Sono Tania Ferrari, una studentessa di Russo della
facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Milano. Essendo
molto interessata al mondo del volontariato ed a continuare esperienze in
questo campo, ho trovato il progetto di Le Russie di Cernobyl molto molto
interessante e deciso subito di parteciparvi. Ed eccomi approdata, per la mia
prima volta, in Russia!! L’esperienza nel campo Novokemp dell’associazione di
volontariato russa Radimici è stata per me una delle esperienze più importanti e
preziose mai fatte. Non parlo della pratica della lingua, sempre utile per noi
studenti, ma proprio dell’impatto con l’associazione, la cultura, le esperienze
da vivere nel campo e tutto ciò che comporta portare avanti un impegno di
questo tipo.
L’esperienza a Novokemp è durata tre settimane, in cui, data la
grande organizzazione del campo, non si stava fermi un attimo, ma proprio per
questo sono volate, purtroppo, troppo in fretta; e come avremmo voluto stare di
più!! Il nostro ruolo, di noi italiani, era quello di organizzare delle
attività da fare con i bambini e ragazzi nella mattina, ed aiutare nelle altre
organizzate dal team russo durante la giornata, che comprendevano anche
suggerimenti e consigli dalla nostra parte. Per le attività mattutine dovevamo
proporre qualcosa che sapessimo fare, che potesse interessarli e soprattutto
che ci piacesse. In modo da coinvolgerli con passione e attivamente! È stato
molto bello ed edificante trovarsi in una posizione più “attiva”, insomma non
solo di volontario che “dà una mano” ma di persona che concretamente e
attivamente fa parte di questo grande team che è la famiglia di Novokemp. La
chiamo famiglia perché, in quelle tre settimane, tutte le attività, gli
insegnamenti, i lavori e le conoscenze acquisite portano alla costruzione di
legami non solo tra i bambini, che tengono alto il valore dell’amicizia, ma
anche tra il nostro gruppo di italiani che si “scontra” con una nuova ed
affascinante cultura: quella russa. Il team di Novokemp è molto unito,
socievole, organizzato, preparatissimo e indirizzato all’obiettivo: il
divertimento dei bambini che godono di un bel mesetto di risanamento, fisico ma
soprattutto mentale, ma anche la loro educazione, l’insegnamento di grandi
valori che spesso le scuole nazionali si dimenticano di insegnare… Ma che
dovrebbe essere sempre tenuto presente come primario obiettivo nella crescita
di un bambino. E Novokemp non solo lo tiene presente: ce la fa. Riesce ad
inculcare nelle menti e nei cuori di questi bambini ciò che li renderà grandi.
E con grandi non intendo di statura, né di età. Ma di PERSONE. Questo mi ha
colpito e sempre porterò nel cuore: la prima sera con i ragazzi della sesta
semejka (casetta), tutti in cerchio, con la sola luce di una piccola candela a
far trapelare giusto i nostri contorni, e potersi dire ciò che più è
importante: l’amore tra le persone che prevalica ogni condizione sociale,
economica, familiare, ogni aspetto fisico o difetto del corpo. Lì ho compreso
come, questa bellissima associazione, avesse già colpito nel segno ciò che io
ritengo più importante: curare l’anima delle persone perché essa è ciò che
davvero conta, davvero resta, davvero lascia un segno. Un segno un po’ come
quello che ha lasciato a noi l’esperienza. A volte impegnativa, come preparare
le varie attività e corsi mattutini, riuscire ad coinvolgere i ragazzi, ad
entusiasmarli, a dargli ciò di cui loro avevano bisogno... Perché anche noi
facevamo parte di questo loro grande obiettivo: ricoprire i grandi bisogni che
bambini/ ragazzi che crescono hanno durante il loro percorso. L’esperienza,
quindi, è stata super positiva. Non solo abbiamo insegnato, ma abbiamo imparato
anche molto. Il contatto con una cultura diversa insegna sempre incredibilmente
tanto, amplia i nostri cuori ed orizzonti, allarga la nostra visuale degli
occhi, i contorni delle cose fino a vedere nuovi colori mai visti. Fino a farti
percepire, passo dopo passo, le grandi verità, comuni a tutti, tutti i popoli,
nazioni e culture della terra. Pur diverse esse siano. Quello che avevo nel
cuore, che mi ha spinto ad intraprendere la strada del volontariato l’ho
trovato proprio lì, fin da quella prima sera al lume di quella piccola candela.
Qual è il primo ricordo di Novokemp se dovessi chiudere gli occhi e dire la
prima cosa che vedo? SOLE. Nonostante abbia spesso piovuto io vedo subito sole,
un grande cielo fatto di un mite sole a forma di sorriso e abbraccio che
unisce. Un sole tiepido, che riscalda la pelle, e il cuore. E subito sorrido.
Tania Ferrari
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