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Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.
Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.
"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.
LA BAMBINA DI CHERNOBYL CHE GRAZIE ALL'ITALIA HA TROVATO IL SUO FUTURO
Il mare non l'aveva mai visto. Era un luogo così sconosciuto che non
riusciva nemmeno a immaginarlo. Non sapeva nemmeno quale fosse la parola
per indicarlo. Così Lyudmila pronunciò la parola "mare" per la
prima volta in italiano, a 8 anni, lei che conosceva solo il bielorusso
e il cui mondo aveva i confiniti ristretti del paese in cui era nata
e si allargava, malaugaratamente, quando si ammalava e la mamma la
portava all'ospedale della città più vicina.
Lyudmila oggi è una donna di 33 anni ma è stata una bambina di Chernobyl, ha fatto parte dei primi gruppi di ragazzini e ragazzine che arrivavano dalle zone vicine alla centrale nucleare (il paese
in cui è nata e in cui vive tutt'ora, anche se è in Bielorussia, è a
cento chilometri in linea d'aria dalla centrale esploda nel 1996). E'
viva, ha tre figlie, per vivere munge le mucche ma, soprattutto, ora ha
davanti un futuro, seppure fatto di fatica e lavoro. Dietro la storia di
questa donna e delle sue bambina ci sono altre due donne, il senso
dell'accoglienza, le porte di una casa che si aprono per prendere per
mano questa bambina.
Data: 31.08.2019
Fonte: www.ilmessaggero.it
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