Alcune nuove ricerche spiegano perché la
 probabilità del verificarsi futuro di gravi incidenti nucleari è 
estremamente elevata. Costi molto alti per la messa in sicurezza e per i
 nuovi impianti, allungamento della vita dei vecchi reattori, materiali 
non efficienti. E un rinascimento nucleare che non c’è.
Volendo trovare un lato buono in ogni cosa, si può dire che persino i disastri nucleari di Chernobyl e Fukushima
 a qualcosa sono serviti: hanno reso, attraverso controlli, stress test e
 adeguamenti, il nucleare esistente più sicuro, forse tanto sicuro che 
disastri di quella portata sono diventati praticamente impossibili.
Ma è proprio così? Pare di no. Due ricerche
 condotte dal matematico statistico Spencer Wheatley, con colleghi 
dell’Università del Sussex e del Politecnico di Zurigo, e pubblicate 
sulle riviste Energy Research & Social Science e Risk Analysis,
 mettono in guardia contro i facili ottimismi: il rischio di gravi 
incidenti nucleari resta più o meno quello che era prima di Fukushima, 
cioè “estremamente alto”, nelle parole di Wheatley.
Per
 arrivare a questa preoccupante conclusione, i ricercatori hanno fatto 
una raccolta senza precedenti di dati e notizie sugli incidenti del 
passato, arrivando a una documentazione pressoché doppia di quella fornita dalle industrie agli enti di controllo del nucleare.
Data: 03.10.2016
Link: www.qualenergia.it

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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