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Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.
Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.
"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.
È APPENA AVVENUTO IL PEGGIOR INCIDENTE NUCLEARE DA CHERNOBYL. MA LA RUSSIA DICE CHE È TUTTO OK
La verità sull’incidente nucleare dell’8 agosto scorso
in Russia, avvenuto nel Mar glaciale artico a ridosso del Circolo polare
e al largo di una delle basi militari coperte dal segreto di Stato, non verrà mai alla luce, nonostante le intelligence
occidentali tengano da tempo d’occhio le manovre di Mosca nell’area.
L’Agenzia nazionale atomica russa (Rosatom) ha ammesso nella sostanza la
contaminazione radioattiva solo a distanza di due giorni dall’esplosione che, come documentato da alcune immagini satellitari,
ha probabilmente coinvolto il reattore di uno dei missili russi
sperimentali a testata e propulsione nucleare durante un test. Si
tratterebbe del Burevestnik
(Skyfall per la Nato) che nel marzo 2018 il presidente Vladimir Putin
ha presentato al mondo descrivendolo come inarrestabile e in grado di
raggiungere qualsiasi punto del mondo. Il 10 agosto, con un prudente
giro di parole, la Rosatom ha comunicato che l’esplosione nei pressi
della base navale russa di Nenoksa ha riguardato una “fonte isotopica di
energia per un motore a combustibile liquido”, come quella dei reattori
del missile Burevestnik. Intanto, come dimostrano i dati dei ricercatori indipendenti del Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization, quattro stazioni russe che monitorano i livelli di radiazioni nell’aria hanno smesso di funzionare.
Data: 28.08.2019
Fonte: www.thevision.com
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