«La creazione del nuovo confinement (struttura di protezione per prevenire la diffusione di sostanze radioattive) sopra il quarto reattore di Cernobyl non risolverà i problemi di sicurezza radioattiva, lo costruiscono soltanto per acquietare l’opinione pubblica», ha dichiarato Ivan Drozd, il principale collaboratore scientifico del reparto di radiobiologia dell’Istituto di ricerca nucleare dell’Accademia delle Scienze d’Ucraina.
Il vecchio sarcofago di Cernobyl negli ultimi anni sta andando gradualmente a pezzi. Le autorità ucraine vogliono mettere in sicurezza la centrale con l’ausilio di una copertura (confinement). Si tratta di una struttura a forma di arco di 105 metri d’altezza, 150 di lunghezza e 260 di larghezza. Dopo la sua erezione, verrà “calata” sul quarto reattore, coperto attualmente dal sarcofago. Il montaggio della struttura in metallo dell’arco ha inizio il 26 aprile, in occasione del 26° anniversario della tragedia.
«La nuova copertura non garantisce un completo isolamento», ha detto Drozd durante una tavola rotonda giovedì scorso. Inoltre, secondo lui, la stessa struttura dell’arco rappresenta in sé una potenziale minaccia.
«La struttura ha un rivestimento in carbolitio, cioè materiale plastico. I fisici sanno bene come si comportano i materiali plastici, e questi sono dielettrici, nei campi ad elevata radioattività. Se, mettiamo, crollasse il vecchio sarcofago, è chiaro che ne scaturirebbero dosi radioattive di elevatissima potenza, si attiverebbe il combustibile ecc.», ha fatto notare lo scienziato, aggiungendo che allora «non sarebbe reale intraprendere alcunché».
Drozdov ha anche sottolineato che il nuovo sarcofago «non è assolutamente protetto dai fattori esterni come, ad esempio, la caduta di un aereo o di una meteorite». In quel caso l’involucro andrebbe distrutto all’istante.
«A me pare che questa copertura la costruiscano unicamente per tranquillizzare la popolazione», ha detto Drozd.
Lui ha inoltre riferito che in precedenza erano state valutate anche altre varianti di progetto che prevedevano un completo isolamento del reattore nucleare danneggiato, tuttavia esse furono scartate a causa dell’elevato costo. Oltretutto viene rimandato di 30-50 anni l’inizio dei lavori per l’estrazione del combustibile nucleare rimasto sotto il quarto reattore.
«Noi scarichiamo il nostro problema sulle generazioni future, sui nostri nipoti e pronipoti», ha detto lo scienziato.
Il vicedirettore generale della Centrale di Cernobyl Anatolij Gora, che ha preso parte al lavoro della tavola rotonda, ha fatto notare che riguardo alle differenti varianti della nuova copertura esistevano ed esistono opinioni diverse, ma che oggi una scelta è stata ormai fatta. «Ciò che è stato scelto è stato scelto», ha affermato, aggiungendo che ora il compito più importante è quello di realizzare la scelta effettuata nel miglior modo possibile.
Data: 19.04.2012
Fonte: www.eco.ria.ru
Autore: Andrej Lubenskij
Traduzione: S.F.
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