Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

10/12/13

TANIA - RELAZIONE NOVOKEMP 2013 (TURNO AGOSTO)

Sono Tania Ferrari, una studentessa di Russo della facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Milano. Essendo molto interessata al mondo del volontariato ed a continuare esperienze in questo campo, ho trovato il progetto di Le Russie di Cernobyl molto molto interessante e deciso subito di parteciparvi. Ed eccomi approdata, per la mia prima volta, in Russia!! L’esperienza nel campo Novokemp dell’associazione di volontariato russa Radimici è stata per me una delle esperienze più importanti e preziose mai fatte. Non parlo della pratica della lingua, sempre utile per noi studenti, ma proprio dell’impatto con l’associazione, la cultura, le esperienze da vivere nel campo e tutto ciò che comporta portare avanti un impegno di questo tipo.
 

L’esperienza a Novokemp è durata tre settimane, in cui, data la grande organizzazione del campo, non si stava fermi un attimo, ma proprio per questo sono volate, purtroppo, troppo in fretta; e come avremmo voluto stare di più!! Il nostro ruolo, di noi italiani, era quello di organizzare delle attività da fare con i bambini e ragazzi nella mattina, ed aiutare nelle altre organizzate dal team russo durante la giornata, che comprendevano anche suggerimenti e consigli dalla nostra parte. Per le attività mattutine dovevamo proporre qualcosa che sapessimo fare, che potesse interessarli e soprattutto che ci piacesse. In modo da coinvolgerli con passione e attivamente! È stato molto bello ed edificante trovarsi in una posizione più “attiva”, insomma non solo di volontario che “dà una mano” ma di persona che concretamente e attivamente fa parte di questo grande team che è la famiglia di Novokemp. La chiamo famiglia perché, in quelle tre settimane, tutte le attività, gli insegnamenti, i lavori e le conoscenze acquisite portano alla costruzione di legami non solo tra i bambini, che tengono alto il valore dell’amicizia, ma anche tra il nostro gruppo di italiani che si “scontra” con una nuova ed affascinante cultura: quella russa. Il team di Novokemp è molto unito, socievole, organizzato, preparatissimo e indirizzato all’obiettivo: il divertimento dei bambini che godono di un bel mesetto di risanamento, fisico ma soprattutto mentale, ma anche la loro educazione, l’insegnamento di grandi valori che spesso le scuole nazionali si dimenticano di insegnare… Ma che dovrebbe essere sempre tenuto presente come primario obiettivo nella crescita di un bambino. E Novokemp non solo lo tiene presente: ce la fa. Riesce ad inculcare nelle menti e nei cuori di questi bambini ciò che li renderà grandi. E con grandi non intendo di statura, né di età. Ma di PERSONE. Questo mi ha colpito e sempre porterò nel cuore: la prima sera con i ragazzi della sesta semejka (casetta), tutti in cerchio, con la sola luce di una piccola candela a far trapelare giusto i nostri contorni, e potersi dire ciò che più è importante: l’amore tra le persone che prevalica ogni condizione sociale, economica, familiare, ogni aspetto fisico o difetto del corpo. Lì ho compreso come, questa bellissima associazione, avesse già colpito nel segno ciò che io ritengo più importante: curare l’anima delle persone perché essa è ciò che davvero conta, davvero resta, davvero lascia un segno. Un segno un po’ come quello che ha lasciato a noi l’esperienza. A volte impegnativa, come preparare le varie attività e corsi mattutini, riuscire ad coinvolgere i ragazzi, ad entusiasmarli, a dargli ciò di cui loro avevano bisogno... Perché anche noi facevamo parte di questo loro grande obiettivo: ricoprire i grandi bisogni che bambini/ ragazzi che crescono hanno durante il loro percorso. L’esperienza, quindi, è stata super positiva. Non solo abbiamo insegnato, ma abbiamo imparato anche molto. Il contatto con una cultura diversa insegna sempre incredibilmente tanto, amplia i nostri cuori ed orizzonti, allarga la nostra visuale degli occhi, i contorni delle cose fino a vedere nuovi colori mai visti. Fino a farti percepire, passo dopo passo, le grandi verità, comuni a tutti, tutti i popoli, nazioni e culture della terra. Pur diverse esse siano. Quello che avevo nel cuore, che mi ha spinto ad intraprendere la strada del volontariato l’ho trovato proprio lì, fin da quella prima sera al lume di quella piccola candela. Qual è il primo ricordo di Novokemp se dovessi chiudere gli occhi e dire la prima cosa che vedo? SOLE. Nonostante abbia spesso piovuto io vedo subito sole, un grande cielo fatto di un mite sole a forma di sorriso e abbraccio che unisce. Un sole tiepido, che riscalda la pelle, e il cuore. E subito sorrido.

Tania Ferrari

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