Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

30/04/10

MOSTRA DEL PITTORE P.A. ČERNYŠEVSKIJ

Alla Scuola d’arte per bambini di Novozybkov è stata inaugurata la mostra del pittore di Novozybkov Pëtr Akimovič Černyševskij (1914-1996). P.A. Černyševskij terminò l’Accademia d’arte di Penza prima della guerra e fu alle origini dell’attività espositiva degli artisti della regione di Brjansk. Nel 1947 alla Prima mostra d’arte figurativa e applicata nella regione di Brjansk figurò tra i partecipanti e i premiati. Nel dopoguerra Černyševskij realizzò le decorazioni per il teatro di Novozybkov, allestì il museo etnografico locale, si dedicò all’insegnamento nel circolo della Casa dei pionieri. Tra I suoi alunni figurano l’artista emerito dell’URSS E.A Koževnikov, il designer leningradese I. Geržedovič e altri.
Nella sala espositiva della Scuola d’arte di Novozybkov sono presentate 50 opere di Černyševskij. Si tratta della seconda mostra del pittore presso la Scuola d’arte. La prima ebbe luogo nel 2005 con il sostegno della Direzione per la cultura della regione di Brjansk.

Per chi non potesse recarsi a Novozybkov nei prossimi giorni, ecco il link al sito della Scuola d'arte con alcune opere del pittore esposte.

LIQUIDATORE. SOPRA IL QUARTO REATTORE

Nell’elenco dei collaboratori del Ministero per le emergenze di Kirov tuttora viventi che presero parte alla liquidazione delle conseguenze della catastrofe alla centrale nucleare di Cernobyl ne risultano oggi 15, di cui uno solo ancora in servizio nella polizia, il sottufficiale Vladimir Zagrebin. Vladimir Anatol’evič prestò servizio per quasi sei mesi nella zona di contaminazione radioattiva durante la liquidazione dell’incidente alla centrale di Cernobyl.

Nell’ottobre del 1986 Vladimir – tornato neanche da un anno da una missione d’emergenza nelle truppe aviotrasportate – ricevette di nuovo una lettera di convocazione al comando militare. Due serissime commissioni mediche e i “richiamati”, la maggior parte dei quali aveva oltrepassato il confine dell’età riproduttiva, cominciarono a indovinare per che cosa li stavano preparando.

Cinque giorni di viaggio, e la zona d’evacuazione di trenta chilometri intorno alla centrale di Cernobyl spalancò davanti ai liquidatori le sue porte avviluppate di filo spinato. Vladimir Zagrebin aveva allora ventidue anni…

Vivevamo in una tendopoli, – ricorda lui – nonostante l’autunno inoltrato, faceva caldo, in Ucraina. Ognuno faceva la propria parte: che demoliva gli edifici, chi disinfettava i mezzi di trasporto, le strade. Io mi occupavo delle comunicazioni, ero marconista. A volte ci toccava lavorare giorno e notte ininterrottamente, ma tutti lo capivano – ce n’era bisogno, e dunque bisognava farlo.

La “zona più calda” era sul tetto della centrale nell’aera dell’esplosione, sopra il quarto reattore. Lavorare là era consentito dai 15 ai 90 secondi. I turni erano misurati da una sirena. Tutti gli spostamenti si facevano di corsa. Ma con il gilè di zinco e la fascia di garza c’era ben poco da correre. Rompevamo, con le pale ripulivamo le conseguenze dell’esplosione, gettavamo i frammenti carbonizzati e fusi nella breccia, giù in basso. Parallelamente intorno al reattore esploso veniva innalzato un sarcofago di cemento.

Oltre il perimetro non ci lasciavano andare. Mangiare frutta, verdura, pesce locali era vietato. E a volte si aveva così tanta voglia di mordere quelle mele sugose e mature che pendevano dai rami, grosse quasi come un pallone da calcio. Ricordo ancora le lappole di due metri.

La città abbandonata dagli abitanti, le macchie bianche sull’asfalto dopo ogni pioggia, l’invisibile e impalpabile pericolo della contaminazione radioattiva – tutto questo pesava sui nervi. Ma noi capivamo che qualcuno qui ci doveva comunque lavorare, e dunque perché non noi.

Nel nostro reggimento c’erano ragazzi di Kirov, Perm’, Iževsk e Sverdlovsk. Ogni tanto saltavano i nervi – una volta uno si rifiutò di andare al lavoro nella “zona calda”. Noi tutti comprendevamo e cercavamo di non giudicare, ma tra quelli di Kirov non ci furono rifiuti.

L’avvicendamento dei liquidatori avveniva dopo un mese. Io ne passai a Cernobyl cinque. Da allora alcuni sono già morti, altri sono rimasti invalidi. Tra di noi manteniamo i contatti. Il 26 aprile, il Giorno della memoria delle vittime delle catastrofi e degli incidenti radioattivi, è un motivo in più per incontrarsi.

In ricordo di quegli avvenimenti di oltre vent’anni anni fa Vladimir Zagrebin porta sul petto la medaglia “Per il salvataggio di coloro che stavano perendo”. Ma lui raramente indossa le onorificenze: «Non amo il clamore intorno a me». E la liquidazione delle conseguenze della più grande catastrofe tecnologica della storia non la considera un’impresa. «Semplicemente ognuno ha fatto quello che doveva fare», – dice il liquidatore.

Data: 26.04.2010
Fonte: www.uvd.kirov.ru
Traduzione: S.F.

29/04/10

LA CARTA NUCLEARE DELL’UCRAINA

La spaventosa tragedia avvenuta alla centrale nucleare di Cernobyl 24 anni fa ha costretto il mondo a cambiare in modo cardinale il suo atteggiamento nei confronti dell’energia nucleare. Di continuo vengono introdotti nuovi sistemi di sicurezza, misure di protezione senza precedenti, e tuttavia la gente non ha da stare tanto più tranquilla. Le minacce infatti, come prima, sono ovunque!
“Blik” pubblica una carta degli impianti più pericolosi per tutto ciò che è vivente che si trovano sul territorio dell’Ucraina.

