I più vulnerabili all’effetto dello iodio radioattivo sono risultati i bambini, i quali infatti hanno ricevuto dosi d’irradiazione dieci volte maggiori rispetto agli adulti. Tuttavia soltanto nella metà dei casi è stato stabilito un legame diretto del cancro alla tiroide con Cernobyl.
Sono ormai 24 anni che celebriamo l’anniversario della tragedia di Cernobyl. “L’atomo pacifico” ha ricoperto parte della regione di Brjansk – la nostra regione, infatti, si è presa il 64% della dose russa delle radiazioni di Cernobyl. Quasi immediatamente 58 mila persone furono evacuate o trasferite. Nella regione di Brjansk, a tutt’oggi nella zona d’evacuazione si trovano 4 centri abitati, nella zona di trasferimento – 194 (78.900 abitanti), e inoltre 300 mila persone vivono in zone soggette ad altri status e sussidi. Tutti loro, in un modo o nell’altro, sono stati colpiti dall’“effetto dello iodio”. In verità, ciascuno ha ricevuto la sua “porzione” di iodio radioattivo: dai 20 ai 640 mGr. In tale contesto, le dosi d’irradiazione della tiroide negli adulti sono state all’incirca di 10 volte inferiori che non nei bambini. In determinati casi le dosi nei bambini hanno raggiunto i 1.000 mGr.
I medici-oncologi a tutt’oggi non sanno quali conseguenze aspettarsi. Studiate le esperienze di Hiroshima e Nagasaki, dopo l’incidente di Cernobyl ci si aspettava un incremento delle leucemie. Tuttavia è inaspettatamente “esplosa” la tiroide. Nei tre paesi, secondo i dati dell’OMS, dal 1991 al 2005 sono stati diagnosticati oltre 5.000 casi di cancro alla tiroide tra i “bambini di Cernobyl”. Nella regione di Brjansk, in tale periodo una diagnosi di cancro alla tiroide è stata formulata per 408 bambini. Ma solamente nella metà dei casi (212) è stato stabilito che la malattia è stata direttamente causata dall’effetto delle radiazioni. Sono questi dati ufficiali del Ministero della salute della Federazione russa.
Gli specialisti dichiarano che le radiazioni diminuiscono. Per il 24° anniversario dell’incidente sono stati resi noti nuovi dati sullo stato della situazione radioattiva nella nostra regione. Come comunica il sito della Duma regionale, nel 2009 «sono stati effettuati monitoraggi in 21 centri abitati, presi più di 100 campioni. I risultati rilevano che gradualmente il livello di contaminazione del terreno diminuisce». Questo si spiega con l’azione del periodo di decadimento delle sostanze radioattive. Del resto, come delinea il futuro dei territori di Cernobyl la relazione dell’ONU, la normalizzazione della situazione radioattiva taglierà il numero dei centri abitati con lo status soggetto a benefici, e il passaggio alla “concezione di dose” nei tre paesi porterà a ridurre la popolazione bisognosa di misure di protezione da 5 milioni a 200 mila persone.
Data: 21.04.2010
Fonte: bregion.ru
Traduzione: S.F.
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