Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

25/05/16

NON HA BRUCIATO LA PERFIDA STELLA D’ASSENZIO LE NOSTRE ANIME - НЕ СОЖГЛА ЗЛАЯ ЗВЕЗДА ПОЛЫНЬ НАШИ ДУШИ


Autore: Arina Medvedeva, 11 anni,
alunna del ginnasio n. 1 di Klincy (Russia)
Data: 2011
Traduzione: S.F.

Автор: Арина Медведева, 11 лет,
ученица гимназии № 1 г. Клинцы
Дата: 2011
Перевод: С.Ф.
 
 
NON HA BRUCIATO LA PERFIDA STELLA D’ASSENZIO LE NOSTRE ANIME

Che cosa è cambiato nei nostri paesi, nei nostri villaggi 25 anni dopo il giorno della terribile tragedia di Cernobyl? Io vado orgogliosa di vivere in una località di campagna, nel mio amato villaggio di Ol’chovka, e non noto alcun cambiamento. Ma dai miei famigliari vengo a sapere delle cose che mi provocano inquietudine per il futuro, perché le previsioni dal punto di vista medico non sono consolanti. Già io con i miei 10 anni mi ammalo molto spesso, e soprattutto ho, per così dire, “un bouquet di malattie” che si fa sentire piuttosto spesso, più di quanto si vorrebbe.

E dunque, che cos’accadde nell’aprile del 1986? «Una tragedia non di un solo giorno…» – ha risposto mia mamma. Mi interessa sapere come tutto sia accaduto. E così ho chiesto a mia mamma, ai suoi parenti. Dei sentimenti e delle sensazioni che provarono in quei giorni tragici.

«Quel giorno faceva molto caldo. Il sole picchiava fortissimo. Il giorno dopo invece ci fu la pioggia e nelle pozzanghere ai margini si formò una striscia bianco-giallastra. E fu proprio allora che la gente cominciò a dire che una nube radioattiva si era diretta sulla regione di Brjansk. In quei giorni ci faceva molto male la testa, provavamo uno spossamento generale, debolezza. Gli addetti sanitari raccomandavano alla popolazione di mangiare più lattuga di mare e di prendere più carbone attivo. Vietarono di mangiare funghi e frutti di bosco e in generale di andare nel bosco. E al fratellino più piccolo della mamma il giorno dopo l’incidente sotto le ginocchia cominciò a “staccarsi” la pelle. Si rivolsero dappertutto, ma non c’era niente che poteva aiutare. Soltanto il viaggio al mare poté guarire il bambino. A quel tempo moltissima gente se ne andò via dai nostri luoghi.»

Oggi intorno ad Ol’chovka ci sono molti paesi e villaggi abbandonati. E dopo 25 anni questi luoghi sono andati in completa rovina. Quando passi accanto a questi villaggi ti prende l’angoscia. Penso, rifletto e mi viene da chiedermi: non è che in un futuro molto prossimo lo stesso possa avvenire anche nei luoghi dove viviamo noi? Com’è la cosa? Il nostro stato, che dovrebbe preoccuparsi di noi, ha lasciato che le cose si risolvessero da sé.

E nonostante tutto sono convinta che presto tutto cambierà. E io vivrò in una normale località di campagna, e non nella “zona con diritto di trasferimento”.

Arina Medvedeva (5ª classe)
 
 
НЕ СОЖГЛА ЗЛАЯ ЗВЕЗДА ПОЛЫНЬ НАШИ ДУШИ

Что же изменилось в наших селах, деревнях спустя 25 лет со дня страшной трагедии в Чернобыле? Я горжусь тем, что живу в сельской местности, в своей любимой Ольховке, и никаких изменений не наблюдаю. Но со слов своих родных я узнаю о вещах, которые вызывают у меня беспокойство за будущее, ведь прогнозы с медицинской точки зрения не утешительные. Да я и сама уже в свои 10 лет очень часто болею, а главное имею, так сказать, “букет заболеваний”, который даёт о себе знать достаточно часто, чем хотелось бы.

И всё же, что произошло в апреле 1986 года? «Трагедия не одного дня…» – ответила моя мама.  Мне интересно, как всё происходило. И я  спросила у мамы, её родственников. Из тех чувствах, и ощущениях, которые испытывали они в те трагические дни.

«В тот день было очень жарко. Солнце пекло очень сильно. А через день пошёл дождь, и на лугах по краю образовалась бело-жёлтая полоса. Вот тогда-то люди стали говорить о том, что якобы радиационное облако направилось на Брянскую область. В эти дни у нас очень сильно болела голова, чувствовалось общее недомогание, слабость. Медицинские работники рекомендовали населению больше есть морской капусты и побольше принимать активированного угля. Запретили есть грибы и ягоды из леса и вообще ходить в лес. А у маленького маминого брата после дня аварии под коленками стала “слезать” кожа. Куда бы они не обращались, ничего не помогало. Только поездка к морю вылечила ребёнка. В это время очень много людей уехало с наших мест.»

