Saluti da Chernobyl
Ogni giorno a Pripjat’ arriva un autobus da Kiev, a
un paio d’ore di viaggio. Percorre tutto viale Lenin e parcheggia
davanti all’hotel Polissja. Lì scarica un gruppo di turisti. Vengono da
mezzo mondo. Appena scendono, cominciano a scattare foto. Potrebbe
essere una scena comune di una qualsiasi città d’Europa, se non fosse
che l’hotel è infestato dai rampicanti, sull’asfalto crescono alberi e
la guida turistica al posto della solita bandierina colorata brandisce
un contatore Geiger.
Benvenuti a Chernobyl’. In
realtà, la città che dà il nome alla centrale è 18 chilometri da qui ed
è stata appena toccata dal vento radioattivo. Pripjat’, invece, è a
meno di mille metri dal reattore numero 4 o quello che ne resta.
L’epicentro del più grande disastro nucleare della storia.
Data: 26.04.2016
Fonte: www.balcanicaucaso.org
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