С.Ф.
 
ЭТО ОСТАНЕТСЯ В ПАМЯТИ

Берёз белоствольных мелькают аллеи,
Поля – колосится в них рожь;
Глазами смотрю, а душой сожалею:
От мыслей таких бросит в дрожь!

Проклятый Чернобыль, ты вырвался в небо,
Направил лучи, как рентген,
И ими прошёл по земле не бесследно:
Ты взял паши жизни взамен.

Пришёл не на год: для планеты – мгновенье,
А в землю вошёл навсегда.
И смысла нет ждать от тебя снисхожденья –
Наш путь преградила гряда.

К тому ж продолжаешь казнить неустанно,
Плодя своих микрочастиц;
В плену всех нас держишь своём постоянном,
Как будто бы пойманных птиц.

Больных ты пораньше “отпустишь на волю”,
Оставшимся в зоне сидеть;
При этом, не дав нам ни счастья, ни долю,
Лишь выделишь время дотлеть.



QUESTO RIMARRÀ NELLA MEMORIA

I viali baluginano dei bianchi fusti di betulla,
Nei campi – spiccano le spighe della segale;
Con gli occhi guardo, con l’anima compatisco:
A causa di tal pensieri ti vengono i brividi!

Maledetta Cernobyl, ti sprigionasti nel cielo,
Dispensasti in giro i tuoi raggi, come roentgen,
E con essi passasti sulla terra non senza lasciar tracce,
Ti prendesti in cambio le nostre vite.

Giungesti non per un anno: per il pianeta – un istante,
Ma dentro la terra penetrasti per l’eternità.
E non ha senso aspettare da te indulgenza –
Il nostro cammino è ostacolato da una catena.

Per giunta continui a castigarci imperterrita,
Fruttificando le tue microparticelle;
Nella tua gabbia ci tieni tutti con perseveranza,
Come fossimo uccelli finiti nella rete.

Quelli malati anzitempo li “metti in libertà”,
E i superstiti li tieni reclusi “nella zona”;
Con ciò, senza averci dato né felicità né sorte,
Non ci lasci che il tempo di consumarci.
 

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