Completato il nuovo "arco" sopra il quarto reattore di Cernobyl
Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.
Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.
"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.
30/11/16
29/11/16
MA IL NUCLEARE ITALIANO È DAVVERO MORTO? LA SOGIN E I FANTASMI
Ma il nucleare italiano è davvero morto? La Sogin e i fantasmi
Una società pubblica creata per liquidare il nucleare italiano, come da referendum popolare, e tempi infiniti nel farlo con sospetti sulle vere intenzioni dell’apparato industriale nucleare che preme alle spalle e dentro la società che doveva aver già finito tutto e non è neppure a metà strada.
Tra il nucleare Sì e il nucleare No, c’è il nucleare all’italiana, quello delle scorie e degli impianti dismessi ma non ancora messi in totale sicurezza ambientale.
Il nucleare che minaccia la sicurezza di tutti senza produrre benefici energetici con solo costi e rischi. Il peggior nucleare possibile.
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Data: 26.11.2016
Fonte: www.remocontro.it
FUNGHI CONTAMINATI AL CESIO 137 IN RHÔNE-ALPES
Due istituti hanno dimostrato che la maggior parte dei funghi raccolti
in Rhône–Alpes, contenevano dosi di Cesio 137, un elemento radioattivo.
E’ una delle conseguenze dei test nucleari degli anni 1950 e 1960 e
dell’incidente di Chernobyl.
Uno studio dalla Commissione di Ricerca e Informazioni Indipendenti
sulla Radioattività (CRIIRAD), ha messo in evidenza dosi radioattive,
tra cui il Cesio 137, nei funghi raccolti in Rhône–Alpes, riferisce
France Bleu Drôme-Ardèche lunedì 14 novembre.
Nell’autunno del 2015, membri di CRIIRAD e della Federazione Rhône–Alpes per la Natura e l’Ambiente (FRAPNA) hanno raccolto quasi quaranta campioni di funghi nei seguenti Dipartimenti: Drôme, Ardèche, Isère, Haute-Savoie, Ain e Loire.
Su 38 campioni, 36 contenevano Cesio 137. Tre avevano valori superiori a 1.000 Becquerel per chilogrammo secco (Bq/kg), limite autorizzato per la vendita di alimenti a livello internazionale. Il boleto badio era a 3.000 Bq/kg, i canterelli tubiformi della Loire a 2 700 Bq/kg secco e le morette della Drôme a 2 200 Bq/kg.
Data: 28.11.2016
Fonte: www.progettohumus.it
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28/11/16
NOVOKEMP 2016 VISTO DA GIULIA - NON ADDIO, MA ARRIVEDERCI (3ª PUNTATA)
NON
ADDIO, MA ARRIVEDERCI
A Novokemp, appena oltre uno dei limiti del campo, “riposa”
(per dirla alla russa) durante il turno di luglio una famigliola particolare: i
patrioti.
La loro casetta è un accampamento di
tende. Il generale Sizov, che è il responsabile del gruppo, ci invita a
chiamarlo Sergej. In una delle nostre visite, ci mostra cosa si può
concretamente imparare in questo mese di vita in comune; Elena in particolare
mostra interesse per i vari tipi di nodi e di rifugi improvvisati che è
possibile fabbricarsi nelle situazioni più varie.
Più che la disciplina, mi colpisce la
stima reciproca che si respira nell’aria, soprattutto
verso le ragazze più grandi, autorevoli tanto quanto i compagni di sesso
maschile, e la serietà con cui vengono prese le punizioni del generale, che,
mai troppo severo, tiene particolarmente al rispetto delle regole.
Una volta superata la reazione
iniziale di stupore, forse dovuta al passo di marcia che li accompagna, vederli
partecipare alla vita del campo mette allegria. Spesso i patrioti si presentano
a coppie ai nostri corsi mattutini e vi prendono parte con entusiasmo, mentre
durante le planërki serali veniamo a
conoscenza dei dettagli delle loro giornate.
Queste riunioni (a volte davvero interminabili)
sono il cuore dell’organizzazione di Novokemp, l’occasione
in cui si condividono criticità e traguardi raggiunti tirando le somme della
giornata appena trascorsa, e si programma la successiva.
Vi partecipano i kružkovody e i vožatye, a
rotazione uno per famigliola, Saša, responsabile di Novokemp e il direttore
Andrej, se e quando può. Ovviamente anche una di noi tre, che, dopo essersi
preparata un dignitoso intervento in russo, esordisce con un immancabile “Den'
prošël chorošo” (La giornata è andata bene) e inciampa
sulle frasi successive, perdendo il filo del discorso.
Eppure, dopo i primi incontri
disastrosi, piano piano miglioriamo la nostra capacità di comprensione e
impariamo persino a riconoscere i toni e le sfumature della voce e, rispettando
il nostro turno nel cerchio, riusciamo a nostra volta a raccontare la nostra
giornata con i bambini.
Un momento così importante di incontro
e di confronto non potrebbe funzionare senza Ela, staršaja vožataja (capoeducatrice) e per questo responsabile del coordinamento
dei giochi e dell’organizzazione delle casette, che,
ogni sera, dopo averlo distribuito a ciascuno, legge il planning del giorno
successivo e chiarisce eventuali dubbi.
Ela ha una vera passione e un talento
particolare per il disegno, e anche una grande disponibilità nei nostri
confronti. Ma quando, nonostante i suoi sforzi, un qualche punto della precisa
griglia sul foglietto rimane per noi oscuro, interviene Nastja, la nostra amica
Anastasija che parla un inglese fluente e privo di errori.
