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Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.
Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.
"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.
I NUOVI EROI DESCRITTI DA SALETTI
Riflettere su chi siano gli eroi, spesso misconosciuti, nell’era
moderna, partendo dal disastro di Chernobyl. È questo l’intento del
quarto appuntamento di Parole tra le mura, rassegna organizzata
dall’associazione Grumo, che si svolgerà domani a palazzo Guarienti e
sarà intitolato Chernobyl e i suoi protagonisti. A parlarne sarà Carlo
Saletti, regista teatrale e ricercatore in campo storico, che presenterà
il cortometraggio prodotto da Créa Custoza Il nome degli Eroi,
realizzato da Saletti assieme a Roberto Solieri, Roberta Bigiaretti e
Anastasiya Loban. Il film ricorda i ventotto pompieri che per primi
affrontarono il reattore nucleare numero quattro della centrale nucleare
di Cernobyl, esploso la notte del 26 aprile 1986, morendo nei mesi
successivi.
Saletti è noto anche perché dal suo libro La voce dei sommersi, edito da
Marsilio, il regista ungherese László Nemes ha tratto il film Il figlio
di Saul (Oscar come miglior film straniero 2016).
«Il concetto di eroe è cambiato», afferma Emanuele Zoccatelli, di Grumo,
«e lo si capisce dall’evoluzione storica di questa idea, partendo da
Chernobyl e arrivando ad altre catastrofi nucleari».
Data: 28.09.2019
Fonte: www.larena.it
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