Complessi speciali
Impianti sotterranei in cemento armato in cui vengono stivati e a mano a mano utilizzati i materiali radioattivi: gli indumenti speciali, gli strumenti di lavoro ecc. Nel complesso speciale più grosso, a Char’kov, sono custoditi 68 kg di uranio arricchito, al quale l’Ucraina vorrebbe dire di no.

Il combustibile esaurito
Dei depositi ne esistono presso ogni centrale nucleare. Il combustibile nucleare viene in essi conservato per alcuni anni per farlo “raffreddare” tanto da raggiungere un fondo radioattivo compatibile con il trasporto. Tutto il combustibile esaurito viene portato in Russia: solamente il 3% di esso sono scorie, il resto sono componenti utili che si possono utilizzare sia nella scienza, sia nella produzione.

Reattori di ricerca
In Ucraina ce ne sono due, a Kiev e a Sebastopoli. Sono stati costruiti per ricerche e studi scientifici di vario tipo. Le normative di sicurezza per tali reattori sono simili alle normative delle classiche centrali nucleari. Nell’Istituto di ricerche nucleari NAN dell’Ucraina a Kiev si trovano 13 kg di uranio arricchito. Altri 20 sono conservati presso l’Istituto nazionale per l’energia nucleare di Sebastopoli.

Centrali nucleari
Nelle centrali ucraine il livello di dispersione delle radiazioni nell’ambiente è nel caso peggiore dell’1% del limite ammesso. Le centrali sono suddivise in tre zone:
1. Zona di produzione, dove si trovano il reattore e gli altri impianti.
2. Zona di protezione sanitaria – nel raggio di tre km intorno alla centrale, in cui è proibito pascolare il bestiame, coltivare ortaggi e vivere.
3. Zona di sorveglianza – fino a 30 km dalla centrale. Qui viene effettuato un controllo scrupoloso degli effetti della centrale nucleare sull’ambiente circostante.

Miniere
La minaccia maggiore per le persone e per la natura è portata dall’impianto montano di arricchimento di Žëltye Vody, dove per lungo tempo in regime di assoluta segretezza è stato estratto e trasformato l’uranio. I sistemi di controllo radioattivo dell’impianto si trovano in condizioni disastrose, montagne di minerale di uranio esaurito giacciono a cielo aperto, la polvere radioattiva viene diffusa dal vento, sotto l’azione delle piogge e della neve le radiazioni penetrano nel terreno.

Stato attuale delle centrali nucleari in Ucraina
La centrale nucleare di Cernobyl è chiusa, non è in funzione.
La centrale nucleare di Zaporož’e è in funzione. È la più grande in Europa e la terza nel mondo.
La centrale nucleare di Rivno è in funzione. Nel 2011 si dovrebbero dismettere dall’utilizzo due reattori.
La centrale nucleare di Chmel’nickij è in funzione. È la più giovane tra le centrali nucleari ucraine. È in programma di ampliarla.

Commenti degli specialisti

Vladimir Borejko, ecologo:
– Perfino nei reattori di ricerca ci sono stati degli incidenti, ma questo è messo a tacere. Anche l’atomo pacifico è pericoloso per l’uomo e per l’ambiente. Non è un segreto che nelle più piccole particelle sotto l’effetto delle radiazioni hanno luogo mutazioni irreversibili. Ad esempio, in un organismo unicellulare come il paramecium caudatum, che vive nelle acque di scolo dei reattori, sono state rilevate delle mutazioni spaventose. E inoltre non c’è alcuna garanzia che un incidente come quello di Cernobyl non possa ripetersi un domani!
Sergej Barabašev, vicepresidente della Società nucleare ucraina:
– La probabilità di un incidente come quello di Cernobyl esiste in tutte le centrali nucleari, ma è molto bassa – 1 caso ogni miliardo di anni. Questo perché in ogni centrale funzionano ininterrottamente dei sistemi automatici di controllo. Essi monitorano tutto nel raggio di 30 km. E non accorgersi di un aumento del livello delle radiazioni è semplicemente impossibile. Si tenga poi conto che nelle centrali i campioni sono prelevati manualmente, viene controllato tutto: l’acqua, il terreno, l’aria, le piante e anche i prodotti alimentari.

Data: 26.04.2010
Fonte: www.blik.ua
Autrice dell’articolo: Dar’ja Musteca
Traduzione: S.F.

28/04/10

PROGETTO DUBRAVA 2010 - DÉPLIANT, PRESENTAZIONE, SCHEDA D'ADESIONE


Nella sezione "Progetto Dubrava" del menù a destra, o ai link qui sotto, trovate finalmente le presentazioni aggiornate per il progetto del 2010 (dépliant, presentazione breve e scheda d'adesione).

Il progetto di risanamento quest'anno è previsto in due periodi, a luglio e a dicembre, e anche la campagna d'adesione si svolge in due fasi.

Si sta chiudendo (termine massimo il 15 maggio) la campagna d'adesione per il risanamento del turno di luglio. Al momento mancano 6 quote per raggiungere l'obiettivo dei 50 bambini.

A metà maggio parte invece la campagna delle adesioni per il risanamento dei bambini nel turno di dicembre e andrà avanti fino a metà ottobre.



GLI UCRAINI RITENGONO CHE CERNOBYL SIA OGGI PERICOLOSA? (SONDAGGIO)

