Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

31/12/13

L'URANIO IMPOVERITO DEI POLIGONI PROVOCA IL CANCRO


Lo ha comunicato l’agenzia Iarc di Lione all’Oms. Ora le inchieste sarde potrebbero ribaltarsi


La pericolosità dell’uranio impoverito potrebbe essere definitivamente provata dai risultati di uno studio dell’International Agency Research CancerL’agenzia di Lione Iarc, specializzata nella ricerca scientifica sul cancro, ha comunicato all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) i risultati emersi durante le analisi su polveri sottili e nanoparticelle. «L’aria che respiriamo è inquinata con una miscela di sostanze cancerogene», ha spiegato Kurt Straif, dirigente dello Iarc. «Ora sappiamo che l’inquinamento dell’aria esterna non è solo un grave rischio per la salute in generale, ma anche una causa ambientale di decessi per cancro», ha sottolineato lo studioso. 

Dati in grado di smentire definitivamente la strategia adottata dal ministero della Difesa italiano e dai suoi consulenti sulle conseguenze delle esercitazioni nei poligoni militari. Generali e periti si erano infatti sempre trincerati dietro la mancanza di evidenze scientifiche. Il legame tra l’esposizione all’uranio e lo sviluppo di determinate neoplasie non poteva essere stabilito con la necessaria certezza. Formula con cui per anni si sono motivati i provvedimenti che negavano un risarcimento o non riconoscevano la “causa di servizio” a chi si era visto diagnosticare linfomi o altri tumori rari dopo aver prestato servizio nell’esercito.


Data: 18.12.2013
Fonte: www.linkiesta.it

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