Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

30/09/19

NOVOKEMP – UNA PICCOLA VITA

Novokemp, 1° turno 2019 (06-26 giugno)


Quest’anno ho scelto di partecipare a questo progetto principalmente per migliorare la mia conoscenza della lingua russa; mai mi sarei aspettata che questa potesse essere l’esperienza più forte, intensa e indimenticabile della mia vita.

Io ho partecipato insieme ad Anna, Annyka e Giulia al primo turno, ovvero quello di giugno.

Da subito, tutti si sono dimostrati con noi molto gentili e disponibili. Sia i volontari, i direttori, ma anche i bambini stessi, erano sempre pronti ad aiutarci e a ripeterci le cose altre venti volte in caso non avessimo capito.

I bambini sono, ovviamente, una delle parti più emozionali e intense del campo. Sono bambini molto affettuosi, sempre pronti a mettersi in gioco e a provare cose nuove. Con loro si è creato subito un gran legame; e quando è arrivato il momento di salutarli l’ultimo giorno, le lacrime non sono di certo mancate.

Le giornate erano sempre ben organizzate. Il nostro compito principale era quello di tenere dei corsi per i bambini o alla mattina o al pomeriggio. Io, per esempio, tenevo insieme ad altre ragazze corsi di lingua italiana e corsi di lingua tedesca. Quello di lingua italiana ha riscosso molto successo; i bambini erano molto curiosi e molto interessati ad imparare la nostra lingua, e allo stesso tempo loro ci insegnavano la loro.

Qualsiasi gioco o attività fosse stata organizzata per quel giorno, loro erano sempre molto partecipativi ed entusiasti. Per fortuna anche il tempo è stato bello, perché ha fatto molto caldo e ha piovuto solo due giorni.

Dopo le attività mattutine e il pranzo c’era la tichij čas, ovvero due ore durante le quali i bambini potevano dormire o riposarsi. Durante quelle ore, a volte, i bambini ci invitavano nelle loro casette per stare insieme o giocare.

Alcuni giorni non seguivano la routine, in quanto erano previsti temi speciali, come: il Giorno della Russia, quello dei pirati o la gita in canoa.

Uno dei giorni per me più divertenti è stato il Giorno dei giochi Olimpici, perché tutto è stato fatto esattamente come quelli reali ed eravamo tutti molto sorpresi. A noi hanno chiesto di preparare un balletto semplice per l’apertura dei giochi e dopo di esso hanno chiamato un volontario che era vestito da divinità greca e che è arrivato lì correndo con una fiaccola per poi accendere il fuoco tipico delle Olimpiadi e dare il via alla giornata sportiva. Durante questa giornata, sparse per il campo c’erano varie postazioni dove i bambini potevano fare vari tipi di sport, e ad ogni stazione ricevevano una firma sul “medaglione” che avevano al collo. Questo ai bambini è piaciuto molto, tanto che molti hanno ripetuto alcune postazioni anche tre volte.

Dopo i giochi pomeridiani e la cena c’erano le attività serali, che potevano essere o la discoteca, il teatro o altre.

La mia serata preferita è stata la discoteca con il postino, durante la quale i bambini, i volontari e anche noi potevamo scrivere dei bigliettini a chi volevamo scrivendo il numero corrispondente alla persona interessata sopra il foglietto per poi imbucarlo in una scatola. In seguito, una volontaria li consegnava ai destinatari. È stato divertente e molto bello, perché i bambini ci hanno scritto tantissimi bigliettini di ringraziamenti e con tante cose carine e dolci, che ovviamente noi abbiamo tenuto.

La giornata terminava con la temutissima planërka, una riunione serale durante la quale tutti dovevamo parlare di come era andata la giornata esaltando gli aspetti positivi ma analizzando anche quelli negativi per cercare di risolverli insieme ai direttori o agli altri volontari. Dopo di essa ci veniva spiegato il programma per il giorno successivo con le varie attività.

Sotto l’aspetto linguistico all’inizio è stato un po’ difficile, anche perché eravamo timide e non parlavamo molto; ma con il passare dei giorni ci siamo sbloccate e abbiamo iniziato a capire quasi tutto e a saper rispondere in maniera sempre più sicura e veloce.

Ogni parte di questo campo ti rimane nel cuore una volta finito.

Una volta tornata a casa è stato brutto svegliarmi senza la musica mattutina della zarjadka (ginnastica), o affacciarmi alla finestra e non vedere o sentire i bambini che ridevano o correvano in giro per il campo.

Tutti partiamo per questo campo con un po’ di ansia e di timore per quello che ci aspetterà, ma una volta provato non si può non rifare.

Tutte le persone presenti lì diventano davvero come una seconda famiglia.

Dopo soli 5 giorni noi avevamo già iniziato a chiamarla casa, perché è così che ci sentivamo, come a casa nostra. Lì non ci è mai mancato nulla.

Quando leggevo i racconti delle persone andate gli anni passati sembrava tutto molto bello e molto divertente, ma vivere Novokemp è tutta un’altra storia. Solo chi lo vive può capire cosa significa davvero.

GRAZIE NOVOKEMP.

Martina Romualdi – 21 anni
Università Statale di Milano
(Sede di Sesto San Giovanni)
Mediazione Linguistica e culturale
 


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