Più dell’80% degli ucraini vedono un pericolo nell’odierna Cernobyl.
Lo testimoniano i risultati di un sondaggio telefonico effettuato dall’Istituto Goršenin.
In particolare, l’81,9% degli intervistati ha definito pericolosa l’odierna Cernobyl. Il 48,8% di loro ritiene che è “molto pericolosa”, il 33,1% “piuttosto pericolosa”.
Non pericolosa al momento attuale ritiene Cernobyl soltanto il 12,4% dei rispondenti. Di essi, l’8,6% ritiene che oggi Cernobyl sia “non tanto pericolosa”, il 3,8% - “assolutamente non pericolosa”. Ha avuto difficoltà a rispondere a questa domanda il 5,7% degli intervistati.
Secondo il sondaggio, la metà degli ucraini (49,5%) ritiene l’incidente a Cernobyl una catastrofe ecologica. Circa un terzo degli interpellati (35,6%) considera l’incidente una catastrofe tecnologica, mentre un quarto degli intervistati (25,2%) l’ha definito come una tragedia del popolo ucraino.
Il 17,4% considera Cernobyl un incidente i cui particolari vengono ancora oggi tenuti nascosti; il 15,2%una catastrofe le cui conseguenze non sono ancora chiare; il 13,9% una conseguenza del fattore umano; il 13,4% una grave minaccia per la salute della popolazione. Soltanto il 5,4% degli intervistati ritiene l’incidente di Cernobyl un evento che ha perso d’attualità.
La stragrande maggioranza degli ucraini (80,3%) ritiene che oggi non vengano finanziati a sufficienza i programmi per la liquidazione delle conseguenze dell’incidente alla centrale di Cernobyl. Soltanto il 7,6% degli intervistati ritiene che il finanziamento di questi programmi sia sufficiente, mentre il 12,1% non sa bene cosa rispondere a questa domanda.
Più di un terzo dei cittadini ucraini (39,7%) ritiene che in futuro la zona di Cernobyl debba rimanere una zona spopolata di non residenza, e quasi la stessa percentuale degli intervistati (34,2%) ritiene che in questa zona si debba creare un centro di ricerca scientifica. Il 16,8% degli interpellati propone di fare del territorio di Cernobyl una riserva naturale protetta, il 5,7% un luogo di ubicazione di depositi radioattivi, il 5,5% una base turistica. A questa domanda ha risposto “altro” l’1,7% degli ucraini, mentre il 2,3% non ha saputo cosa rispondere.
La maggioranza degli ucraini (63,1%) pensa che non si debbano costruire nuove centrali nucleari o nuovi reattori nelle centrali già in funzione in Ucraina. Un quarto degli intervistati (25,4%) ritiene invece la costruzione di nuove centrali opportuna, mentre l’11,5% ha avuto difficoltà a rispondere alla domanda.
La stragrande maggioranza degli ucraini (85,1%) si pone negativamente riguardo alla costruzione di depositi di stoccaggio di scorie nucleari sul territorio dell’Ucraina. Soltanto il 5,6% degli intervistati si pone positivamente a questo, mentre il 3,6% in modo neutro. Il 5,7% dei cittadini ucraini non ha saputo cosa rispondere a questa domanda.
Il sondaggio telefonico dal tema “L’opinione degli ucraini su Cernobyl” è stato condotto dall’Istituto Goršenin dal 23 al 25 aprile 2010. In totale sono state intervistate, con un criterio di scelta casuale, 1.000 persone sopra i 18 anni di età in tutti i capoluoghi di regione dell’Ucraina e nelle città di Kiev e Sebastopoli. Sono state stabilite delle quote secondo la regione di residenza, il sesso e l’età degli intervistati. La percentuale di errore di rappresentatività del sondaggio può oscillare tra +/- 3,2%.

Data: 26.04.2010
Fonte: www.unian.net
Traduzione: S.F.

27/04/10

L’UOMO DI SETTECENTO ANNI

Il 26 aprile 1986 ebbe luogo la più devastante catastrofe nucleare della storia – l’esplosione del quarto reattore della centrale di Cernobyl. Nell’atmosfera fuoriuscirono circa 190 tonnellate di sostanze radioattive. Alla vigilia del 24° anniversario, il nostro corrispondente ha conversato con un uomo che prese parte alla liquidazione delle conseguenze di quella terribile catastrofe, lo scrittore Aleksandr Achanov.

– Aleksandr Ivanovič, come capitaste nella zona dell’incidente?

– Ricevetti una lettera di convocazione, mi presentai al comando militare e dopo sei giorni mi ritrovai non lontano da Cernobyl. Nella zona dell’incidente mandavano i pompieri e gli specialisti della difesa chimica. E insieme ad altri conterranei della regione di Tjumen’ anch’io fui assegnato al 29° reggimento di difesa chimica.

– Che cosa sapevate della catastrofe a Cernobyl?

– L’informazione non arrivava nella sua completezza, sapevamo però che alla centrale di Cernobyl era avvenuto lo scoppio di un reattore. Tuttavia nessuno ci comunicò che ci mandavano a liquidare le conseguenze dell’incidente.

– Ci racconti delle sue prime impressioni dopo essere giunto nella zona dell’incidente.

– Il reggimento si sistemò tra i villaggi di Ordžonikidze e Čeremošnja, a 30 km da Pripjat’. Ci spaventava l’indeterminatezza, in quanto non ci avevano spiegato praticamente niente. Molti soffrivano di ipertensione nervosa. Ci promettevano che avremmo lavorato alcune settimane e poi saremmo tornati a casa. In definitiva, passammo nella zona dell’incidente più di tre mesi.

– Com’era la situazione riguardo al mangiare e all’attrezzatura?

– L’attrezzatura funzionava male. Secondo le regole, durante la liquidazione di incidenti radioattivi è necessario cambiare gli indumenti il più spesso possibile, poiché su di essi si deposita la polvere radioattiva. Nel nostro reggimento non c’era questa possibilità, la prima volta potemmo cambiarci soltanto al trentesimo giorno di permanenza nella zona dell’incidente. Ci davano le tute di difesa chimica, però proteggevano poco dalle radiazioni.

– In cosa consistevano i compiti principali del vostro reggimento?

– Lavavamo gli edifici con una soluzione speciale. Bisognava togliere dai muri delle case la polvere radioattiva. Più di una volta ci toccò di lavorare direttamente nel territorio della centrale stessa.

– Che cosa le è rimasto impresso in particolare?

– Mi è rimasto nella memoria praticamente ogni giorno trascorso nella zona dell’incidente. I primi giorni, da qualche parte dentro di te c’era una costante e fortissima agitazione. La centrale mezza distrutta faceva un’impressione devastante. Per qualche motivo nel territorio dell’accampamento faceva di continuo male la testa, mentre nelle vicinanze del reattore la coscienza si faceva più lucida. E poi mi sono rimasti in mente coloro che presero parte insieme a me alla liquidazione dell’incidente. Ciascuno ricevette una forte dose d’irradiazione. Secondo la legge sulla sicurezza radioattiva, la norma massima ammessa che si può “accumulare” nel corso della vita (in media 70 anni) è di 5 roentgen. Se ci si dovesse basare su questa normativa, io ora dovrei avere circa 700 anni, poiché ricevetti moltissime radiazioni in più.

