Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

24/10/18

IL MIO NOVOKEMP


Novokemp, 3° turno 2018 (24 luglio - 13 agosto)


Sono stata a Novokemp al terzo turno estivo, ovvero dal 24 luglio al 13 agosto. Per me è stata la prima volta a Novokemp, ma dei miei amici italiani già c’erano stati negli anni passati e me ne avevano sempre parlato molto bene. Ho potuto verificare con i miei stessi occhi che in effetti avevano proprio ragione, Novokemp è un’esperienza unica ed indimenticabile. Il compito di noi volontari italiani era quello di aiutare gli animatori ed organizzatori russi nello svolgimento delle attività all’interno del campo. Ogni giorno si facevano giochi di gruppo per tutti i bambini, ed era sempre una gioia vedere come tutti venissero coinvolti e partecipassero con entusiasmo.

Un altro compito affidato a noi ragazzi italiani era il kružok, ovvero un’attività, di cui noi eravamo gli ideatori ed i responsabili, da proporre ai bambini. Nel mio caso avevo deciso di tenere un kružok della lingua italiana: la mattina chi voleva veniva nella mia postazione e, per un paio d’ore, si imparava l’italiano. Ad essere sinceri, alle mie lezioni di italiano solitamente venivano pochi bambini, ma è un fatto più che comprensibile... Chi ha voglia d’estate, finita la scuola, di rimettersi dietro i banchi ad ascoltare una maestra? Tuttavia, nonostante la poca affluenza al mio corso di italiano, la soddisfazione più grande ricevuta da questo kružok è stata Ksjuša, una ragazzina di 14 anni: Ksjuša non si perdeva mai un appuntamento con l’italiano, nel giro di tre settimane riusciva già a dire qualche frase semplice e a capire quello che le dicevo. Forse sembrerà una cosa piccola e insignificante, ma questo è uno dei fatti più belli accaduti a Novokemp e mi porterò sempre nel cuore il ricordo delle lezioni di italiano con questa ragazzina. Perché in fondo Novkemp per me è stato questo, ovvero una scoperta: ho capito che nella vita vorrei insegnare, ho capito di amare ancora di più la Russia, ho scoperto che mi piace molto lavorare con i bambini e ho riscoperto il piacere della semplicità. Novokemp è scoprire meglio se stessi imparando dagli altri, dagli adulti russi, ma soprattutto dai bambini.

Un altro fattore che mi ha molto stupito, infatti, è stata l’educazione dei bambini. Tutti i ragazzini che frequentavano il campo erano disciplinati, gentili, pieni di energie e molto rispettosi della figura adulta. Sono rimasta molto impressionata dal loro atteggiamento nei confronti degli animatori; tutti i bambini prestavano ascolto ai propri “capi” ed eseguivano sempre gli ordini. Con noi volontari erano sempre buoni ed affettuosi, lo sguardo pieno di interesse e curiosità per noi italiani sono un altro caro ricordo che conserverò per sempre.

Non sarei, però, del tutto onesta se dicessi che Novokemp è stato tutto rose e fiori. I minus ci sono stati, anche se comunque i fattori positivi hanno sempre superato quelli negativi. Un grande punto a sfavore del campo è la mensa: il cibo era veramente pessimo, la qualità scarsa, e soprattutto i prodotti che venivano proposti alla mensa non erano variegati e salutari per i bambini (e anche per noi adulti ovviamente!). Altro punto su cui noi volontari italiani ci trovavamo unanimi nel criticare è la planërka, ovvero la quotidiana riunione serale a cui eravamo tenuti a presiedere. Questa assemblea per animatori ed organizzatori mi è sempre parsa abbastanza inutile, fine a se stessa e troppo lunga... Ma i russi in fondo sono così, amano fare riunioni ufficiali, dilungarsi nella preparazione di piani d’azione, discutere molto… anche se alla fine le cose prendono sempre il proprio corso, con o senza la planërka.

Nel complesso posso solo confermare tutto quello che i precedenti volontari italiani hanno raccontato di Novokemp. Le 8 ore di treno, la mensa terribile, le punture di zanzare, il fatto di vivere in un bosco dove i telefoni prendono male sono tutti piccoli prezzi da pagare per l’esperienza magica ed indimenticabile che ti regala Novokemp. Novokemp è un microsistema, un mini-mondo dove in sole tre settimane fai il pieno di energie, parli russo ed impari cose nuove, un luogo dove nascono amicizie e dove non vedi l’ora di tornarci l’estate successiva.

Sofia d’Amuri (26 anni)

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