Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

08/10/18

ROSATOM: LA NOSTRA CENTRALE NUCLEARE GALLEGGIANTE È PRONTA PER SALPARE

Rosatom: la nostra centrale nucleare galleggiante è pronta per salpare

Greenpeace: è un Titanic nucleare e una Chernobyl on Ice. Bellona: grandissimi rischi

 
La settimana scorsa, durante un partecipato briefing  tenutosi a Murmansk, Valery Trutnev, l’incaricato di Rosatom per seguire il progetto delle centrali nucleari galleggianti, ha annunciato che a bordo dell’Akademik Lomonosov «sono quasi pronti  tutti i sistemi della prima centrale nucleare galleggiante della Russia».

Trutnev ha snocciolato dati e date sull’attuazione del discusso progetto nucleare russo che molti ambientalisti speravano non avrebbe visto mai la luce.

A Bellona, la ONG ambientalista/scientifica norvegese/russa, spiegano che «Attualmente, la chiatta atomica è ormeggiata in questa città (Murmansk) nell’estremo nord-ovest della Russia, dove i tecnici di Atomflot, nel porto dei rompighiacci nucleari russi, hanno iniziato a rifornire di uranio i suoi due reattori KLT-40S del tipo di quelli dei sottomarini».

Lo scafo della centrale nucleare galleggiante era stato rimorchiato a maggio fino a Murmansk  dal Baltic Shipyard di San Pietroburgo, il cantiere dove ci sono voluti ben 10 anni di lavoro (più del doppio di quanto preventivato) per costruire l’Akademik Lomonosov, un decennio funestato da procedimenti fallimentari, dispute sulla proprietà, bilanci fuori controllo, Per superare le preoccupazioni  dei vicini Paesi baltici e scandinavi lo scafo è stato trainato fino a Murmansk per alimentarlo con il combustibile nucleare. Infatti, il ministero degli esteri della Norvegia aveva fatto sapere al governo russo che non voleva che un potenziale disastro nucleare passasse al largo delle sue coste. Quindi Rosatom ha lasciato vuoti i reattori dell’ Akademik Lomonosov mentre veniva tirato da un rimorchiatore da San Pietroburgo all’Artico.


Data: 04.09.2018
Fonte: www.greenreport.it

 

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