– I metodi per la liquidazione degli incidenti radioattivi sono cambiati negli ultimi tempi?

– Grazie all’esperienza accumulata negli ultimi decenni i metodi sono diventati più razionali. Anche se in realtà una certa esperienza la si aveva anche prima di Cernobyl, solo che non furono in grado di utilizzarla come si deve.

– Lei è autore di alcuni libri sull’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl.

– Di scrivere un libro lo decisi quando mi trovavo ancora a Cernobyl. Cominciai a tenere un diario in cui annotavo le impressioni e i pensieri. Purtroppo nel reggimento, tranne me, nessun’altro ne teneva uno. In tutto ho messo insieme cinque libri sull’incidente a Cernobyl, di cui due sono stati pubblicati.

– Lei non di rado partecipa a degli incontri con gli studenti e gli scolari. Che cosa racconta ai rappresentanti della nuova generazione?

– Mi invitano a condividere i ricordi di Cernobyl. Molti rappresentanti della gioventù non sanno niente della catastrofe avvenuta a Cernobyl. Racconto ai ragazzi di come ci si può difendere dall’effetto delle radiazioni, mostro delle fotografie, li faccio partecipi della mia comprensione di quegli avvenimenti.

– Sull’incidente alla centrale nucleare sono stati girati molti documentari. Che cosa pensa di essi?

– A mio avviso, in questi documentari non si racconta abbastanza delle persone, dell’influenza delle radiazioni. In generale fanno vedere una città deserta, il reattore, raccontano alcune storie terribili. È necessario informare non solo dell’esplosione del reattore e di come hanno costruito il sarcofago. Bisogna raccogliere le opinioni e i ricordi delle persone che parteciparono alla liquidazione delle conseguenze della catastrofe.

– A suo avviso, gli sforzi intrapresi allora per la liquidazione dell’incidente non furono invano?

– Sono convinto che non furono invano. Senza i nostri sforzi il mar Nero sarebbe potuto rimanere contaminato dalle radiazioni, e non si sa come questo avrebbe potuto riflettersi sulla fauna. E tuttavia va rilevato che, nonostante tutta la complessità della situazione, si sarebbe potuto organizzare le iniziative per la liquidazione dell’incidente in modo più razionale.

Data: 24.04.2010
Fonte: www.tumentoday.ru
Autore dell’articolo: Denis Fateev
Traduzione: S.F.

LA COPERTURA DELLA CENTRALE NUCLEARE DI CERNOBYL MINACCIA NUOVI RISCHI

La copertura della centrale nucleare di Cernobyl è a rischio di provocare incidenti. Lo ha dichiarato Bogdan Sokolovskij, ex presidente dell’Ucraina sulle questioni internazionali per la sicurezza energetica.
Secondo lui, la situazione tecnica del sarcofago oggi non è soddisfacente e può provocare una serie di rischi. L’esperto ha aggiunto che attualmente sulla base di un progetto internazionale hanno avuto inizio i lavori per la creazione di un nuovo sistema di difesa fisica del quarto reattore della centrale di Cernobyl.
Al contempo, Sokolovskij fa notare che i tempi di compimento dei lavori “si protraggono un poco” a causa dell’assenza di fondi e di “circostanze tecnico-progettuali”. […]
Aleksej Pasjuk, esperto del Centro ecologico nazionale ucraino, è d’accordo con il fatto che esiste «il problema della continua perdita di tempo nella realizzazione dei progetti e dei programmi che devono essere realizzati alla centrale di Cernobyl». Pasjuk non concorda tuttavia con il collega sul fatto che esiste un problema di stanziamento di fondi per la messa in sicurezza: «La comunità internazionale ha stanziato fondi a sufficienza, ma una delle cause principali del differimento dei lavori della nuova copertura della centrale è proprio l’organizzazione poco efficiente dei lavori in Ucraina».

Data: 23.04.2010
Fonte: www.obozrevatel.com
Traduzione: S.F.

26/04/10

PREGHIERA PER CERNOBYL


Svetlana Aleksievič

Preghiera per Černobyl’

Edizioni e/o

2002










" Прошло десять лет... Чернобыль уже стал метафорой, символом. И даже историей. Написаны десятки книг, сняты тысячи метров видеопленки. Нам кажется, что мы знаем о Чернобыле все: факты, имена, цифры. Что можно к этому добавить? К тому же это так естественно, что люди хотят забыть Чернобыль, убедив себя, что он уже позади...

О чем эта книга? Почему я ее написала?

Эта книга не о Чернобыле, а о мире Чернобыля. Как раз о том, о чем нам мало известно. Почти ничего. Пропущенная история, - я бы так ее назвала. Меня интересовало не само событие: что случилось в ту ночь на станции и кто виноват, какие принимались решения, сколько тонн песка и бетона понадобилось, чтобы соорудить саркофаг над дьявольской дырой, а ощущения, чувства людей, прикоснувшихся к неведомому. К тайне. Чернобыль - тайна, которую нам еще предстоит разгадать. Может быть, это задача на двадцать первый век. Вызов ему. Что же человек там узнал, угадал, открыл в самом себе? В своем отношении к миру? Реконструкция чувства, а не события. "

" Sono passati dieci anni... Cernobyl è diventata ormai una metafora, un simbolo. Addirittura storia. Sono state scritte decine di libri, girati migliaia di metri di pellicola. Ci sembra di sapere tutto su Cernobyl: fatti, nomi, cifre. Che cosa si può aggiungere ancora? E poi è del tutto naturale che la gente voglia dimenticare Cernobyl, convincendosi che è una cosa ormai passata...

Di cosa parla questo libro? Perché l'ho scritto?

