Rappresentanti della società civile richiedono di rivedere la concezione statale di “residenza senza pericolo” per le persone che vivono nei territori contaminati dai radionuclidi.
Una lettera in questo senso è stata indirizzata il 25 marzo ad Aleksandr Lukašenko dal professor Ivan Nikitčenko, membro corrispondente dell’Accademia nazionale delle scienze di Bielorussia e presidente dell’associazione socio-ecologica “Centro di supporto delle iniziative per Cernobyl”; da Vasil’ Jakovenko, scrittore, direttore dell’Unione socio-economica bielorussa “Cernobyl”; e dal medico Tamara Belookaja, fondatrice del Comitato bielorusso “Deti Cernobylja”.
Nella lettera si fa notare come la sottovalutazione delle conseguenze della catastrofe di Cernobyl abbia portato a una sostanziale contaminazione del suolo su tutto il territorio della Bielorussia. Secondo gli autori, circa l’80% della dose d’irradiazione le persone la ricevono attraverso i prodotti alimentari, e il volume di questi prodotti aumenta.
Gli autori della lettera riferiscono che ricerche scientifiche indipendenti di medici hanno stabilito “un’influenza estremamente negativa” delle piccole dosi croniche di radiazioni sulla salute dell’uomo. Questo concerne la crescita della mortalità infantile e del numero delle nascite di bambini sottopeso, l’ampia diffusione di patologie croniche tra i bambini, l’abbassamento delle possibilità funzionali dell’organismo in più dei due terzi degli scolari e la riduzione della durata della vita, il significativo aumento della mortalità a causa di patologie cardio-vascolari, cerebrali e oncologiche in giovane età, e anche una visibile diminuzione della popolazione.
I firmatari invitano a rivedere la concezione di “residenza senza pericolo” per le persone che vivono nei territori contaminati dai radionuclidi e di abrogare tutti i documenti normativi di tale legge, pubblicati in violazione della Costituzione. I rappresentanti della società civile ritengono indispensabile il ripristino di un efficace sistema di controllo radioattivo dei prodotti alimentari, di monitorare la produzione nei territori contaminati di prodotti relativamente “puliti” che non ammettano l’accumulo della dose cronica interna assorbita.
Gli autori della lettera propongono di creare un sistema di servizio sanitario con il monitoraggio costante di ogni paziente, la prestazione di soccorso operativo, la copertura gratuita di medicinali e delle necessarie cure sanatoriali; di organizzare la produzione di preparati che bloccano i radionuclidi e accelerano la loro fuoriuscita dall’organismo; di ripristinare il sistema di pagamento delle compensazioni materiali per la perdita della salute alle persone vittime di Cernobyl, e infine di creare un Centro di ricerca sulla protezione radioattiva per bambini.
Data: 28.03.2010
Fonte: www. charter97.org
Traduzione: S.F.
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