Le mele di Chernobyl sono buone
Giancarlo Sturloni
Sironi Editore
272 pagine
2006
«Le mele di Chernobyl sono buone? Certo, basta seppellire il torsolo
bene in profondità» recitava una barzelletta russa in circolazione dopo
il disastro che ha cambiato per sempre il nostro immaginario
sull’energia nucleare.
Che la società debba proteggersi dai nuovi pericoli di origine antropica – talvolta aggravati da sottovalutazione del rischio, interessi di parte, carenza di informazioni, iniqua distribuzione di rischi e benefici, danni irreversibili che si estendono a luoghi remoti e generazioni future – era chiaro già in quel 1986, ma oggi lo è più che mai: la riflessione sui rischi connessi allo sviluppo di scienza e tecnologia non può essere rimandata oltre.
Questo libro, a partire dal racconto degli eventi che hanno condizionato il rapporto tra scienza e società e che si stagliano nella memoria collettiva (da Bikini a Seveso, dall’AIDS alla mucca pazza), fa il punto sul presente, mostrando come il governo della scienza nelle democrazie contemporanee necessiti di scelte socialmente condivise. E si conclude con un’affascinante ipotesi: le rappresentazioni sociali delle tecnologie svolgono la funzione di miti moderni, capaci di influenzare il dibattito sugli sviluppi di scienza e tecnologia e determinare la società in cui vogliamo vivere.
Che la società debba proteggersi dai nuovi pericoli di origine antropica – talvolta aggravati da sottovalutazione del rischio, interessi di parte, carenza di informazioni, iniqua distribuzione di rischi e benefici, danni irreversibili che si estendono a luoghi remoti e generazioni future – era chiaro già in quel 1986, ma oggi lo è più che mai: la riflessione sui rischi connessi allo sviluppo di scienza e tecnologia non può essere rimandata oltre.
Questo libro, a partire dal racconto degli eventi che hanno condizionato il rapporto tra scienza e società e che si stagliano nella memoria collettiva (da Bikini a Seveso, dall’AIDS alla mucca pazza), fa il punto sul presente, mostrando come il governo della scienza nelle democrazie contemporanee necessiti di scelte socialmente condivise. E si conclude con un’affascinante ipotesi: le rappresentazioni sociali delle tecnologie svolgono la funzione di miti moderni, capaci di influenzare il dibattito sugli sviluppi di scienza e tecnologia e determinare la società in cui vogliamo vivere.
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