Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

10/10/18

LA MIA ESTATE ITALIANA - KSENIJA CHARČEVNIKOVA


Campo di volontariato internazionale a Brinzio (Va)
31 luglio – 14 agosto 2018

Ecco la traduzione del racconto di Ksenija, volontaria russa dell'organizzazione "Radimici", che quest'estate ha partecipato al campo internazionale di volontariato di Legambiente in provincia di Varese, nell'ambito degli scambi di giovani e studenti tra Legambiente e Radimici


Il campo in cui sono stata per 14 giorni si trovava nel paesino di Brinzio, nel Nord Italia. Noi volontari alloggiavamo nella grande palestra della scuola locale. Vivere lì era molto confortevole, c’erano una bella doccia e una grande cucina.


Tutti i giorni, tranne che nei week-end, ci alzavamo alle 7 del mattino, facevamo colazione e andavamo al lavoro. Lavoravamo nella grande riserva del Campo dei Fiori fino alle 12. La nostra squadra di volontari dava una mano a ripulire i canali e strappare le erbacce. Inoltre pulivamo delle scale in pietra costruite tantissimo tempo fa, che erano un po’ infestate dalla vegetazione e cosparse di sassi. Un giorno abbiamo aiutato a ripulire il territorio di un bosco dove c’era stato un incendio. Oltre a questo abbiamo partecipato a un esperimento ecologico: siamo andati in un parco di Varese, abbiamo delimitato alcuni territori e vi abbiamo raccolto tutta la spazzatura, anche i rifiuti più piccoli. L’obiettivo era quello di capire quale tipo di rifiuti fosse più presente su quel territorio.

Finito di lavorare, di solito pranzavamo, riposavamo e andavamo a fare delle gite. Siamo andati in montagna, a fare alpinismo, siamo stati a Varese, siamo andati a visitare diverse sorgenti, abbiamo trascorso un’intera giornata sull’enorme Lago Maggiore, abbiamo visto un festival in montagna, siamo discesi in una grotta e molto altro. Il programma ricreativo del campo era incredibilmente vario. Ogni giorno c’era qualcosa di nuovo. Ogni giorno provavamo nuovi piatti, visitavamo nuovi posti, conoscevamo nuove persone, apprendevamo sempre più cose sull’Italia. Ammiravamo la bellezza delle montagne, i bellissimi paesaggi, tanto da sembrare irreali, dall’alto.

Nei primi giorni ho avuto un po’ di difficoltà a comunicare con gli altri volontari. Il livello di inglese parlato di tutti gli altri volontari era molto migliore del mio, per questo nei primi giorni sono riuscita a comunicare solo con l’aiuto del traduttore sul telefono. Dopo un paio di giorni però è diventato tutto più semplice e sono riuscita a comunicare con gli altri ragazzi, a raccontare un po’ di me, del mio lavoro e della mia vita, e inoltre riuscivo a capire meglio quello che mi dicevano. Ho fatto in particolare amicizia con i ragazzi del Messico e della Cina. Alcuni dei ragazzi che erano al campo avevano già esperienza di partecipazione ai campi di volontariato internazionali, anche in altri paesi, e così hanno condiviso la loro esperienza e per me questo è stato molto utile.

Il campo era organizzato da due camp-leader, Valentino e Valentina, oltre a due volontarie molto esperte, una ragazza del posto e un’altra di Milano. Con gli organizzatori ci sentivamo molto a nostro agio. Si tratta infatti di persone molto sensibili e allegre. Se qualcosa non era chiaro (dato che il mio livello di inglese è molto basso), me lo rispiegavano, trovavano le parole giuste in modo che riuscissi a capire.

Ogni giorno al campo era speciale. Ho trovato tantissime cose positive e niente di negativo.


Durante il lavoro, mi ha colpito molto l’atteggiamento degli abitanti locali nei confronti dell’ambiente circostante. Queste persone vanno molto fiere del loro ambiente naturale e se ne prendono cura. Adesso mi piacerebbe fare delle grandi iniziative ecologiche con i volontari della mia organizzazione in Russia, Radimici, farle più in grande di prima, coinvolgendo più gente sul problema dei rifiuti nella nostra città e nei nostri boschi. Vorrei realizzare più iniziative per la difesa dell’ambiente della nostra città e inoltre cercare di diffondere l’idea della raccolta differenziata.

Prima del viaggio in Italia, ho lavorato a Novokemp (il campo per bambini di Cernobyl della nostra organizzazione in Russia) come volontaria e poi come capo-animatrice.

Vorrei sottolineare il fatto che tutto il tempo in cui sono stata in Italia mi sono sentita come a casa. Sono stata accolta dappertutto con gioia e calore, da persone assai benevole, accoglienti e affabili. Mi rimarranno delle impressioni bellissime, tante fotografie e anche amici in diversi paesi del mondo. Grazie mille a Legambiente per questa esperienza incredibile e per questi splendidi 17 giorni che ho trascorso in Italia.

Ksenija Charčevnikova (23 anni)
 

 
 

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