Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

06/10/16

ECCO PERCHÉ LA PERICOLOSITÀ DEL NUCLEARE È SEMPRE ELEVATISSIMA





Alcune nuove ricerche spiegano perché la probabilità del verificarsi futuro di gravi incidenti nucleari è estremamente elevata. Costi molto alti per la messa in sicurezza e per i nuovi impianti, allungamento della vita dei vecchi reattori, materiali non efficienti. E un rinascimento nucleare che non c’è.

Volendo trovare un lato buono in ogni cosa, si può dire che persino i disastri nucleari di Chernobyl e Fukushima a qualcosa sono serviti: hanno reso, attraverso controlli, stress test e adeguamenti, il nucleare esistente più sicuro, forse tanto sicuro che disastri di quella portata sono diventati praticamente impossibili.

Ma è proprio così? Pare di no. Due ricerche condotte dal matematico statistico Spencer Wheatley, con colleghi dell’Università del Sussex e del Politecnico di Zurigo, e pubblicate sulle riviste Energy Research & Social Science e Risk Analysis, mettono in guardia contro i facili ottimismi: il rischio di gravi incidenti nucleari resta più o meno quello che era prima di Fukushima, cioè “estremamente alto”, nelle parole di Wheatley.

Per arrivare a questa preoccupante conclusione, i ricercatori hanno fatto una raccolta senza precedenti di dati e notizie sugli incidenti del passato, arrivando a una documentazione pressoché doppia di quella fornita dalle industrie agli enti di controllo del nucleare.


Data: 03.10.2016
Link: www.qualenergia.it

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