Questo libro non è su su Cernobyl, ma sul mondo di Cernobyl. Proprio su quello di cui sappiamo così poco. Quasi niente. Una storia tralasciata, - io la chiamerei così. Mi interessava non l'evento stesso: che cosa accadde quella notte alla centrale e di chi fu la colpa, quali decisioni furono prese, quante tonnellate di sabbia e cemento furono necessarie per costruire il sarcofago sopra quel buco diabolico, ma le sensazioni, i sentimenti delle persone che vennero a contatto con l'ignoto. Con il mistero. Cernobyl è un mistero che dobbiamo ancora decifrare. Forse questo è un compito per il ventunesimo secolo. Una sfida. Che cosa là l'uomo ha appreso, ha indovinato, ha scoperto in se stesso? Nel suo rapporto con il mondo? Una ricostruzione del sentimento, non dell'evento. "

(link al testo originale del libro in russo, dal sito dell'autrice)

Sito della scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievič
Presentazione del libro sul sito delle edizioni e/o

25 APRILE. COMMEMORAZIONE PARTIGIANI E ANNIVERSARIO DI CERNOBYL AL CIPPO DI SOMERARO (VB)


Ieri, 25 aprile 2010, al Cippo di Someraro (frazione di Stresa, Vb) si è svolta una commemorazione dei partigiani Billi e Topolino, due ragazzi uccisi dai nazisti l'ultimo giorno di guerra, il 25 aprile del 1945, e al contempo si è ricordato il 24° anniversario della catastrofe nucleare di Cernobyl.

Per l'occasione è stata fissata alla lapide dei due partigiani nel bosco la targa commemorativa in marmo disegnata e donata dai bambini della Scuola d'arte di Novozybkov il 21 settembre 2009, in occasione di una prima giornata in memoria dei due ragazzi.

A settembre, infatti, nell'ambito dello scambio culturale con la Scuola d'arte di Novozybkov, il Centro del Sole di Stresa (assieme al Comune, all'Anpi e alla Protezione civile) ha organizzato una giornata in cui i bambini della scuola media di Stresa e i bambini russi ospiti della Scuola d'arte hanno svolto l'iniziativa di Legambiente Puliamo il Mondo, prima nei boschi sopra Stresa e poi al Cippo di Someraro, ripulendo il luogo dove si trova la lapide dei partigiani, in presenza del sindaco di Stresa e di alcuni vecchi partigiani che parteciparono a quelle ultime azioni di guerra partigiana nell'aprile del 1945. Ricordiamo che la cittadina di Novozybkov si trova nella zona rimasta contaminata dal disastro di Cernobyl del 1986.


24° ANNIVERSARIO DELLA CATASTROFE NUCLEARE DI CERNOBYL

Riproponiamo il video reportage girato durante la spedizione di Legambiente a Cernobyl del 2006 in occasione del ventennale dell'incidente. Nel video, caricato su you tube in quattro parti, si vedono immagini della cittadina di Cernobyl e della "zona" per arrivare alla centrale, del quarto reattore esploso, della città fantasma di Pripjat', del museo di Cernobyl a Kiev.

23/04/10

È USCITO L’ATLANTE DELLA RADIOATTIVITÀ DI RUSSIA E BIELORUSSIA

I 24 anni passati dall’incidente di Cernobyl non sono stati molto d’aiuto agli abitanti dei territori contaminati – le regioni in esame si presentano sulle pagine dell’atlante come colpite da una grave allergia. E dovranno curarsi ancora molto a lungo.

Il libro della radioattività

“L’atlante dello stato attuale e di previsione delle conseguenze dell’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl sui territori rimasti contaminati di Russia e Bielorussia” – è questo il nome completo – permette di fare una stima reale del livello di contaminazione radioattiva dei territori colpiti dalla più grande catastrofe tecnologica nella storia dell’uomo. La serie di cartine dell’atlante fa vedere com’è cambiata la situazione dal momento dell’incidente fino al giorno d’oggi. Vi sono inoltre cartine di previsione, che pronosticano la dinamica della contaminazione radioattiva fino al 2056.

La conoscenza delle cartine dell’atlante porta a conclusioni non molto consolanti. Nonostante che dal momento dell’incidente siano passati 24 anni e la gran parte degli elementi radioattivi con periodo breve di dimezzamento sia ormai scomparsa, e che alcuni elementi, come il cesio-137, continuino il loro decadimento, dalle cartine si vede chiaramente che a tutt’oggi molte zone e centri abitati delle regioni di Brjansk, Kaluga, Tula e Gomel’ hanno livelli di contaminazione che superano quelli di non pericolosità per la vita. Sulle cartine queste zone sono evidenziate dal rosso lampone. Di fatto, dietro queste macchie colorate ci stanno le vite delle persone che abitano in quei territori.

La catastrofe

L’incidente avvenne il 26 aprile 1986. In conseguenza di una termoesplosione al quarto reattore della centrale nucleare di Cernobyl nell’atmosfera di riversò praticamente tutto l’insieme dei radionuclidi che si trovavano nel reattore al momento dello scoppio – in tutto 21 elementi. La maggior parte di tali elementi ha un periodo di dimezzamento di non più di due-tre anni. Altri elementi hanno invece periodi di dimezzamento lunghissimi, ad esempio i radionuclidi transuranici (quello del plutonio è di 24.110 anni), questi ultimi hanno però una bassa volatilità: oltre 60 km dal reattore non si diffondono. Tra i moltissimi elementi radioattivi che sono finiti nell’atmosfera, il maggiore pericolo lo recano gli isotopi del cesio-137 e dello stronzio-90. Ciò è collegato ad alcune cause. Il cesio-137 è un radionuclide longevo (con un periodo di dimezzamento di 30 anni), si conserva bene nel terreno e penetra nella vita dell’ecosistema, e inoltre è proprio questo elemento a essersi diffuso alle maggiori distanze dal reattore.

