Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

27/09/16

DISATTIVAZIONE NUCLEARE, ANCORA IN RITARDO IN LITUANIA, BULGARIA E SLOVACCHIA


Disattivazione nucleare, ancora in ritardo in Lituania, Bulgaria e Slovacchia
Risultati immagini per nucleare lituania

L’attuazione dei programmi Ue di finanziamento istituiti per la disattivazione (decommissioning) nucleare in Lituania, Bulgaria e Slovacchia non hanno creato gli incentivi corretti per una disattivazione tempestiva ed economicamente efficiente. In base a una nuova relazione della Corte dei conti europea, il costo stimato della disattivazione dei reattori nucleari di prima generazione di concezione sovietica tre Stati ammonterà almeno a 5,7 miliardi di euro, e potrebbe raddoppiare se si includono le spese di smaltimento finale dei rifiuti ad alta attività.

Infatti, il deficit di finanziamento per la disattivazione in Lituania è aumentato dall’ultimo audit della Corte e i costi ora superano di 1,6 miliardi di euro i finanziamenti. I deficit di finanziamento stimati da Bulgaria e Slovacchia ammontano, rispettivamente, a 28 milioni di euro e 92 milioni di euro. Benché spetti in ultima istanza ai tre Stati membri far sì che siano disponibili risorse finanziarie adeguate tanto per la disattivazione quanto per lo smaltimento finale, il cofinanziamento da essi assicurato per i programmi Ue di disattivazione rimane molto limitato. La Commissione non ha emanato orientamenti chiari sugli obblighi di cofinanziamento. Il numero di effettivi è diminuito in tutte tre le centrali rispetto a quando erano pienamente operative, ma una parte dei fondi Ue viene usata a copertura dei costi del personale addetto al mantenimento delle stesse in sicurezza. Nel 2011, la Commissione ha indicato che non prevede alcuna proroga del sostegno finanziario dell’Ue oltre il 2020.


Data: 26.09.2016
Fonte: www.greenreport.it


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