Il blog "Le Russie di Cernobyl", seguendo una tradizione di cooperazione partecipata dal basso, vuole essere uno spazio in cui: sviluppare progetti di cooperazione e scambio culturale; raccogliere materiali, documenti, articoli, informazioni, news, fotografie, filmati; monitorare l'allarmante situazione di rilancio del nucleare sia in Italia che nei paesi di Cernobyl.

Il blog, e il relativo coordinamento progettuale, è aperto ai circoli Legambiente e a tutti gli altri soggetti che ne condividono il percorso e le finalità.

"Le Russie di Cernobyl" per sostenere, oltre i confini statali, le terre e le popolazioni vittime della stessa sventura nucleare: la Bielorussia (Russia bianca), paese in proporzione più colpito; la Russia, con varie regioni rimaste contaminate da Cernobyl, Brjansk in testa, e altre zone con inquinamento radioattivo sparse sul suo immenso territorio; l'Ucraina, culla storica della Rus' di Kiev (da cui si sono sviluppate tutte le successive formazioni statali slavo-orientali) e della catastrofe stessa.

17/10/18

NOVOKEMP: UNA CERTEZZA

Novokemp, 2° turno 2018 (30 giugno - 20 luglio)

Quest’anno andare a Novokemp è stata una scelta dell’ultimo minuto: post laurea sentivo il bisogno di tornare in Russia e rilassarmi, così, dopo aver considerato varie opzioni, la mia scelta è ricaduta su uno dei posti in cui, da ormai tre anni, mi sento più a casa, Novokemp.

La sensazione che si prova tornando lì penso sia una sensazione condivisa un po’ da tutti, ovvero possono essere passati anni, possiamo essere cambiati noi ma nel momento in cui si arriva al cancello e si legge la scritta “NOVOKEMP” tutto torna indietro ed è come se nulla fosse cambiato: gli educatori, i bambini, le casette variopinte, la piscina. Tutto immobile ad aspettarti e tu che aspettavi questo momento da tempo.

Rispetto a due anni fa ho vissuto questa esperienza, compreso il viaggio per arrivarvi, con più consapevolezza e meno sorpresa, anche perché sono tornata in questo campo proprio l’anno scorso per un weekend mentre vivevo a Mosca per studi, quindi le attività e le persone che vi lavorano mi sono ormai familiari.

Due anni fa partecipai al terzo turno, quello informatico, mentre quest’anno al secondo (il turno sportivo) insieme ad Ilaria, Manuel e Matteo. I turni si assomigliano ma il secondo spicca sugli altri per la presenza dell’ottava famigliola, quella dei patrioti capitanati dal generale Sergej.

I patrioti sono un gruppo di ragazzini e ragazzine, che non vivono nelle casette colorate in legno come gli altri bambini, bensì si costruiscono il proprio accampamento fatto di tende, un tendone adibito a bar, l’area falò e il poligono di tiro. Questo gruppo si distingue dagli altri a partire dall’uniforme: una canottiera a strisce bianche e blu e una tuta mimetica. Vivono le loro giornate proprio come se fossero parte di un esercito, hanno le loro attività ma prendono parte attivamente anche a quelle del resto del campo con le loro esibizioni. Fin da subito si sono mostrati disponibilissimi a renderci parte della loro vita da campo e noi siamo rimasti colpiti dalla loro simpatia ed unicità. Abbiamo trascorso del tempo con loro ed il loro generale, durante il quale abbiamo brindato insieme, imparato a sparare, fatto la banja e cantato, salutandoci sulla note di Felicità.

Come due anni fa la nostra mamma russa è stata Elena, che a breve partorirà il suo primo figlio, la quale, insieme al marito Sergej, ci ha aiutato a comprendere meglio i giochi, ad organizzare i laboratori e a ricordarci i vari appuntamenti.

Quest’anno mi son sentita molto più parte delle attività del campo e ho avvertito più responsabilità rispetto a prima, per esempio in occasione della sfilata dei bambini ho aiutato la prima famigliola ad esibirsi, scegliendo insieme alle loro “capofamiglia”, in qualità di stilista, i costumi e i passi mentre al primo anno avevo solo sfilato insieme alle altre italiane. Inoltre mi è stata data la possibilità di partecipare con Manuel a uno dei loro incontri dedicati alla prevenzione (profilaktika) confrontando l’utilizzo di droghe e alcool in Europa con il consumo in Russia.

Nel mese di agosto Novokemp ha vinto un bando regionale ed è stato nominato uno dei migliori lager per bambini dell’oblast’ (regione) e in questa occasione siamo stati intervistati da giornalisti della tv di Brjansk per testimoniare la nostra vita da volontari italiani all’interno del campo e cosa ci ha portato a tornare in questo posto.

Nota dolente di questo turno è stato sicuramente il tempo, ha piovuto spesso e ciò ha reso impossibile lo svolgimento di molte attività belle in programma come la gita sul fiume Iput’ in canoa o la giornata in campeggio insieme ai volontari della settima famigliola.

Per quanto riguarda l’alloggio, gli italiani vivono nella gostinica (albergo), dove possono far colazione, da quest’anno ancora più confortevole grazie all’aggiunta del bagno e della doccia.

Le giornate iniziano solitamente con i laboratori scelti da noi e continuano con i giochi, concludendosi con la planёrka serale in cui ogni volontario e lavoratore racconta della sua giornata, esaltando gli aspetti positivi ma anche negativi e ci si organizza per il giorno seguente. Questa riunione può svolgersi anche due volte al giorno in occasione di giochi importanti come il “gioco business” (gioco in cui i bambini imparano a guadagnare e a spendere al meglio i loro soldi, i novokempiki).

È difficile spiegare cos’abbia di così speciale questo posto perché Novokemp più che un posto è un’esperienza che deve essere vissuta in prima persona. Le foto non possono rendere le emozioni, le risate e le relazioni che lì si vivono ma ciò che posso dire con certezza è che se le persone ogni anno decidono di tornarci un motivo c’è e se siete intenzionati ad andare vi invito a scoprirlo.

Annarita Iaccarino (22 anni)

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