Lei e Valerija, che vengono dall’Ucraina
e sono maestre, fanno di tutto per risvegliare nei “deti” (bambini) che frequentano il loro corso l’amore per
questa lingua e per rafforzare le competenze già acquisite durante il percorso
scolastico.
Il giorno precedente la fine del turno
di luglio, cantiamo insieme qualche canzone dei Beatles, con Nastja alla
chitarra, e improvvisiamo anche il ritornello di “Felicità”,
la canzone italiana più amata in assoluto dal generale Sergej.
L’atmosfera è
allegra, ma anche sospesa, come se nessuno fosse davvero convinto di dover
lasciare Novokemp per un altro anno.
E invece l’indomani le
casette si svuotano, chi prima e chi dopo, tutti raggiungono con la valigia il
cancello principale, in attesa dei genitori o di un pullman diretto a casa.
Abbiamo già salutato bimbi e animatori, ma passiamo comunque la giornata ad
accompagnare le partenze.
La sera tocca a noi andarcene, il
treno è alle undici e, dal momento che gli ultimi rimasti stanno preparando la
festa di chiusura (che andrà per le lunghe), siamo rassegnate a saltare il
pasto. Con quale sorpresa alle dieci entriamo nella stolovaja (sala mensa), dove ci aspetta una tavolata stupenda! Saša
ha cucinato per noi un’ottima gallina,
patate con aneto, aringhe e altre prelibatezze che divoriamo dopo un brindisi d’obbligo.
Vorremmo stare a tavola di più, e non solo per saziare la fame, ma non c’è
più tempo.
È ora di andare, Andrej è già in
macchina, noi veniamo travolte da una valanga di abbracci.
Saluto Paša, che ci ha portato con la
sua famigliola nella tenda indiana, dove mangiando pane abbrustolito si cantano
canzoni e ci si racconta storie paurose, il nostro Egor, Maksim, Galja, Oksana
e tutti gli altri, che hanno fatto parte della mia vita in questo mese. Ognuno
di loro mi ha fatto sentire come se fossi nel posto giusto.
Sono le persone che abbiamo incontrato
ad aver reso sopportabile i turni delle docce, la pulizia non sempre perfetta e
persino gli enormi piatti di cavoli e fegato della stolovaja. E spero di poter avere ancora il privilegio di vivere un’esperienza
simile.
Giulia Moioli
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LA SVIZZERA DICE “NO” ALL’ABBANDONO GRADUALE DELL’ENERGIA NUCLEARE
La Svizzera dice “no” all’abbandono
graduale dell’energia nucleare
È stata bocciata l’iniziativa popolare per un abbandono pianificato
dell’energia nucleare: posto in votazione referendaria oggi in Svizzera,
il testo promosso dai Verdi è stato infatti respinto dalla maggioranza
dei cantoni. Per essere approvate, le iniziative popolari necessitano
della doppia maggioranza di pareri favorevoli dei votanti e dei cantoni
svizzeri.
L’iniziativa dei Verdi svizzeri chiedeva di vietare la costruzione di
nuove centrali e di limitare a 45 anni la durata d’esercizio degli
impianti esistenti. Il governo, pur essendosi pronunciato a favore
dell’abbandono, ha fatto campagna per il No al testo ritenendo che
l’iniziativa condurrebbe ad una chiusura troppo precipitosa delle cinque
centrali atomiche attive in Svizzera.
Data: 28.11.2016
Fonte: www.lastampa.it
25/11/16
L’ETERNITÀ (SPETTRALE) DI CHERNOBYL
L’eternità (spettrale) di Chernobyl
Nella cittadina ucraina dove il tempo, trent’anni fa, si è fermato nella più grande tragedia nucleare. Ma è un orologio che dice tutto di questa realtà congelata.
Alle ore 1:23:54 (ora locale) causa un errore umano, il reattore 4 esplode ! Il tempo si ferma! Il più grande incidente mai verificatosi in una centrale nucleare. Siamo a V.I. Lenin, situata in Ucraina settentrionale (all’epoca parte dell’ Unione Sovietica), a 3 km dalla città di Pryp’jat’ e 18 km da quella di Černobyl’; 16 km a sud del confine con la Bielorussia. 30 anni fa, esattamente il 26 aprile 1986 il destino di questo territorio è profondamente cambiato e, per la prima volta nella storia, ci fu l’ordine di evacuazione di un’intera città senza preavviso!
Io avevo 20 anni, e la passione per la fotografia mi aveva già travolto. La città di Prypyat fu evacuata 36 ore dopo l’incidente:1200 pullman trasportarono quasi 45000 persone in luoghi più sicuri in meno di 3 ore. Sono passati 30 anni e io ne ho da poco compiuti 50; come sempre e ovunque il tempo passa inesorabile. Ma, in questi ultimi mesi, volevo e cercavo un progetto fotografico dove il tempo fosse fermo! Ecco perché Chernobyl; ho trovato il modo di organizzarmi un vero e proprio viaggio nel tempo, ma in un tempo fermo, stantio, immobile. A Chernobyl tutto è esattamente come 30 anni fa alle 1:23:54. Da questa mia esigenza di dover fermare il tempo è nato il progetto «Chernobyl il tempo si è fermato». Per la prima volta non avrei avuto fretta, non avrei dovuto lottare con il tempo della location!
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Data: 21.11.2016
Fonte: www.corriere.it
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