Trattando del carattere della diffusione della contaminazione radioattività dopo l’incidente, gli studiosi ritengono che su tale processo abbiano influito prima di tutto la situazione meteorologica e il movimento delle particelle aeree nel corso dei giorni seguenti l’incidente. Dai dati presentati nell’atlante, dal 26 al 29 aprile 1986 le sostanze radioattive si sono infiltrate nello strato terrestre a un’altezza di 200 m in direzione nord-ovest, nord e nord-est rispetto alla centrale. Soltanto in seguito, fino al 7-8 di maggio, lo spostamento è continuato in direzione sud-ovest e sud. Inoltre, praticamente subito dopo la fuoriuscita, all’altezza di alcuni chilometri si è inserito lo spostamento occidentale delle masse aeree, formando a questo modo la scia orientale di Cernobyl – quelle macchie d’inquinamento radioattivo giunte fino ai paesi dell’Europa. Tali macchie furono rilevate in Austria, Gran Bretagna, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Polonia, Svezia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Cechia, Svizzera, Finlandia.

Senza dubbio alcuno, i territori più colpiti sono stati quelli più vicini alla centrale di Cernobyl – l’Ucraina, la parte europea della Russia e la Bielorussia. La superficie delle terre sulle quali la densità della contaminazione è risultata più di 37 kBq/m² (livello oltre il quale vivere in un dato territorio è pericoloso) nella parte europea della Russia è di 60 mila km², in territorio ucraino – 38 mila km², e in Bielorussia – 46 mila km². I livelli più elevati di contaminazione in territorio russo sono stati rilevati nella regione di Brjansk, seguita da quelle di Tula e di Kaluga. In Bielorussia nella regione di Gomel’.

La contaminazione della Russia

Durante questi anni, i compilatori dell’atlante hanno più volte girato le zone contaminate e misurato il contenuto degli isotopi radioattivi nel terreno. Questo ha permesso loro di creare un quadro dinamico della liberazione delle terre dalle radiazioni. Del resto, come mostrano le carte, tale liberazione sarà ancora lunga a venire.

E infatti anche oggi quasi la metà della regione di Brjansk è fortemente contaminata. Di fatto, più o meno pulite si possono considerare le zone centrali e nord-occidentali, con le città di Brjansk, Žukovka, Suraž e Počep. Il fardello più grosso, naturalmente, è toccato alla parte occidentale della regione di Brjansk (a ovest di Starodub e Klincy). Nella zona “rossa” si trovano città e villaggi come Novozybkov, Zlynka, Vyškov, Svjatsk, Uščrl’e, Vereščaki, Mirnyj, Jalovka, Perelazy, Nikolaevka, Širjaevo, Zabor’e, Krasnaja Gora… Gli abitanti delle province meridionali sono costretti a fare controlli oncologici periodici. Tanto più che i boschi esentati dal taglio crescono e periodicamente bruciano, rigettando nell’aria nuove e nuove porzioni di stronzio e cesio. Ma anche a nord, nella zona delle città di Djat’kovo e Fokino (in particolare tra di esse, nei pressi di Ljubochny) la concentrazione di radionuclidi sfiora quasi il limite della zona di trasferimento.

Nella zona fortemente contaminata della regione di Kaluga (le province meridionali) si trovano una trentina di villaggi e cittadine delle province di Spas-Demensk, Kirovsk, Ljudinovo, Žizdrino e Kozel’. Le concentrazioni più pericolose di isotopi radioattivi si trovano nelle province di Afanas’evo, Melechovo, Kirejkovo, Dudorovskij, Kcyn’, Sudimir e Korenovo.

La regione di Orlov nel 1986 è stata irradiata quasi interamente – più o meno pulito è rimasto soltanto l’angolo sud-occidentale della regione. Le dosi più grandi di radiazioni le hanno ricevute gli abitanti della provincia di Bolchovo (nel nord della regione) e dei territori un po’ più a sud di Orël. Come dimostrano le misurazioni successive, la provincia di Livino resta come in precedenza l’unica veramente idonea per la vita dal punto di vista della contaminazione radioattiva. Mentre gli abitanti della stessa Orël, come delle rimanenti province della regione (in particolare di Bolchovo), farebbero bene a portare sempre con sé un dosimetro.

La regione di Tula è stata divisa in due metà dalla nube radioattiva. Le zone nord e nord-ovest sono rimaste relativamente pulite, in compenso tutti i territori a sud del capoluogo sono stati colpiti dalle ricadute radioattive. Centro della parte più contaminata della regione è la città di Plavsk. Essa si allunga dal confine sud della regione di Tula come una lunga striscia fino a Uzlovaja. Oggi, essendo quasi la metà del cesio decaduta, la zona pericolosa per la vita (con diritto al trasferimento) si è ristretta intorno a Plavsk. In ogni caso, la zona a controllo speciale in tutti questi anni non è diminuita di molto, fatto che testimonia di una abbastanza elevata concentrazione di isotopi pericolosi per la salute.

La contaminazione della Bielorussia

La regione di Brest, la più occidentale di quelle prese in esame, è stata colpita dalla radioattività fondamentalmente sul fianco destro, da Luninec verso oriente. Anche se dal rilievo si nota come gli elementi radioattivi siano ricaduti pure sulle città di Drogičin, Pinsk e sui villaggi di Svjataja Volja, Smoljanica, Lysjkovo e Molčad’. Nel 2010 le zone di residenza con diritto al trasferimento si sono conservate intorno a Stolin e nella zona dei villaggi Vul’ka-2 e Gorodnaja.

Nella regione di Gomel’ la situazione è molto peggiore. A tutt’oggi la parte meridionale della regione (a sud di El’sk e Chojniki) è coperta da macchie rosso-viola, indicanti una contaminazione assai poco compatibile con la salute e la longevità della vita. Del resto, lo stesso si può dire della zona che, partendo da Gomel’, si allunga fino ai limiti settentrionali e orientali della regione. La zona più favorevole qui passa sotto la categoria “residenza con diritto al trasferimento”. Quasi tutto il resto del territorio della regione fa parte della zona di residenza sotto controllo speciale dei radiologi.

Le zone più contaminate della regione di Grodno (la parte est, la linea Slonim-Djatlovo-Berezovka-Iv’e-Juratiški, nonché la linee Berezovka-Lida e Iv’e-Krasnoe) sono finite solamente nella categoria di residenza con controllo radiologico. Qui la dose effettiva annuale non supera 1 mZv (che comunque con un effetto prolungato non è certo poco).

