Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

06/09/19

IL MISTERO DEL SOMMERGIBILE RUSSO PERDUTO


Il mistero del sommergibile russo perduto


Lo scorso 1 luglio nei mari del nord a bordo di un sommergibile atomico russo è scoppiato un incendio diventato un mistero, con incidente nucleare sfiorato


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Il peschereccio è diretto verso l’isola di Kil’din nel mare di Barents, a nord della Russia. Mare calmo, luce radente sull’orizzonte. Improvvisamente la tranquilla navigazione dell’imbarcazione viene interrotta da un evento straordinario: dal mare emerge come un enorme mostro la massa scura di un sottomarino. «È venuto fuori completamente. Non ho mai visto niente di simile in vita mia. Sul ponte la gente correva» ha raccontato un pescatore. Sono più o meno le 21 e 30 di lunedì 1° luglio scorso. Dal peschereccio vedono avvicinarsi rapidamente una nave da guerra e due rimorchiatori che agganciano il sommergibile e verso le 23 lo portano lontano. Quello a cui assistono i pescatori è l’epilogo di una tragedia dai contorni misteriosi: il recupero di un sottomarino russo in cui hanno perso la vita ben 14 tra marinai e ufficiali e altri 5 sono rimasti feriti. Il sommergibile danneggiato verrà trasportato nella base di Severodvinsk, nella regione di Arkhangelsk. Una base militare molto importante e anche sfortunata: l’8 agosto scorso un incendio ha provocato la morte di sette persone durante i test di un missile, con probabile perdita di radiazioni. 

Gli incidenti di questo tipo non sono rari: come ricorda il sito analisidifesa.it, nell’ultimo ventennio ci sono stati 35 eventi più o meno gravi che hanno coinvolto altrettanti sommergibili, di cui sei russi. Il più catastrofico è stato l’affondamento, il 12 agosto del 2000, del K-141 Kursk sempre nel mare di Barents, in cui morirono tutti i 118 membri dell’equipaggio. Ma quello che rende inquietante l’incidente del 1° luglio scorso sono alcune circostanze. Intanto le parole usate sabato 6 luglio dal capitano Sergei Pavlov, aiutante del capo di Stato maggiore della Marina russa, ai funerali dei 14 sommergibilisti: «Con la loro vita, hanno salvato i loro compagni, la loro unità ed evitato una catastrofe su scala planetaria». Proprio così: «Una catastrofe su scala planetaria». Cosa intendeva dire Pavlov? Una frase di questo tenore non poteva non attirare l’attenzione di giornalisti, esperti e dietrologi. E alcuni iniziano a mettere in fila eventi sospetti. Saputa la notizia, Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, cancella gli impegni e convoca una riunione di emergenza. Il sito notiziegeopolitiche.net riferisce che nei minuti successivi all’allarme diramato dal sommergibile, il vicepresidente americano Mike Pence viene richiamato alla Casa Bianca da Donald Trump, senza alcuna spiegazione, mentre si trova già in volo sull’Air Force Two. 


Data: 29.08.2019
Fonte: www.panorama.it

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