Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

28/11/16

NOVOKEMP 2016 VISTO DA GIULIA - NON ADDIO, MA ARRIVEDERCI (3ª PUNTATA)



NON ADDIO, MA ARRIVEDERCI


A Novokemp, appena oltre uno dei limiti del campo, riposa (per dirla alla russa) durante il turno di luglio una famigliola particolare: i patrioti.

La loro casetta è un accampamento di tende. Il generale Sizov, che è il responsabile del gruppo, ci invita a chiamarlo Sergej. In una delle nostre visite, ci mostra cosa si può concretamente imparare in questo mese di vita in comune; Elena in particolare mostra interesse per i vari tipi di nodi e di rifugi improvvisati che è possibile fabbricarsi nelle situazioni più varie.



Più che la disciplina, mi colpisce la stima reciproca che si respira nellaria, soprattutto verso le ragazze più grandi, autorevoli tanto quanto i compagni di sesso maschile, e la serietà con cui vengono prese le punizioni del generale, che, mai troppo severo, tiene particolarmente al rispetto delle regole.



Una volta superata la reazione iniziale di stupore, forse dovuta al passo di marcia che li accompagna, vederli partecipare alla vita del campo mette allegria. Spesso i patrioti si presentano a coppie ai nostri corsi mattutini e vi prendono parte con entusiasmo, mentre durante le planërki serali veniamo a conoscenza dei dettagli delle loro giornate.



Queste riunioni (a volte davvero interminabili) sono il cuore dellorganizzazione di Novokemp, loccasione in cui si condividono criticità e traguardi raggiunti tirando le somme della giornata appena trascorsa, e si programma la successiva.



Vi partecipano i kružkovody e i vožatye, a rotazione uno per famigliola, Saša, responsabile di Novokemp e il direttore Andrej, se e quando può. Ovviamente anche una di noi tre, che, dopo essersi preparata un dignitoso intervento in russo, esordisce con un immancabile Den' prošël chorošo” (La giornata è andata bene) e inciampa sulle frasi successive, perdendo il filo del discorso.



Eppure, dopo i primi incontri disastrosi, piano piano miglioriamo la nostra capacità di comprensione e impariamo persino a riconoscere i toni e le sfumature della voce e, rispettando il nostro turno nel cerchio, riusciamo a nostra volta a raccontare la nostra giornata con i bambini.



Un momento così importante di incontro e di confronto non potrebbe funzionare senza Ela, staršaja vožataja (capoeducatrice) e per questo responsabile del coordinamento dei giochi e dellorganizzazione delle casette, che, ogni sera, dopo averlo distribuito a ciascuno, legge il planning del giorno successivo e chiarisce eventuali dubbi.



Ela ha una vera passione e un talento particolare per il disegno, e anche una grande disponibilità nei nostri confronti. Ma quando, nonostante i suoi sforzi, un qualche punto della precisa griglia sul foglietto rimane per noi oscuro, interviene Nastja, la nostra amica Anastasija che parla un inglese fluente e privo di errori.



Lei e Valerija, che vengono dallUcraina e sono maestre, fanno di tutto per risvegliare nei deti” (bambini) che frequentano il loro corso lamore per questa lingua e per rafforzare le competenze già acquisite durante il percorso scolastico.



Il giorno precedente la fine del turno di luglio, cantiamo insieme qualche canzone dei Beatles, con Nastja alla chitarra, e improvvisiamo anche il ritornello di Felicità, la canzone italiana più amata in assoluto dal generale Sergej.



Latmosfera è allegra, ma anche sospesa, come se nessuno fosse davvero convinto di dover lasciare Novokemp per un altro anno.



E invece lindomani le casette si svuotano, chi prima e chi dopo, tutti raggiungono con la valigia il cancello principale, in attesa dei genitori o di un pullman diretto a casa. Abbiamo già salutato bimbi e animatori, ma passiamo comunque la giornata ad accompagnare le partenze.



La sera tocca a noi andarcene, il treno è alle undici e, dal momento che gli ultimi rimasti stanno preparando la festa di chiusura (che andrà per le lunghe), siamo rassegnate a saltare il pasto. Con quale sorpresa alle dieci entriamo nella stolovaja (sala mensa), dove ci aspetta una tavolata stupenda! Saša ha cucinato per noi unottima gallina, patate con aneto, aringhe e altre prelibatezze che divoriamo dopo un brindisi dobbligo. Vorremmo stare a tavola di più, e non solo per saziare la fame, ma non cè più tempo.



È ora di andare, Andrej è già in macchina, noi veniamo travolte da una valanga di abbracci.



Saluto Paša, che ci ha portato con la sua famigliola nella tenda indiana, dove mangiando pane abbrustolito si cantano canzoni e ci si racconta storie paurose, il nostro Egor, Maksim, Galja, Oksana e tutti gli altri, che hanno fatto parte della mia vita in questo mese. Ognuno di loro mi ha fatto sentire come se fossi nel posto giusto.



Sono le persone che abbiamo incontrato ad aver reso sopportabile i turni delle docce, la pulizia non sempre perfetta e persino gli enormi piatti di cavoli e fegato della stolovaja. E spero di poter avere ancora il privilegio di vivere unesperienza simile.


Giulia Moioli

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