“Se siete convinti di ciò che hanno causato le conseguenze di Chernobyl
in Ucraina e Bielorussia… bhè vi posso dire che vi state sbagliando.
Come posso dire… è solo dopo trent'anni che stiamo iniziando a vedere
l’impatto reale dell’incidente.
Possiamo dire con certezza che la Bielorussia è stato il Paese più colpito, in quanto ha subito il maggior fallout radioattivo. Le dosi di radioattività a cui la popolazione è stata esposta erano enormi. Lo osservai già con i miei studenti e colleghi quando sono arrivato a Gomel nel 1990 per organizzare l’Istituto Medico (ora università).
Per prima cosa studiavamo gli effetti delle grandi dosi di radiazioni perché Gomel era situata nell’epicentro di questo elevato livello di contaminazione. Poi abbiamo iniziato a guardare l’accumulo di elementi radioattivi negli organi interni, a basse dosi, nei bambini in particolare.
Avevamo già scoperto una patologia complessa che colpiva il sistema endocrino (che produce gli ormoni), il sistema cardiovascolare e quasi tutti gli organi interni. Questo era un lavoro che non era mai stato fatto in Bielorussia e non ne fu più realizzato uno simile da allora.
Quando sono arrivato in Ucraina, nel 2009, non ho trovato alcuna fonte oggettiva e seria di informazioni sullo stato di salute dei bambini e delle persone che vivono nelle regioni di Ivankov [Sede del Progetto Radinka di ProgettoHumus – Mondo in Cammino] e di Polesskiy (due aree prossime alla zona di Chernobyl). Non c’era alcun interesse. Ora abbiamo esaminato circa 4.000 bambini di seconda generazione e la maggior parte di loro hanno seri problemi al sistema cardiovascolare. Stavo iniziando a vedere la stessa cosa in Bielorussia, prima di partire. Sono particolarmente sorpreso dalle patologie che vedo negli adolescenti, in particolare nei maschi di età compresa tra i 12 e 17anni.
Circa l’80% haun livello troppo alto di un amminoacido denominato omocisteina, che è un marker riconosciuto di malattie cardiache. Abbiamo trovato gravi modifiche ai livelli ormonali nel 45% dei bambini.
Data: 19.04.16
Fonte: www.progettohumus.it
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