Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

24/05/16

SCIAGURA DI CERNOBYL - ЧЕРНОБЫЛЬСКАЯ БЕДА

Autore: Viktor Volocho, poeta
Luogo: Klincy (Russia)
Data: 25.04.2011
Traduzione: S.F.

Автор: Виктор Волохо, поэт
Место: Клинцы
Дата: 25.04.2011
Перевод: С.Ф.
 
 
 
SCIAGURA DI CERNOBYL

Dove io vivevo, tutti i villaggi sono spariti,
E non se ne trovano ormai più le tracce.
Forze nere nella loro vita si sono insinuate,
I loro destini spezzando per sempre.

Dov’è Zurman il cascinale, Galota?
Mezza Russia essi rifornivano:
Per il caldo davano la torba della palude.
Adesso i venti là fischiano solitari.

E dov’è Uletovka, Podosina?
Nella memoria solo sogni terribili:
Mai più riusciremo a trovare Drobnica;
A scorgere Gorelaja Sosna.

E dove son finiti Jagodka e Čachov?
Si son dissolti, come fumo in lontananza;
Tutto distrutto in un sol colpo,
Per l’ultimo viaggio partiti alla leggera.

Krasnyj Luč non rinascerà ormai,
Scompare dalla terra anche Kuznec,
E poco importa se lì c’è la fonte sacra,
Anche per lei sta arrivando la fine.

Soltanto Veprin è rimasto – protettore,
Che solo per tutti ha mantenuto la difesa.
Ma Cernobyl è perfida come un predatore –
Gradualmente ha guadagnato posizioni.

Soltanto un pugno di gente è rimasto:
Non intenzionato a lasciare la terra natia;
È toccata loro la cattiva sorte
Di morire a causa di forze invisibili.

Perfino a impegnarsi nella lotta
Quei villaggetti non ritorneranno più.
E a noi non resta che vivere
Con questo pesante fardello.
 
 
ЧЕРНОБЫЛЬСКАЯ БЕДА

Где я жил, все деревни исчезли,
И уже не найти их следа.
Силы чёрные в жизнь их залезли,
Судьбы им загубив навсегда.

Где же Зурманов хутор, Галота?
Пол-России снабжали они:
Для тепла торф давали с болота.
Теперь ветры там свищут одни.

А Улетовка где, Подосина?
Только в памяти страшные сны:
Не найти нам никогда Дробницы,
Не увидеть Горелой Сосны.

Где же Ягодка делась и Чахов?
Растворились, как дым вдалеке;
Уничтожено всё одним махом,
В путь последний ушли налегке.

Красный Луч уже не возродится,
Исчезает с земли и Кузнец,
А ведь рядом святая криница,
И ей тоже приходит конец.

Только Веприн остался – защитник,
Он за всех оборону сдержал.
Но Чернобыль коварен, как хищник, –
Постепенно позиции взял.

Горстка только людишек осталась:
Не намерены край покидать;
Им тяжёлая участь досталась
От невидимых сил умирать.

Если б даже стремились бороться,
Тех поселочков не возродить.
И одно только нам остаётся:
С этой тяжкою ношею жить.

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