Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

25/10/16

UNA GRANDE FAMIGLIA… “O PERCHÉ?”



UNA GRANDE FAMIGLIA… “O PERCHÉ?”
NOVOKEMP, Agosto 2016

Se pensate che i russi siano persone sempre serie e fredde, si vede che non siete mai stati a Novokemp!

Quando la gente mi chiedeva perché avessi deciso di avventurarmi fino a Brjansk per trascorrere la mia estate invece di fare un corso di lingua a Mosca o a San Pietroburgo, io rispondevo loro che, semplicemente,  avevo voglia di immergermi totalmente nella lingua e cultura russa, curiosa di scoprire con i miei occhi la Russia al di fuori delle grandi città. Ora con la lingua sono molto più spigliata ma quello che non avrei mai immaginato è che in cambio della mia estate avrei ricevuto un pezzo di felicità.

Se dovessi, con un’immagine, descrivere Novokemp a una persona che non c’è mai stata io gli parlerei di una grande famiglia del sud Italia, dove si vive felici con poco, dove i grandi aiutano i piccini e viceversa, dove gli estranei si sentono a casa più dei parenti, dove ognuno ha il suo ruolo e non c’è tempo per sentirsi soli e tristi. È vero, può sembrare una visione utopistica della realtà ma Novokemp è davvero un piccolo villaggio “magico” dove le persone che provengono da realtà spesso complicate si ritrovano insieme e, varcato quel cancello, non importa quanti anni tu abbia, se sei un bambino o un educatore, non importa la tua provenienza, quello che importa è che tu vuoi essere felice, almeno lì, almeno per quell’estate.

Questo è quello che è successo a me!
Appena arrivata a Novokemp per i primi 10 minuti mi sono sentita un alieno, sarà stato il lungo viaggio o il fatto che non capissi bene cosa mi chiedessero, mi sono improvvisamente trovata circondata da genitori, bambini ed educatori che indossavano i più disparati costumi, tutti desiderosi di conoscerti e di voler stare con te e pian piano questa pazzia mi ha completamente “inghiottito”.

Qual è stata la cosa più bella di questa esperienza? Ovviamente i bambini. Nonostante io abbia una abbastanza consolidata esperienza con i bambini, posso dire con certezza che loro sono straordinari, non ho mai conosciuto delle persone così affettuose, pure e amorevoli come loro. Ogni mattina appena mi svegliavo ed andavo a lavarmi la faccia (i bagni erano esterni ai dormitori) venivo prima “assalita” da tutti i bambini delle varie famigliole che andavano a fare colazione e volevano riempirti di baci, abbracci e a volte restavano ad aspettarti finché non uscivi a parlare con loro. Tutto questo “rito” si ripeteva la mattina, il pomeriggio, la sera e ogni qualvolta loro ti vedessero passeggiare per il campo, ovviamente riempiendoti di regali, caramelle e cioccolatini.

Siccome adoro ballare, la mattina mi dedicavo ai balli di gruppo e a zumba insieme a Sara. All’inizio venivano da noi solo i bambini, ma poi pian piano le canzoni e i balli sono diventati così famosi che si sono aggregati anche gli animatori e spesso venivano ballati anche in discoteca. Sicuramente una cosa che mi ha fatto commuovere è stato quando alla festa di chiusura loro hanno preparato un mix di tutti i nostri balli, è stato fantastico! Mi ha fatto inoltre molto piacere quando i capi delle varie famigliole ci hanno chiesto di insegnare bene ai loro bambini i passi così da potersi esibire negli spettacoli serali. La cosa divertente è che spesso capitava che io e la mia amica scendessimo dal palco stremate, dopo le tantissime ripetizioni, ma quando andavamo a sederci, i bambini o gli animatori rimettevano la musica e se tu non risalivi sul palco, loro avrebbero comunque continuato a ballare quella canzone perché ormai la sapevano meglio di noi (per esempio, Il ballo del criceto o Dangerous Love).

In un batter d’occhio quindi sono passata dal sentirmi un’estranea ad essere una sorta di vip o meglio un’eroina anche se per me i veri eroi sono loro, i bambini  insieme ai loro educatori e a tutti coloro che 21 anni fa hanno deciso di dar vita a questo villaggio e che ogni anno si impegnano a portare avanti questo progetto.

Ogni giorno c’era un’avventura nuova da affrontare, un vestito nuovo da indossare ed una coreografia nuova da imparare. In tre settimane sono stata un virus, un pirata, l’aiutante delle emozioni, una modella da sfilata ed anche una moglie. Sì, proprio una moglie, perché a Novokemp potevi essere tutto quello che volevi e durante un gioco chiamato “Business igra” avevi la possibilità di sposarti con tanto di prete, musica dal vivo, anello nunziale, testimoni, vestito, scambio di anelli e bibita porta fortuna. Spasibo, Sergej!

Mi è difficile scegliere una giornata preferita in particolare, quindi dirò in breve quelle che in assoluto vorrei rivivere e perché. Innanzitutto “Den’ Rossii” (Il giorno della Russia), durante il quale mi è sembrato di vivere in una fiaba, ho avuto la possibilità di riscoprire i vestiti della tradizione russa insieme ai suoi balli e “Golovolomka” (Inside Out), quando abbiamo giocato con le emozioni, concludendo con la visione del bellissimo film della Pixar (ovviamente in russo). Inoltre “Den’ piratov” (Il giorno dei pirati), perché siamo andati sul lago in canoa, e infine quando sono andata in campeggio insieme alla settima famigliola, in occasione del loro passaggio dall’essere bambini all’essere educatori, è stato emozionantissimo, abbiamo cantato intorno al falò bevendo tè caldo, ci siamo raccontati storie paurose ed abbiamo concluso con una bollentissima zuppa di pesce alle 4 del mattino. Но это Россия! (Ma questa è la Russia!).

In ultimo ma non meno importante, non posso che ricordare una persona che per me è stata come una sorella maggiore, la nostra tutor Elena di una dolcezza e pazienza fuori dal normale, ogni giorno ci spiegava lentamente e con parole semplici quello che dovevamo fare, con cui abbiamo scherzato tantissimo e che ci ha dato la possibilità di uscire dal villaggio, organizzandoci le gite.

Come ogni bella esperienza, anche questa è arrivata al termine (О пэркэ?) e non posso che consigliare a chi studia russo di buttarsi in questo viaggio che lo cambierà sia linguisticamente che emotivamente.

Mi piacerebbe concludere con la frase che spesso ci ripeteva la segretaria ovvero Это жизнь! (È la vita!)

Опыт прошёл хорошо, спасибо Новокемп! До встречи!
(L’esperienza è andata bene, grazie Novokemp! Arrivederci!)

Annarita Iaccarino

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