Il membro corrispondente dell’Accademia delle scienze di Bielorussa Ivan Nikitčenko – e presidente dell’associazione “Centro di supporto delle iniziative per Cernobyl” – ha sottoposto a critica la decisione di Minsk di ridestinare all’agricoltura le terre contaminate dall’incidente di Cernobyl.
Secondo lo scienziato, quelle terre «in nessun caso devono essere ridestinate all’agricoltura», in quanto «le terre contaminate dai radionuclidi non potranno mai essere adatte all’utilizzo agricolo». «I radionuclidi, decadendo, passano da uno stato a un altro, ma gli isotopi radioattivi non scompaiono lo stesso» – ha spiegato.
Assenza di terre “pulite”
Allo stesso tempo, Nikitčenko ha sottolineato che di terre completamente pulite in Bielorussia non ce n’è. «Dovunque una persona viva, in ogni modo assumerà tramite i prodotti alimentari una piccola dose cronica di radiazioni… E queste dosi sono malattie, a causa delle quali incombe una morte prematura» – riassume lui.
La decisione delle autorità bielorusse di ridestinare all’agricoltura le terre contaminate dalle radiazioni è stata presa il 20 luglio 2010 nell’ambito del programma di sviluppo socio-economico delle regioni colpite da Cernobyl, progetto elaborato su incarico del presidente del paese Aleksandr Lukashenko.
In Bielorussia si prevede d’introdurre nuove tecnologie – come si assicura – in grado di ridurre al minimo l’accumulo di radionuclidi e di consentire l’ottenimento di una produzione pulita. Tuttavia i sondaggi sociologici a riguardo indicano che la maggioranza dei bielorussi non vuole comprare cibo prodotto in quelle province.
Data: 24.07.2010
Fonte: www.dw-world.de
Traduzione: S.F.
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