Nella regione di Minsk sono finite sotto la nuvola radioattiva alcune zone periferiche – il sud della provincia di Soligorsk, l’ovest della provincia di Voložin, l’est di quella di Berezina, e pure un territorio relativamente piccolo situato al confine tra le province di Vilejka e Logojsk a nord di Minsk. Il punto più contaminato della zona nord è il villaggio di Januškoviči. Del resto, nonostante la localizzazione della radioattività, i centri dei territori radioattivi sono pericolosi in quanto finora rientrano nella categoria di “residenza con diritto al trasferimento”.

Alla regione di Mogilëv è andata molto meno bene – la nube l’ha infatti attraversata nella sua parte centrale. Per questo la zona delimitata dalle città di Kirovsk, Kličev, Mogilëv, Čausyj, Kričev, Klimoviči e Kostjukoviči rimane poco idonea per la vita, e in alcune sue parti – controindicata. È pur vero che in questi 24 anni le città sopraelencate sono uscite dalla zona indicata e ora la delineano dall’esterno. Con l’eccezione di Mogilëv, la quale tutt’ora si trova nella zona di residenza con controllo radiologico, e anche di Čausy, che grazie all’attività degli isotopi locali rimane ancor oggi nella zona di residenza con diritto al trasferimento.

La contaminazione da stronzio-90 si è concentrata nella regione di Gomel’, soprattutto nella parte sud. L’altra grande zona di contaminazione si trova a nord-est della regione.

Il futuro

Sebbene i compilatori dell’atlante assicurino che il livello di radioattività nei territori contaminati è decisamente diminuito, le previsioni non sono consolanti neanche per il 2056: per quella data diminuiranno sì gli areali di diffusione del cesio-137 e dello stronzio-90, ma a livello locale resteranno ugualmente zone dove i valori limite ammessi saranno superati.

Dunque, le zone di alienazione scompariranno dal territorio della Russia nel 2049; le zone di trasferimento prioritario solamente verso il 2100, mentre per affermare senza ipocrisia alcuna che in esse il fondo radioattivo supera di poco il fondo naturale gli scienziati dovranno aspettare fino al 2400. Per la Bielorussia, la quale ha subito i danni più gravi, queste scadenze saranno ancora più lunghe. Ancora nel 2056 (che è l’ultimo anno per cui i compilatori dell’atlante fanno una previsione precisa) la regione di Gomel’ avrà l’aspetto di una persona con un’allergia radicata. L’atlante è pubblicato sotto l’egida del Ministero delle emergenze di Russia e Bielorussia.

Sebbene la catastrofe ebbe luogo in territorio ucraino, il suo ministero non ha partecipato al progetto. E di conseguenza nell’atlante manca la cartina della contaminazione dei territori ucraini.

Data: 21.04.2010
Fonte: www.infox.ru
Traduzione: S.F

IL MINIMO DI SUSSISTENZA NELLA REGIONE DI BRJANSK NEL PRIMO TRIMESTRE È AUMENTATO DEL 7,7%

Il minimo di sussistenza nella regione di Brjansk nel primo trimestre del 2010 è stato calcolato in 4.641 rubli per persona (115 €) – è comunicato sul sito Brjanskstat.
Il minimo di sussistenza nel quarto trimestre del 2009 era stato fissato a 4.311 rubli (107 €) per persona, nel primo trimestre del 2009 a 4.217 rubli (105 €).
Ne risulta che nel primo trimestre del 2010 il minimo di sussistenza è cresciuto rispetto al quarto trimestre del 2009 di 330 rubli (8,2 €), cioè del 7,7%, e rispetto al primo trimestre del 2009 di 424 rubli (10,6 €), cioè del 10,1%.

Data: 20.04.2010
Fonte: www.interfax-russia.ru
Traduzione: S.F

22/04/10

LO IODIO, MA NON QUELLO

I più vulnerabili all’effetto dello iodio radioattivo sono risultati i bambini, i quali infatti hanno ricevuto dosi d’irradiazione dieci volte maggiori rispetto agli adulti. Tuttavia soltanto nella metà dei casi è stato stabilito un legame diretto del cancro alla tiroide con Cernobyl.
Sono ormai 24 anni che celebriamo l’anniversario della tragedia di Cernobyl. “L’atomo pacifico” ha ricoperto parte della regione di Brjansk – la nostra regione, infatti, si è presa il 64% della dose russa delle radiazioni di Cernobyl. Quasi immediatamente 58 mila persone furono evacuate o trasferite. Nella regione di Brjansk, a tutt’oggi nella zona d’evacuazione si trovano 4 centri abitati, nella zona di trasferimento – 194 (78.900 abitanti), e inoltre 300 mila persone vivono in zone soggette ad altri status e sussidi. Tutti loro, in un modo o nell’altro, sono stati colpiti dall’“effetto dello iodio”. In verità, ciascuno ha ricevuto la sua “porzione” di iodio radioattivo: dai 20 ai 640 mGr. In tale contesto, le dosi d’irradiazione della tiroide negli adulti sono state all’incirca di 10 volte inferiori che non nei bambini. In determinati casi le dosi nei bambini hanno raggiunto i 1.000 mGr.
I medici-oncologi a tutt’oggi non sanno quali conseguenze aspettarsi. Studiate le esperienze di Hiroshima e Nagasaki, dopo l’incidente di Cernobyl ci si aspettava un incremento delle leucemie. Tuttavia è inaspettatamente “esplosa” la tiroide. Nei tre paesi, secondo i dati dell’OMS, dal 1991 al 2005 sono stati diagnosticati oltre 5.000 casi di cancro alla tiroide tra i “bambini di Cernobyl”. Nella regione di Brjansk, in tale periodo una diagnosi di cancro alla tiroide è stata formulata per 408 bambini. Ma solamente nella metà dei casi (212) è stato stabilito che la malattia è stata direttamente causata dall’effetto delle radiazioni. Sono questi dati ufficiali del Ministero della salute della Federazione russa.
Gli specialisti dichiarano che le radiazioni diminuiscono. Per il 24° anniversario dell’incidente sono stati resi noti nuovi dati sullo stato della situazione radioattiva nella nostra regione. Come comunica il sito della Duma regionale, nel 2009 «sono stati effettuati monitoraggi in 21 centri abitati, presi più di 100 campioni. I risultati rilevano che gradualmente il livello di contaminazione del terreno diminuisce». Questo si spiega con l’azione del periodo di decadimento delle sostanze radioattive. Del resto, come delinea il futuro dei territori di Cernobyl la relazione dell’ONU, la normalizzazione della situazione radioattiva taglierà il numero dei centri abitati con lo status soggetto a benefici, e il passaggio alla “concezione di dose” nei tre paesi porterà a ridurre la popolazione bisognosa di misure di protezione da 5 milioni a 200 mila persone.

