Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

03/11/16

UN’IMMERSIONE NELLA CULTURA RUSSA



Racconto di Giulia sull'esperienza a Novokemp ad agosto 2016

UN’IMMERSIONE NELLA CULTURA RUSSA

L’opportunità di andare in Russia come volontaria animatrice mi ha da subito attratto. Sono andata all’incontro informativo e non ho più avuto alcun dubbio: avrei inviato la mia domanda di partecipazione il prima possibile. Qualche mese dopo ero su un aereo diretto a Mosca. Io e le ragazze del mio gruppo abbiamo deciso di cogliere l’occasione del viaggio per visitare la capitale all’andata e San Pietroburgo al ritorno, e sono contenta di questa scelta perché ci ha permesso di confrontare diverse realtà russe.

Arrivate a Uneča, dopo una notte in treno, siamo state calorosamente accolte da Elena (la nostra tutor) e Andrej (il direttore di Novokemp), che ci sono venuti a prendere al binario. Stanche e frastornate, abbiamo attraversato in macchina la campagna per arrivare a Novokemp: musica russa alla radio, nebbia e strade deserte. Anche il “lager’” era deserto, erano circa le 6 del mattino quando siamo arrivate. Ci siamo riposate e abbiamo fatto un giro del campo con Elena, dopodiché abbiamo programmato il nostro lavoro: al mattino Io e Alice avremmo fatto il corso artistico, mentre Annarita e Sara si sarebbero occupate dei corsi di ballo; nel pomeriggio avremmo aiutato gli animatori russi nei giochi di gruppo, e la sera avremmo partecipato ad eventuali spettacoli d’intrattenimento.

Finalmente sono arrivati i bambini, e il  campo si è animato. Sicuramente le emozioni più intense di questa esperienza le devo a loro. Certo, erano tantissimi (divisi in 7 “famigliole”, più di 20 bambini ciascuna), ma con il passare dei giorni abbiamo avuto modo di conoscerci e di creare un bel legame, in cui nemmeno la distanza linguistica è stata ostacolante: quando proprio non riuscivamo a capirci, si ricorreva a gesti, analogie, aiuto di altre persone... e più che un ostacolo diventava un gioco! I bambini, alcuni più scalmanati, altri più tranquilli o timidi, erano tutti estremamente dolci. Sempre sorridenti, ci correvano incontro quando ci vedevano, partecipavano con interesse ai nostri laboratori, spesso ci chiedevano di noi, della nostra cultura, ed erano ben felici se ci mostravamo a nostra volta interessate a loro. 

Il personale e gli animatori russi sono stati davvero gentili: ci hanno accolto calorosamente, ci hanno aiutato, ma soprattutto ci hanno fatto sentire a casa. Se prima di questa esperienza di “immersione” nella realtà russa pensavo che questo popolo fosse piuttosto freddo e schivo, mi sono dovuta totalmente ricredere! I russi hanno grande riguardo nei confronti degli ospiti, ai quali non fanno mancare nulla, amano divertirsi, fare festa, trovarsi la sera attorno a un tavolo stracolmo di cibo e brindare in onore di qualsiasi cosa (ospiti, avvenimenti, o semplicemente la vita!).

A Novokemp ogni giornata è stata memorabile per un motivo o per un altro, ogni giorno era organizzato in base a un tema diverso: i pirati, le olimpiadi, le emozioni, la Russia, il Natale, culture del mondo... Ogni cosa era organizzata con immensa cura ‒ dai laboratori ai giochi di gruppo, dagli spettacoli (a cui partecipavano tutti) alla scansione della giornata ‒ e durante le varie planërka gli animatori e il personale venivano informati dei loro compiti, potevano esporre eventuali problemi o semplicemente fare un riassunto della loro giornata.

La giornata a tema che ho preferito è stata quella sul business. Le varie famigliole durante la mattinata hanno preparato le loro attività: bar, centri estetici, negozietti, persino un parco divertimenti e un portico dove celebrare matrimoni! Ad ogni partecipante è stato poi dato del “denaro” che poteva spendere a piacimento. Una volta terminato il “denaro”, bastava fare dei piccoli lavoretti assegnati da alcuni animatori ‒ come spazzare un vialetto ‒ e recarsi alla banca con un biglietto per ritirare il denaro spettante. Mi ha sorpreso la serietà con cui i bambini si sono approcciati a questo gioco, con cui hanno allestito le loro attività. Sembrava davvero di stare in un mondo gestito da piccoli adulti!

Molto emozionante è stata anche la sera in cui abbiamo campeggiato sulla riva del fiume Iput’, non lontano da Novokemp, dove la settima famigliola avrebbe celebrato il “rito di passaggio” da bambini a volontari. Cibo, canti intorno al fuoco, racconti paurosi, il momento dell’annuncio seguito da fuochi d’artificio (sì, in Russia i festeggiamenti si fanno come si deve) e gli abbracci dei ragazzi commossi... una gran bella esperienza.

Altra cosa che ho molto apprezzato sono state le gite. La prima è stata a Suraž: abbiamo visitato il palazzo che, come ci è stato spiegato, Caterina II donò a un suo favorito. Oggi l'edificio è quasi ridotto a un rudere perché la regione non ha avuto i fondi per preservarlo, ma è comunque molto suggestivo. Nello stesso giorno abbiamo visitato le fonti sacre, dove chi voleva poteva immergersi (nell’acqua gelida) tre volte, come vuole la tradizione ortodossa.

Durante la seconda gita, a Novozybkov, abbiamo visitato la città e la sede di Radimici, di cui il presidente Pavel Vdovičenko e altri membri del personale ci hanno illustrato funzioni e progetti.

Anche se in alcuni momenti è stata dura per le diverse abitudini, per la lingua o per i ritmi frenetici delle giornate, nel complesso è stata un’esperienza fantastica che rifarei mille volte. Assolutamente ripagante.

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Giulia Del Sordo

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