Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

09/10/18

LE SCORIE NUCLEARI DI FUKUSHIMA POTREBBERO ESSERE ANCHE IN ITALIA?

Le scorie nucleari di Fukushima potrebbero essere anche in Italia?


La ‘ndrangheta è l’unica organizzazione criminale in Italia ad essere coinvolta nello smaltimento illecito di rifiuti radioattivi e questo a partire dagli anni ’80. E’ ormai accertato giudizialmente che navi con rifiuti radioattivi furono affondate al largo delle coste italiane. Alcune navi sarebbero state inviate in Somalia e in altri paesi in via di sviluppo con rifiuti tossici, compresi i carichi di rifiuti radioattivi, che sono stati affondati con la nave o seppelliti sulla terraferma. Lo smaltimento illegale dei rifiuti radioattivi è diventato un’attività molto lucrosa per i gruppi della criminalità organizzata in Italia.

La relazione della commissione parlamentare per i rifiuti del 1995 alla fine dei lavori ha ritenuto possibile l’esistenza del traffico nazionale e internazionale di scorie radioattive, gestito da lobby economiche e criminali che si ritiene possano operare anche con l’approvazione di soggetti istituzionali appartenenti a paesi e governi europei o internazionali. La ‘ndrangheta è stata accusata dal pentito Francesco Fonti, ex membro della predetta associazione mafiosa, di aver affondato  almeno trenta navi cariche di rifiuti radioattivi. Nel 2005, Fonti con le sue dichiarazioni ha portato a indagini approfondite sui racket di smaltimento dei rifiuti radioattivi, coinvolgendo Giorgio Comerio e la sua società di smaltimento, la Odm (Oceanic Disposal Management).

Legambiente ha fornito all’autorità giudiziaria tutti i dati raccolti dal 1994 in merito alla scomparsa di almeno quaranta navi nelle acque del Mediterraneo. Per oltre due decenni, i pubblici ministeri italiani hanno esaminato oltre trenta sospetti affondamenti di acque profonde. Si sospetta che gli industriali italiani e stranieri abbiano agito in combutta con la ‘ndrangheta, per smaltire rifiuti radioattivi provenienti anche dalla Russia dopo il disastro nucleare di Chernobyl. Secondo Fonti, un manager dell’ENEA ha pagato i clan calabresi per sbarazzarsi di rifiuti radioattivi provenienti da Italia, Svizzera, Francia, Germania, Russia e Stati Uniti, con la Somalia come destinazione, dove i rifiuti sono stati seppelliti dopo la corruzione di politici locali. Sia Fonti che il gruppo ambientalista Legambiente hanno affermato che le navi sono state inviate in Somalia e in altri paesi in via di sviluppo come il Kenya e lo Zaire con carichi tossici, che sono stati affondati con la nave o seppelliti sulla terraferma.

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Data: 21.09.2018
Fonte: www.articolo21.org

 

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