Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

12/10/18

TRA LE ALPI ITALIANE - MAKSIM LISEENKO


Campo di volontariato internazionale a Delebio (So)
8-21 luglio 2018
Il campo di volontariato si è svolto in località Alpe Dosso.

L’organizzazione e la vita del campo erano a un livello altissimo. Oltre a lavorare, abbiamo viaggiato molto tra le montagne. Siamo stati ospiti nei due alpeggi vicini. Abbiamo potuto ammirare tutta la bellezza delle montagne alpine, vedere gli animali locali. La bellezza che abbiamo visto è impossibile da descrivere! Abbiamo valicato una montagna, fatto il bagno in un laghetto alpino. Itu (messicano) per la prima volta nella vita ha visto la neve, mentre io per la prima volta ho visto una capra di montagna. Nel complesso l’escursione sulle Alpi ci ha consentito di misurare le nostre forze e di capire quello che siamo in grado di fare, poiché la salita e la discesa hanno preso molto tempo e ci hanno fatto consumare molte forze. Ma per la bellezza e le emozioni che abbiamo provato durante la salita ne è valsa la pena! Io sono stracontento di aver iniziato la conoscenza dell’Italia da questi posti!

Abbiamo pulito il territorio per i turisti e gli animali locali. Abbiamo migliorato la stradina per salire e scendere più agevolmente e più in sicurezza con le moto da montagna. Abbiamo sgomberato sassi e sassolini dalla stradina per salire e scendere più in sicurezza sia a piedi che in moto da montagna. Insieme ad Aija abbiamo lavorato i tronchi (gli toglievamo la corteccia) in modo che in seguito potessero essere utilizzati o come sostegni per salire in montagna o per l’arredamento del campo. Inoltre assieme ad Alessandro abbiamo spaccato le pietre con il piccone, posando poi queste pietre nei posti dove c’erano delle buche. Insomma, abbiamo reso la strada più uniforme e meno pericolosa.

La comunicazione e lo scambio di esperienze con gli altri volontrari sono stati ottimi, avevamo un vero dream team! Ragazzi fantastici! Allegri, aperti, responsabili. Relazionarsi e lavorare con loro è stato un vero piacere e molto facile. Nonostante il livello del mio inglese, a essere buoni, fosse debole, sono riuscito a svolgere tutti i compiti affidatimi e a comunicare con gli altri ragazzi senza troppi problemi. Alla sera cantavamo molto, ci confidavamo. Gabriel ha insegnato ai ragazzi a fare la pizza. C’è stata una sera chiamata “Pizza Time”, in cui i ragazzi hanno preparato la pizza per le ragazze. L’atmosfera era talmente positiva che Itu ha deciso di insegnare ai ragazzi a ballare. Non abbiamo mai avuto divergenze, eravamo una squadra molto unita. Potevamo sia fare cagnara sia svolgere lavori impegnativi.

La squadra internazionale dei volontari, oltre a me, era formata da: Itu (Messico), Jaro (Slovacchia), Maria e Aija (Repubblica ceca), Margot e Margot (Francia), Claudia (Spagna). 

Gli organizzatori italiani erano proprio bravissimi! Abbiamo fatto la loro conoscenza il terzo giorno della nostra permanenza al campo. È arrivata un’enorme folle di motociclisti e subito si sono alzati rumore, grida, risate, e si sono messi a far da mangiare. Dirò che abbiamo bevuto vino e mangiato un formaggio incomparabile. Devo ringraziare i ragazzi per averci abituato al vino buono e a quel formaggio, che è impossibile descrivere a parole! Quanto era buono! E lo tagliavano come in Russia si taglia il pane, in aria. Come se il formaggio fosse il pane italiano! Si è cantato e ballato molto. A un certo punto gli organizzatori si sono messi a cantare “Katjuša” in italiano. Io non mi sono perso d’animo e mi sono unito a loro, solamente in russo. Grazie mille a Gabriele per averci seguito, per averci aiutato a comunicare con gli organizzatori che conoscevano solo l’italiano. Erano tutte persone accoglienti e socievoli! Grazie a Teo per le bellissime fotografie!

Al campo mi è piaciuto assolutamente tutto! E il cibo, e come ci hanno accolto e come ci hanno trattato! E il posto dove vivevamo. L’unica cosa di cui personalmente non ero soddisfatto era il fatto che sapevo male l’inglese. Il giorno dell’arrivo mi sono quasi perso, sono sceso dall’autobus alla stazione sbagliata. Per fortuna mi hanno aiutato dei ragazzi ucraini, che mi hanno dato un passaggio fino al luogo dell’incontro.

Maksim Liseenko (27 anni)

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