Сейчас вокруг Ольховки много заброшенных сёл, деревень. И спустя 25 лет эти места пришли в полное запустение. Когда проезжаешь мимо этих деревень, охватывает ужас. Я думаю и размышляю, что в скором будущем может произойти с теми местами, где мы живём, такое же запустение? Как же так? Наше государство, которое должно о нас заботиться, пустило этот вопрос на самотёк.

И всë же я уверена, что в скором времени всë изменится. И я буду жить в обычной сельской местности, а не в “зоне с правом на отселения”…

Арина Медведева (5-й класс)
Клинцы, 2011 года

WHEN CHERNOBYL’S RADIOACTIVE RESIDUES WERE THOUGHT TO BE IN MUMBAI’S BUTTER


A former secretary of the AERB recalls how safe levels of radionuclides in food items came to be set and the first case in which its limits were tested.

 

Bread and butter. Credit: praveenpn4u/Flickr, CC BY 2.0 
On April 26 this year, the nuclear industry solemnly observed the 30th anniversary of the catastrophic accident at the Chernobyl nuclear power plant. While the show was on, Associated Press reporters refused to drink freshly drawn milk that a farmer from Belarus had offered them, as they suspected it contained Chernobyl’s radioactive residues. They tested a sample and found that the strontium-90 level in it was 10-times above the country’s safe limit. And their finding that Belarus exports such contaminated products to Russia did not set the Volga on fire. The AP reporters’ plight reminded me of India’s tryst with Chernobyl’s radioactive residues in Mumbai in the ‘Irish butter case’.

In 1987, there were reports that the fallout from Chernobyl had shown up in foodstuffs in various countries. Taking into account the possible health impact of contaminated food items, the Atomic Energy Regulatory Board (AERB) prescribed permissible levels of radionuclides in imported food items. Incidentally, it was the first major policy decision the AERB had taken since the government had set it up, in November 1983.

Initially, there were low-decibel murmurs that the AERB had no authority to fix the safe limits of radioactive substances in foods. But mercifully, the critics were neither stubborn nor persistent.
For many years before the Chernobyl accident, artificial radionuclides such as caesium-137 from the atmospheric testing of nuclear weapons had been present in milk and other dairy products, as well as in food items. From the mid-1950s, the Bhabha Atomic Research Centre (BARC) has been operating a network of monitoring stations nationwide for measuring radioactivity in food items. The technical competence for such measurements already existed in the country.


Data: 26.05.2016
Fonte: www.thewire.in

 


 

WHAT CHERNOBYL'S WILDLIFE CAN TEACH HUMANS


 


The 1,000-square mile exclusion zone surrounding the Chernobyl Nuclear Power Plant has remained virtually free from human intrusion for the last 30 years—ever since the landscape was blanketed in lethal levels of radiation following a catastrophic meltdown. The years since have seen a gradual rewilding of the area, with nature reclaiming the ghost town surrounding the defunct plant, and animals large and small moving into the surrounding forests. Headlines trumpet that the wildlife is “thriving,” “flourishing,” and ruling the landscape.

The real story is vastly more complicated. Animals are present, but they haven’t escaped the effects of radiation, according to the results of 15 years’ worth of studies conducted by Timothy Mousseau, a professor of biology at the University of South Carolina, Columbia, and his colleagues. Theirs is one of the only research groups gathering on-the-ground data to better understand the Chernobyl disaster’s effects on the plants, animals and microbes living there. In 2011, they also branched out to Fukushima, repeating some of their Ukraine studies in the Japanese disaster zone, for comparison.

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Data: 23.05.2016
Fonte: www.good.is

ČERNOBYL’. LA ZONA


Attraverso gli occhi di tre generazioni differenti, i fumettisti spagnoli Sánchez e Bustos raccontano il disastro di Cernobyl in una graphic novel che riesce a trasmettere al lettore un senso di alienazione e impotenza.

cernobyl la zona recensione

Autori: Francisco Sánchez (testi) e Natacha Bustos (disegni) 
Casa Editrice: Tunuè
Genere: Storico
 
Paese: Spagna 
Pagine: 176, b/n. 
Data di pubblicazione: Aprile 2016

È incentrato su questo disastro nucleare la graphic novel Cernobyl – La Zona scritto dallo spagnolo Francisco Sánchez e illustrato dalla connazionale Natacha Bustos. È un viaggio che attraversa tre generazioni e che racconta quel dramma attraverso gli occhi di chi l’ha vissuto; gli stessi occhi di tutti coloro che in quegli anni hanno perso casa, famiglia e affetti.


Data: 18.05.2016
Fonte: www.mangaforever.net

24/05/16

INTO CHERNOBYL

Bellissimo reportage del fotografo spagnolo Raúl Moreno.

Vedi link Into Chernobyl


CERNOBYL: I DUE COLORI DEL TEMPO - film 3


Cernobyl: i due colori del tempo - Чернобыль: два цвета времени - Film 3

Documentario sull’epopea della liquidazione delle conseguenze di Cernobyl in forma di trilogia girato tra il 1986 e il 1988 dal regista ucraino Igor’ Kobrin per gli studi “Ukrtelfil’m”.