Dopo
ogni 26 aprile – data dell’anniversario – degli abitanti della “zona di
Cernobyl” russa ci si dimentica sempre.
Il
villaggio di Mirnyj si trova nella “zona di trasferimento obbligatorio” nel
sud-ovest della regione di Brjansk. Questa categoria di territorio è la seconda
per livello di contaminazione. La prima è la “zona d’interdizione” (la zona dei 30 km
intorno alla centrale nucleare di Cernobyl). La terza e la quarta sono i
territori con un livello minore di contaminazione, dove vivere si può, seppure
con alcune riserve: la “zona di residenza con diritto di trasferimento” e la “zona
di residenza con status socio-economico agevolato”.
Per
gli abitanti di Mirnyj il trasferimento è rimasto obbligatorio solamente sulla
carta. Qui come in passato ci vivono delle persone, le quali lavorano la terra
contaminata dagli isotopi radioattivi, bevono l’acqua delle fonti locali,
pescano nei laghetti circostanti (i gamberetti locali vengono acquistati dai
commercianti e poi smerciati in tutta la Russia ), vanno a raccogliere funghi in autunno.
I
bambini fino ai 14 anni ricevono mensilmente ben 59 rubli (1,5 €) di sussidio
per le radiazioni (per fare un confronto, nella povera e senza gas Ucraina è
dieci volte tanto). Mentre la paga dei fortunati impiegati statali, che si
contano sulle dita, al netto delle imposte è di 3.900 rubli (100 €).
Nel
villaggio di Mirnyj non si può vivere. E infatti qui non vivono a lungo,
muoiono prima dei 50 anni. La gente qui è convinta di non avere più un posto
dove vivere.
Videoreportage dal villaggio di Mirnyj (Aleksandr Kulygin, Nikita Tatarskij di Radio Svoboda)
Data: 16.06.2011
Fonte: www.svobodanews.ru
Traduzione: S.F.
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