Data: 21.04.2010
Fonte: bregion.ru
Traduzione: S.F.

I FRANCESI SI INTERESSANO AI RITMI DEL CUORE

Nella regione di Brjansk ha avuto inizio un monitoraggio cardiologico su vasta scala degli scolari che vivono nei territori contaminati da radionuclidi.

Per il progetto di monitoraggio delle patologie dei bambini residenti in territori contaminati è prevista una durata minima di quattro anni. Nel corso di questo periodo, i medici visiteranno circa 20 mila scolari delle province “di Cernobyl” della regione. Capofila del progetto è l’Istituto francese per la sicurezza nucleare e radioattiva, il quale si è anche fatto carico di tutte le spese per la realizzazione della ricerca.
Il progetto ha preso il via a Novozybkov all’inizio di maggio 2009. Nel corso di due settimane, gli specialisti del Centro regionale di diagnostica di Brjansk hanno studiato l’attività cardiaca dei bambini di Novozybkov: elettrocardiogramma, ecografia del cuore e, in caso di necessità, rilevamento del ritmo cardiaco del bambino nel corso di 24 ore. Nel corso del nuovo anno scolastico, le iniziative diagnostiche del progetto proseguiranno. I medici programmano di visitare tutti i bambini in età scolare dalla prima all’undicesima classe.
Degli obiettivi di questo progetto su larga scala ha raccontato il rappresentante dell’Istituto francese per la sicurezza nucleare e radioattiva, il farmaceuta-radiobiologo Jean-René Jurden. «Tutte queste iniziative non sono una missione umanitaria, ma una ricerca scientifica, con il cui ausilio gli scienziati francesi hanno intenzione di aumentare il livello di cognizioni scientifiche nell’ambito delle conseguenze della catastrofe di Cernobyl. Al contempo, naturalmente, porterà benefici alle persone che vivono nei territori contaminati». Come ha sottolineato il dottor Jurden, è molto importante farsi una rappresentazione precisa delle conseguenze della catastrofe, infatti, benché siano già passati 24 anni, Cernobyl continua ad avere effetti negativi sulla salute delle persone. Inoltre, alcune conseguenze della catastrofe possono manifestarsi solo adesso, dopo due decenni. Oggi è importante condurre ricerche, per prevenire vari tipi di complicazioni.
Gli scienziati francesi sono intenzionati a chiarire in che modo il cesio, accumulatosi nell’organismo dell’uomo, influenza l’attività cardiaca. Il fatto è che i medici bielorussi riferiscono di un numero notevole di patologie cardiache nei bambini delle regioni contaminate. Nell’ambito del progetto, si vorrebbe chiarire se questo è legato alla radioattività. Gli scienziati francesi promettono di rendere i risultati delle ricerche quanto più trasparenti. Tutti i genitori riceveranno personalmente i risultati delle visite dei propri figli. Così potranno sapere come funziona il cuore del loro bambino e, in caso di necessità, intraprendere delle cure per tempo.

Data: 27.05.2009
Fonte: bregion.ru
Traduzione: S.F.

ALLA CENTRALE DI CERNOBYL PUÒ AVVENIRE UNA NUOVA ESPLOSIONE

Alla centrale nucleare di Cernobyl può avvenire una nuova esplosione; con questo avvertimento è intervenuto il deputato della Rada suprema dell'Ucraina del BJUT Vladimir Javorivskij.
Secondo i suoi dati, l'esplosione potrebbe essere perfino più potente di quella del 1986, e coinvolgerebbe non soltanto l'Ucraina, ma anche i paesi vicini. Javorivskij prima era a capo del comitato parlamentare che si occupava dei problemi di Cernobyl e, secondo lui, nonostante gli enormi mezzi che vengono stanziati per il mantenimento della centrale di Cernobyl, si è lontani dalla sua messa in sicurezza.

Data: 14.04.2010
Fonte: www.fontanka.ru
Traduzione: S.F

ALLE PORTE DELL'ANNIVERSARIO DI CERNOBYL A MOSCA RACCONTERANNO L'ECOLOGIA CON IL LINGUAGGIO DEI POSTER

Dal 16 al 30 aprile 2010 a Mosca si svolgono i Giorni del design e dell'ecologia in sostegno alla Giornata mondiale della Terra e in memoria della catastrofe di Cernobyl. L'avvenimento centrale di questa iniziativa saràil 23 aprile l'apertura della mostra delle opere della collezione della Triennale internazionale di poster e grafica ecologici «Četvërtyj blok» (Il quarto reattore).
Della collezione fanno parte più di 5.000 opere di designer di fama mondiale da 60 paesi, raccolte nel corso di vent'anni da alcuni artisti di grafica di Char'kov. Il presidente della Triennale «Četvërtyj blok» Oleg Veklenko fu un liquidatore delle conseguenze dell'incidente alla centrale nucleare di Cernobyl.

Data: 21.04.2010
Fonte: www.unmultimedia.org
Traduzione: S.F.

21/04/10

L'ACCELERAZIONE CERNOBYLIANA

A una conclusione inattesa sono giunti gli antropologi russi e bielorussi: l’ambiente circostante sfavorevole unitamente alle difficili condizioni socio-economiche costringe l’organismo umano ad accelerare il suo sviluppo per passare più velocemente l’infanzia, la tappa più vulnerabile del nostro cammino di vita.

Link alla traduzione dell'articolo (da "Rossijskaja gazeta", 02.03.2006)
L'accelerazione cernobyliana